Gli USA col consenso di Kiev prenderebbero i metalli rari dell’Ucraina, ma non è così semplice come sembra

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Si parla in questi giorni di un possibile accordo fra Trump e Zelensky a proposito delle risorse minerarie dell’Ucraina. La nuova amministrazione repubblicana proseguirebbe sulla scia di Biden a fornire armi agli ucraini, mentre Kiev aprirebbe agli americani l’ingresso delle sue miniere di terre rare. Tuttavia, come spiegano gli esperti interpellati dallo Wall Street Journal, per realizzare tale progetto ci sono degli ostacoli al momento insormontabili. Il più grosso di tutto è la posizione dei giacimenti che si trovano proprio nelle zone già sotto il controllo russo o comunque lungo la linea orientale dei combattimenti. E le truppe russe, in modo lento ma inesorabile, stanno spostando il fronte sempre più a ovest.

Una bozza di accordo

Trump ha lasciato intendere di essere disposto a fornire armamenti a Kiev in cambio dell’accesso alle risorse minerarie del Paese. All’Ucraina andrebbe bene, ma non è così semplice come sembra. Infatti, molti dei minerali che interessano agli USA si trovano nelle zone attualmente occupate dai russi o sotto minaccia diretta dell’avanzata. Così, la realizzazione dell’accordo dipende, almeno in parte, dagli scontri nell’est del Paese, dove le truppe di Mosca procedono lentamente ma con determinazione. Questo vale soprattutto per le terre rare, quei minerali ormai fondamentali per alcune industrie dell’alta tecnologia, comprese difesa ed energie rinnovabili, proprio ciò verso cui Trump si mostra più incline. Al momento, la maggioranza delle forniture di terre rare proviene dalla Cina. Dalla Casa Bianca, il presidente americano ha dichiarato: Stiamo cercando di concludere un accordo con gli ucraini in modo che per quello che diamo loro ci diano in cambio terre rare e altri beni.

Le terre rare

Giacimenti di terre rare sono stati individuati in diverse regioni dell’Ucraina. Tuttavia, come mostrano le mappe dell’ufficio geologico nazionale, l’agenzia ucraina che si occupa delle risorse minerarie, il grosso si trova presso la linea orientale del fronte. Nel Paese vi sono anche concentrazioni di minerali di valore come litio, cobalto e titanio. Kiev afferma di possedere le riserve più grandi d’Europa di titanio, elemento impiegato per fabbricare leghe usate per produrre navi e aerei, e di litio, usato per le batterie. Il progetto per la concessione delle risorse naturali agli alleati occidentali lo aveva inizialmente pensato Zelensky, che lo aveva inserito nel suo cosiddetto “piano per la vittoria”, presentato lo scorso autunno a Trump e alla dirigenza americana. La scorsa settimana il presidente ucraino ha confermato la disponibilità a dare agli USA la possibilità di sfruttare i siti minerari ucraini a patto di proseguire con le forniture di armi.

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Ci guadagnerebbero in due

Zelensky ha dichiarato ai giornalisti: In alcune delle nostre regioni si trovano notevoli accumuli di minerali utili. Siamo disposti a sfruttare queste risorse insieme ai nostri partner, coloro che ci aiutano a difendere la nostra terra e a fronteggiare il nemico con le loro armi, presenza e sanzioni. È assolutamente giusto. La proposta di Trump sullo scambio tra minerali e assistenza militare è simile a quanto diceva durante il suo primo mandato a proposito degli enormi giacimenti dell’Afghanistan che potevano servire a ripagare gli USA della guerra che combattevano laggiù. Gli esperti occidentali però si esprimono con scetticismo riguarda alla possibilità di estrarre in tempi brevi i minerali dall’Ucraina, soprattutto i metalli rari.

L’opinione degli esperti

Wolf-Christian Paes, collaboratore del centro studi britannico International Institute for Strategic Studies specializzato in conflitti armati, sostiene che l’ostacolo principale sia il posizionamento di tali giacimenti proprio nelle aree prese dai russi o comunque molto vicino al fronte. Dunque tali riserve sono impossibili da sfruttare. Il cessate-il-fuoco non basta, perché senza una pace stabile vi sarebbero ostacoli verso l’accesso a tali risorse. Bisogna poi considerare che è molto costoso estrarre i metalli delle terre rare. Inoltre i depositi già noti sono molti meno in Ucraina che negli USA. A dirlo è George Ingall, analista di prezzi del Benchmark Minerals Intelligence. Il politologo ed ex deputato ucraino Vadim Denisenko spiega che l’idea consiste nell’aprire allo sfruttamento delle risorse ucraine da parte degli alleati occidentali dopo i negoziati: Se vi sarà un vero accordo di pace, allora non vi saranno problemi in proposito.

Spese per l’assistenza

L’assistenza militare degli USA, coi missili a lungo raggio, i moderni sistemi di difesa anti-aerea e la costante fornitura di munizioni da artiglieria, rappresenta da tre anni un fattore importante che aiuta l’Ucraina a contenere l’impeto russo. Se Trump la interrompe, come più volte asserito nel corso della campagna elettorale, Kiev sarebbe in breve sull’orlo del collasso. Oggi il presidente americano si sta mostrando disponibile a continuare il sostegno almeno finché gli USA ne ricavino qualcosa in cambio. Parla però anche di diminuire il peso finanziario dell’assistenza militare all’Ucraina. Infatti, oltre allo scambio armi/minerali, ha criticato gli alleati europei che non contribuiscono a sufficienza soprattutto sul piano delle spese. Ha infatti detto che devono pagare almeno quanto noi. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha definito le parole di Trump come una proposta all’Ucraina di acquistare gli aiuti piuttosto che riceverli gratuitamente. Sarebbe certamente meglio non dare proprio assistenza, ha aggiunto.



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