Bper-Popolare, parla Menegola: «Questa nuova collaborazione diventi un’opportunità e non un problema»

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Prudenza, attenzione, ma anche interesse perché l’eventuale fusione possa diventare un’opportunità di crescita per il territorio. Ipotizzando anche la nascita di una Fondazione in cui far confluire ciò che non fosse considerato strategico per il nuovo polo bancario, sul modello Cariplo.

È con un insieme di quella che Aristotele definiva saggezza pratica, ovvero la capacità di discernere la giusta azione in ogni circostanza, e di cauta positiva consapevolezza che il presidente della Provincia di Sondrio Davide Menegola guarda alle ultime mosse del risiko bancario italiano. Quelle che con l’offerta di acquisizione della Banca popolare di Sondrio da parte di Bper Banca per 4,3 miliardi di euro, da giovedì stanno facendo tremare il mondo economico e finanziario valtellinese.

Finora, dopo lo shock dell’annuncio che a due ore dall’approvazione dei risultati di bilancio di un altro anno record per gli utili della Popolare aveva gelato la Valle, nel mondo politico ed istituzionale locale era stata solo la voce dell’assessore regionale Massimo Sertori a farsi sentire esprimendo preoccupazione per la straordinarietà di quanto in atto, proprio alla vigilia di un altro straordinario evento come le Olimpiadi, e paragonando, dopo averne ripercorso la storia, la Popolare a una Ferrari.

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Le fibrillazioni sono massime, l’attesa tutta rivolta al cda dell’istituto di credito di piazza Garibaldi convocato per domani (martedì) e il timore che la storia già vissuta con l’acquisizione del Credito valtellinese da parte di Crédit Agricole possa ripetersi secondo un copione che nessuno vorrebbe rivivere. «Ecco – dice Menegola – spererei proprio che non fossimo in presenza di un film già visto. Non ho competenze adeguate nel settore e non conosco i meccanismi specifici, ma avendo alle spalle l’esperienza del Credito valtellinese spero che il territorio possa muoversi in maniera diversa». Che non subisca cioè l’operazione, ma faccia sentire tutto il suo peso per trasformarla in un’opportunità.

Menegola comunque si dice non stupito per quanto accaduto, se non forse solo nei tempi. «La componente della base azionaria con Unipol che unisce le due banche, le mosse di consolidamento in atto nel mondo bancario erano le evidenti avvisaglie di quanto stava per accadere – dice -. Un’operazione che forse andava solamente concertata in modo diverso». Ricordiamo infatti che seppur Bper abbia espressamente dichiarato che la manovra non è ostile, non è stata però neppure concordata con la Popolare come la stessa banca sondriese non ha mancato di sottolineare.

«Credo che per come stanno le cose – ancora Menegola –, davanti al fatto che non sono arrivati colossi come Unicredit o Banca Intesa, cosa di cui parlavo proprio con Sertori, ma una realtà simile alla nostra pur se con dimensioni differenti, si debba approfittare dell’occasione: facciamo che questa nuova collaborazione e l’ampliamento della gestione con Bper Banca diventi un’opportunità e non un problema. Anche attraverso un’attenta valutazione della governance».

Il presidente della Provincia chiama il territorio in tutte le sue componenti, a partire da quelle economiche e politiche, a una riflessione attenta e senza sconti sul fatto di non disperdere quella parte del patrimonio della Popolare che possa essere considerato non strategico per le attività del nuovo polo bancario. «Valutiamo la possibilità che venga conferito in una Fondazione – dice – che garantisca così un’eredità al luogo dove la banca è nata all’inizio del secolo scorso proprio con lo spirito cooperativo di costruire le condizioni per far crescere e sviluppare il territorio». L’esempio è quello della Cariplo «che – ricorda Menegola – pur essendo confluita nel più grande gruppo italiano bancario non ha mai dimenticato i propri territori garantendo una possibilità di crescita che si rivela fondamentale di anno in anno». «Forse questa accelerazione – aggiunge – serve proprio a stimolare ragionamenti importanti come quello della fondazione».

Il presidente della Provincia si sofferma poi sui legami che attraverso le banche si stanno venendo a creare tra la Valtellina e l’Emilia Romagna, prima con il Crédit Agricole Italia che ha la sua base operativa a Parma e ora con Bper tra Modena e Reggio Emilia. «Proviamo a considerare questi legami come un ponte sui territori e non come un’annessione – dice -, come un’occasione di contaminazione tra realtà per certi versi simili, seppur su scala differente. L’attenzione che la nostra Popolare ha sempre avuto per le famiglie e le imprese deve diventare l’occasione per riscoprire lo stesso spirito nelle banche più grandi. Collaboriamo in questo senso. Facciamo che politica ed economia – conclude Menegola – trovino un equilibrio perché tutto ciò possa diventare un grande esempio di uno slancio nuovo per tutti territori coinvolti».

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