Ottant’anni verso il futuro – Manageritalia

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La nostra Organizzazione compie 80 anni, durante i quali è stata protagonista, insieme ai manager, della ripresa e dello sviluppo del Paese, nonché della crescita e della tutela del management, del mondo del lavoro e dell’economia. Un ruolo da innovatori che ci rende, insieme ai manager, determinanti per il futuro.

Era il 9 aprile 1945. Roma, una città ancora segnata dal conflitto mondiale, si preparava a riemergere dalle macerie. In quei giorni, precedenti la liberazione dell’Italia e la fine della guerra, in vista della ricostruzione, un gruppo di dirigenti prende una decisione destinata a lasciare il segno: firmare l’atto costitutivo di Andac (Associazione nazionale dirigenti aziende commerciali). Un gesto semplice ma straordinario, simbolo della volontà di guardare avanti, rappresentare e supportare i dirigenti nelle sfide professionali e contribuire attivamente con loro alla rinascita del Paese.

Le radici di una visione

Il 1947 segna poi il primo passo verso l’organizzazione moderna: Andac diventa Fendac (Federazione nazionale dirigenti aziende commerciali), una struttura federale capace di raccogliere sotto un unico tetto le varie associazioni territoriali che stavano nascendo. Era l’inizio di una storia che avrebbe cambiato il modo di intendere il lavoro manageriale, il welfare e la contrattualistica. A dimostrazione della capacità di innovare, nel 1948 nasce il Fasdac, il primo sistema di assistenza sanitaria per i dirigenti, a quel tempo non compresi nell’assistenza pubblica, un passo pionieristico per un welfare ancora agli albori.

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Quell’impegno iniziale si trasforma poi in altre azioni concrete: tra il 1948 e il 1949 vengono firmati i primi contratti collettivi per i dirigenti di commercio, trasporti e spedizioni, a cui sono seguiti, nel 1960, quelli per i dirigenti di alberghi, magazzini generali e agenzie marittime. Nel 1956 nasce il Fondo di previdenza Mario Negri, mentre nel 1979 prende forma una copertura previdenziale individuale, che sarebbe evoluta nel 1997 nell’Associazione Antonio Pastore. È invece del 1974 la nascita del Giornale del dirigente, oggi Dirigente – La rivista di Manageritalia.

Crescita, innovazione e prossimità

Negli anni, la nostra Organizzazione si rafforza sia a livello locale che nazionale, costruendo una rete capillare di associazioni territoriali per essere sempre più vicina ai propri iscritti. La struttura operativa si arricchisce poi con l’azienda di servizi Fendac Servizi (1981) e l’intermediario assicurativo Assidir (1990), per rispondere alle crescenti esigenze strategiche e operative. Nel 1992 viene inserito nel contratto dirigenti il Cfmt (Centro di formazione management del terziario), per garantire aggiornamento e formazione continua. La capacità di adattarsi a nuovi scenari si manifesta ancora nel 1998 con la creazione della Cassa interaziendale sanitaria Carlo De Lellis, dedicata al personale non dirigente delle aziende, e nel 2001 con l’apertura ai quadri e alle alte professionalità, preludio al rebranding di Fendac in Manageritalia del 2003.

L’impegno sociale

La visione di Manageritalia si è sempre spinta oltre il presente. Nel 2012 è nata Prioritalia, oggi trasformata in Fondazione, per promuovere l’impegno sociale dei manager. Nel 2015, con XLabor, sono stati integrati servizi per lo sviluppo e la transizione di carriera, mentre nel 2019 è stata istituita la 14esima associazione per gli executive professional. Ogni passo ha rafforzato il ruolo dei manager come promotori di cambiamento.

Il management che fa la storia

Dal dopoguerra a oggi, i manager italiani e chi li rappresenta sono stati protagonisti delle grandi trasformazioni del Paese. Negli anni 50 e 60 hanno guidato il boom economico e l’industrializzazione. Durante le crisi energetiche degli anni 70 hanno gestito ristrutturazioni e innovazioni. Con la globalizzazione e la digitalizzazione hanno assunto un ruolo chiave nell’internazionalizzazione e nella sostenibilità. Oggi, i manager sono alla guida della transizione ecologica e digitale, affrontando sfide globali con competenze nuove e una visione che guarda al futuro.

80 anni di evoluzione, responsabilità e innovazione

L’80esimo anniversario di Manageritalia celebra un cammino fatto di coraggio, innovazione e responsabilità. Ogni traguardo è stato un punto di partenza per guardare avanti. I 100 anni sono ormai all’orizzonte, ma lo spirito che animò quei dirigenti nel 1945 è più vivo che mai: costruire un futuro migliore per il lavoro, per il management e per il Paese.

Il ruolo dei manager e di Manageritalia per lo sviluppo del Paese

I manager e Manageritalia, l’organizzazione che li rappresenta, hanno un ruolo cruciale nel promuovere uno sviluppo strutturale, sostenibile e inclusivo, favorendo l’innovazione e adattando il mondo del lavoro e dell’economia alle nuove sfide. Per costruire il futuro è, infatti, indispensabile puntare, a favore di tutti, sulle competenze e sull’innovazione, sulle categorie produttive e sul lavoro e su alcuni fattori determinanti per la ripresa.

Promuovere la crescita sostenibile

Gli obiettivi ambientali, sociali e di governance (Esg) vanno integrati nelle politiche aziendali per favorire un’economia più sostenibile e resiliente. Bisogna anche implementare modelli di gestione che riducano sprechi e ottimizzino l’uso delle risorse, creando valore a lungo termine.

Favorire l’inclusione di persone e territori

È cruciale promuovere politiche di inclusione che garantiscano parità di opportunità per genere, età, etnia e background socioeconomico a fronte di una popolazione in calo che cambia non solo a livello anagrafico. Questo significa creare ambienti di lavoro diversificati e giusti, adattandosi a una popolazione in continua evoluzione. Inoltre, è importante ridurre il divario territoriale e incentivare la crescita equilibrata tra le regioni, prestando particolare attenzione alle aree meno sviluppate.

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Guidare l’innovazione

Investire nella formazione e nell’implementazione di tecnologie avanzate come il digitale, l’intelligenza artificiale, i big data e l’automazione è essenziale. Bisogna anche collaborare con startup, università e centri di ricerca per creare sinergie e sviluppare nuovi modelli di business innovativi.

Plasmare il lavoro del futuro

È necessario sviluppare modelli organizzativi flessibili, come lo smart working e il lavoro agile, per aumentare produttività e benessere. Inoltre, è fondamentale integrare politiche di welfare, sia pubbliche che contrattuali e aziendali, che includano sanità, previdenza e supporto alla crescita professionale, al reskilling e all’employability. Puntare a un welfare sempre più globale e integrato, capace di supportare e tutelare i lavoratori e le loro famiglie.

Aumentare la produttività

Serve una forte innovazione organizzativa e una gestione manageriale per ridisegnare i processi aziendali, massimizzando l’efficienza, riducendo i costi e generando qualità a tutti i livelli. Creare un clima lavorativo positivo, che dia un senso al lavoro e favorisca la realizzazione delle persone, motivandole e stimolando creatività e impegno, è altrettanto determinante per incrementare i
risultati aziendali. A maggior ragione, qui, è fondamentale investire nella formazione continua e nello sviluppo delle competenze.

Essere agenti del cambiamento culturale

Serve una leadership responsabile, che guidi il cambiamento etico e innovativo. Va anche sensibilizzata tutta la business community e la società sull’importanza della sostenibilità e dell’inclusione per il futuro economico e sociale.

Collaborare con le istituzioni

È fondamentale che chi rappresenta i manager partecipi attivamente e porti il loro contributo alla definizione di politiche che incentivino la crescita economica sostenibile e l’innovazione nel mondo del lavoro. Serve agire come un ponte tra il mondo imprenditoriale e le istituzioni per promuovere riforme favorevoli a una crescita sostenibile e inclusiva.

Dare centralità all’Italia produttiva e al ceto medio

Bisogna costruire, valorizzare e puntare sulle competenze e sulla formazione continua. Ridurre la pressione fiscale sul ceto medio alto, unico contributore dello stato sociale, e combattere l’evasione fiscale. Bisogna puntare su chi, aziende e lavoratori, può creare nuovi business ad alto valore aggiunto, creare posti di lavoro stabili e di qualità. Bisogna coinvolgere attivamente le organizzazioni sindacali nel dialogo sociale. Queste misure sono la premessa per una crescita sostenibile ed equa per l’intero Paese. Oggi, quindi, i manager, attraverso una leadership etica e innovativa, e Manageritalia, come rappresentante strategico, vogliono e devono plasmare un futuro che coniughi crescita economica, tutela sociale e rispetto ambientale. L’obiettivo è costruire un Paese competitivo, giusto e in grado di affrontare le sfide globali del lavoro e dello sviluppo sostenibile.

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