Pensare alla Toscana significa immaginarsi seduti a tavola, immersi in un panorama di colline, vigneti, uliveti e pascoli. Questa regione si conferma un punto di riferimento per la Dop Economy, che nel 2023 ha registrato un valore vicino ai 200 milioni di euro, con un incremento del 7,4%. Un risultato trainato dalla produzione certificata di carni fresche, salumi, formaggi, olio extravergine, pasticceria e ortofrutta. Un dato significativo è che circa il 50% delle eccellenze agroalimentari toscane proviene da aziende agrituristiche, che rappresentano un legame naturale tra cucina, tradizione e turismo rurale.
Tuttavia, il successo della Dop Economy toscana è messo a rischio da fenomeni come l’italian sounding e l’agropirateria, che generano un giro d’affari illecito superiore ai 7 miliardi di euro. A evidenziare questi dati è Coldiretti Toscana, in occasione dell’apertura del salone della Dop Economy a Taste 18, alla Fortezza da Basso, evento in cui è stata presentata la prima classifica dell’impatto economico delle indicazioni geografiche nelle province toscane.
Il valore delle IG e le sfide del settore
“La Dop Economy rappresenta una colonna portante dell’agroalimentare Made in Tuscany, garantendo una remunerazione equa per gli agricoltori grazie a disciplinari rigorosi”, sottolinea Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana. Tuttavia, il sistema presenta ancora forti squilibri: su 100 euro di spesa, solo 7 rimangono nelle tasche degli agricoltori.
Negli ultimi anni, Coldiretti ha combattuto per una maggiore trasparenza e per contrastare lo strapotere della grande distribuzione, supportando l’introduzione della legge contro le pratiche commerciali sleali. Un nodo cruciale è il sistema doganale, che permette a prodotti di origine estera di ottenere il marchio “Made in Italy” dopo una minima lavorazione sul territorio nazionale. “Questo meccanismo va abolito, così come è necessario indicare l’origine dei prodotti sull’etichetta, per garantire maggiore trasparenza ai consumatori”, aggiunge Cesani.
A tal fine, è stato siglato un protocollo salva Made in Tuscany, che coinvolge la Prefettura di Livorno, le Dogane, l’Autorità Portuale e il ministero dell’Agricoltura, con l’obiettivo di proteggere il mercato locale. Il porto di Livorno, principale scalo della regione, gestisce un quarto delle importazioni agroalimentari, per un valore di 600 milioni di euro.
Una nuova difesa per le IG: la riforma europea
Per rafforzare la protezione delle Indicazioni Geografiche, nell’aprile 2023 è entrata in vigore una riforma comunitaria che affida maggiore potere ai Consorzi di Tutela, proteggendo meglio le IG da contraffazioni, soprattutto online. Tra i prodotti più colpiti dall’agropirateria digitale spicca l’olio extravergine Toscano IGP, che rappresenta il 7% delle azioni di contrasto sul web.
“Questa riforma rappresenta una svolta per la tutela del Made in Tuscany nel mercato globale”, afferma Cesani. Tuttavia, molte eccellenze agroalimentari regionali rimangono confinate in una dimensione locale, con volumi produttivi limitati che ostacolano l’espansione commerciale. Un potenziale inespresso che, secondo Coldiretti, potrebbe essere valorizzato attraverso il rilancio delle piccole IG e l’incremento delle imprese giovanili nel settore agricolo.
La classifica delle province toscane più forti nella Dop Economy
Il primato per il maggior impatto economico delle produzioni Dop e Igp spetta a Grosseto, con 48,1 milioni di euro, in crescita del 20,5%. Seguono:
- Siena – 42,9 milioni di euro (+6,6%)
- Firenze – 30,2 milioni di euro (+16,6%)
- Arezzo – 27,8 milioni di euro (-6,1%)
- Pistoia – 10,9 milioni di euro (+30,8%)
- Pisa – 9,2 milioni di euro (+6,5%)
- Massa Carrara – 8,5 milioni di euro (-29,3%)
- Prato – 6,8 milioni di euro (-12%)
- Livorno – 4,9 milioni di euro (+19,9%)
- Lucca – 2,7 milioni di euro (+18,2%)
Le eccellenze toscane: tra crescita e rischi
Mentre prodotti come l’olio Toscano IGP registrano una crescita del 50%, altre eccellenze rischiano di scomparire. È il caso del Pecorino delle Balze Volterrane DOP, la cui produzione è minacciata dalla riduzione del numero di allevatori. Oggi, ne resta solo uno a custodire la tradizione di questo formaggio unico.
Tra i prodotti più redditizi della Dop Economy toscana troviamo:
- Cantuccini Toscani IGP – 43 milioni di euro
- Olio Toscano IGP – 26 milioni di euro
- Carni fresche IG – 20 milioni di euro (di cui 3 milioni dalla Cinta Senese DOP)
- Pane Toscano DOP – 2,6 milioni di euro
- Ricciarelli di Siena IGP – 2,3 milioni di euro
- Panforte di Siena IGP – 1,9 milioni di euro
La Dop Economy toscana continua a rappresentare un pilastro dell’agroalimentare nazionale, ma per mantenere la sua leadership è necessario contrastare la concorrenza sleale e promuovere strategie di valorizzazione delle eccellenze locali. Il futuro del Made in Tuscany dipende dalla capacità di innovare e proteggere la propria identità.
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