L’Italia ce la farà anche questa volta?

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Si chiude una settimana densa di dati importanti, dopo quella che ha visto le decisioni sui tassi della Fed e della Bce. Dati che hanno visto una leggera ripresa della manifattura dell’Europa (il PMI manifatturiero di gennaio è salito a 46.1 punti da 45.1 di dicembre), che rimane tuttavia nella zona di recessione sotto i 50 punti. Cresce però anche l’inflazione di gennaio, che raggiunge il 2.5% (dal 2.4% di dicembre). Potrebbe sembrare poca cosa, ma gli investitori temono che rappresenti un cambio di tendenza.

Di diverso tenore la manifattura degli Stati Uniti, il cui Pmi di gennaio cresce a 51.2 punti (da 49.4 di dicembre), scavallando la fatidica soglia dei 50 punti. Ovviamente il miglioramento necessita di ulteriori conferme, ma la tendenza è sicuramente importante. Inoltre, diminuisce ancora la disoccupazione in gennaio, che scende al 4% (dal 4.1% di dicembre).
Cresce dell’1,6% l’indice delle large caps, Ftse Mib, che raggiunge i massimi dal 2018, mentre calano ancora sia l’indice dei titoli star, Ftse Italia Star, che lascia sul campo lo 0,35% e quello delle micro caps, Ftse Italia Growth, dello 0.3%

A livello di titoli, continua la performance positiva settimanale di Iveco Group (+19,02%), dopo che il management del gruppo ha fornito le stime per l’intero 2025 sulla base delle attuali prospettive del settore del portafoglio ordini: i ricavi netti delle attività industriali (incluso gli effetti della conversione delle valute) sono previsto stabili rispetto al 2024, mentre l’Ebit adjusted consolidato è atteso tra 0.98 e 1.03 miliardi di euro (0.982 miliardi di euro nel 2024). Il free cash flow delle attività industriali è stimato tra i 400 e i 450 milioni di euro. Inoltre, il consiglio d’amministrazione ha comunicato che sta valutando di separare, nel corso del 2025, il business Defence di Iveco Group, che comprende i marchi IDV e Astra e le relative attività, attraverso uno spin-off. Secondo il management questa separazione semplificherebbe la struttura del gruppo, accrescerebbe la focalizzazione del management e creerebbe flessibilità strategica.

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Secondo miglior titolo della settimana Telecom Italia (+12,51) dopo la promozione degli analisti di Kepler Cheuvreux che hanno incrementato a 0,35 euro il target price e migliorato il rating a buy.
Medaglia di bronzo per Buzzi (+10,33%). Negli ultimi giorni hanno continuato a rincorrersi le voci su una possibile integrazione industriale tra le attività consumer di Tim e la francese Iliad. Nel mercato delle telecomunicazioni, Tim Italia è al centro di voci su possibili cessioni e joint venture, che hanno portato a un aumento dei titoli in Borsa. Gli analisti, tuttavia, sono cauti e sottolineano la mancanza di conferme ufficiali e la complessità delle operazioni ipotizzate.

Peggior titolo della settimana Nexi (-9,39%), dopo i rumors che Bain Capital e Advent (che hanno complessivamente il 18% del capitale) starebbero sondando gli investitori per una possibile uscita che, al momento, starebbero effettuando attraverso vendite sul mercato.
Maglia nera anche per Campari, che lascia sul terreno il -7,17%, soprattutto a causa dell’effetto possibili dazi verso l’Europa e l’Italia, visto che circa 70% dei ricavi della società generati negli Stati Uniti sono importati dall’Europa e dal Messico (la parte rimanente arriva da Giamaica e Canada).

Terzo peggior titolo Prysmian (-6,16%), dopo che gli analisti di Morgan Stanley hanno limato il target price portandolo a 64 euro per azione (dai 65 euro), confermando il rating “Equalweight”.
Siamo di fronte ad un momento cruciale per l’economia italiana.

Tra sfide complesse e opportunità straordinarie, il nostro Paese sta percorrendo un sentiero di trasformazione economica che promette rinnovamento e crescita. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta la nostra bussola, indicando direzioni strategiche per investimenti intelligenti e sostenibili. Ma cosa significa questo concretamente per gli investitori e per il futuro economico dell’Italia?

L’economia italiana sta attraversando una fase di transizione complessa, caratterizzata da segnali contrastanti. Dopo le profonde turbolenze generate dalla pandemia, stiamo assistendo ad una graduale ripresa che richiede tuttavia interventi strutturali mirati. La sfida di modernizzazione su cui è chiamata l’Italia tocca più fronti. La transizione digitale, la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica rappresentano i pilastri su cui stiamo costruendo un nuovo modello di sviluppo economico.
Il Pnrr diventa in questo contesto lo strumento strategico per rilanciare gli investimenti, stimolare la competitività, favorire l’inclusione sociale e accelerare la trasformazione verde e digitale. Nonostante le difficoltà, che caratterizzano il nostro sistema paese, il sistema produttivo italiano dimostrano una notevole capacità di adattamento. Le nostre PMI, il tessuto imprenditoriale diffuso e la capacità di innovazione rappresentano asset strategici su cui continuare a investire.

La capacità di rispondere alle sfide globali, dall’energia alla digitalizzazione, sarà determinante per consolidare la ripresa economica nei prossimi anni. Guardando al futuro, siano cautamente ottimisti. Le riforme strutturali, gli investimenti mirati e una maggiore integrazione europea possono rappresentare le leve per una crescita sostenibile e inclusiva.
Quali sono i settori più dinamici promettenti per i prossimi anni? Nel panorama economico italiano, alcuni settori si distinguono come veri e propri motori di crescita e innovazione. I risultati della nostra analisi hanno individuato alcune aree strategiche che promettono di trasformare radicalmente il tessuto produttivo nazionale. Non si tratta solo di opportunità di investimento, ma di vere e proprie sfide di sistema che ridisegneranno la competitività del nostro Paese.

palazzo chigi - dal sito del Governo

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Energia Rinnovabile: La Rivoluzione Verde. Le energie rinnovabili rappresentano un comparto cruciale per il nostro futuro economico. Con investimenti stimati intorno ai 50 miliardi di euro attraverso il PNRR, questo settore offre prospettive straordinarie. Solare, eolico e tecnologie green stanno diventando non solo alternative, ma vere protagoniste della transizione energetica. Investire in questo comparto significa cavalcare un’onda di innovazione che promette rendimenti significativi e impatto sociale positivo.

Digitalizzazione: L’Infrastruttura Immateriale. La trasformazione digitale sta ridisegnando ogni aspetto del nostro sistema economico. Con circa 24 miliardi di euro destinati a progetti di innovazione tecnologica, stiamo costruendo un’infrastruttura immateriale che abiliterà nuovi modelli di business. Cybersecurity, cloud computing e intelligenza artificiale non sono più settori di nicchia, ma driver fondamentali di competitività e crescita.

Salute e Tecnologia: Un Binomio Strategico. Il comparto sanitario sta vivendo una profonda metamorfosi, accelerata dall’esperienza pandemica. Gli investimenti in salute digitale, telemedicina e tecnologie innovative rappresentano un’opportunità unica. Stiamo parlando di un settore che coniuga innovazione tecnologica, bisogni sociali e potenziale di crescita economica. La sanità del futuro sarà sempre più personalizzata, connessa e accessibile, aprendo nuovi orizzonti per imprenditori e investitori lungimiranti.

Siamo di fronte a un momento cruciale per la crescita economica italiana, caratterizzato da dinamiche complesse e opportunità di rinnovamento. Le previsioni per i prossimi anni delineano uno scenario di cautela e potenziale sviluppo, con prospettive che richiedono un’analisi attenta e strategica.

La vera sfida sarà intercettare questi trend non come semplici osservatori, ma come protagonisti attivi della trasformazione. Il Pnrr ci offre una cornice strategica, con investimenti mirati che possono moltiplicare le opportunità per imprese e investitori. Stiamo parlando di un’occasione unica per ridisegnare il nostro modello economico, puntando su innovazione, sostenibilità e competitività internazionale. Non possiamo nascondere le sfide che ci attendono. L’inflazione, seppur in progressiva riduzione, continuerà a esercitare pressioni sui consumi e sul potere d’acquisto delle famiglie. Il mercato del lavoro richiederà interventi strutturali, soprattutto per abbassare il tasso di disoccupazione giovanile, attualmente superiore al 25%. Tuttavia, questi elementi critici rappresentano anche opportunità di ripensamento e rilancio del nostro modello economico, con particolare attenzione all’innovazione e alla formazione professionale.

Antonio Tognoli testina

Antonio Tognoli

Ho iniziato a lavorare come analista finanziario nel 1983, occupandomi di economia e politica economica e nel frattempo mi sono laureato in scienze bancarie, finanziarie e assicurative. Oggi mi occupo di analisi macroeconomica all’interno di Corporate Family Office – CFO SIM. Giornalista pubblicista, docente ai corsi post laurea de “24Ore Business School” e dell’Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria – AIAF e co-autore del libro Analisi Finanziaria e Valutazione Aziendale, a cura di Franco Pedriali.

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