Sisma 2016, la ricostruzione accelera: conclusi 2.036 cantieri e 6 famiglie su 10 rientrate a casa. Ecco i numeri

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Ci sono ancora 809 nuclei familiari che usufruiscono dei contributi per l’autonoma sistemazione, pari a 1.772 persone. A questi si aggiungono le 671 Sae (soluzioni abitative emergenziali, le cosiddette casette) ancora occupate delle 776 attivate nei comuni di Cascia, Norcia e Preci subito dopo il sisma del 2016. Sono i dati dell’ultimo report sulla ricostruzione in Umbria. Nel 2017 i contributi economici mensili alle famiglie che hanno trovato autonomamente soluzioni abitative alternative riguardavano 5.661 soggetti per 2.352 nuclei. Vuol dire che ad oggi uno su tre ne ha fatto a meno ed è quindi tornato a vivere nella propria casa. In generale più della metà di chi ha dovuto lasciare gli immobili – famiglie e attività economiche – è riuscito a rientrare.

Si perché nonostante le difficoltà la ricostruzione privata ha registrato un’importante accelerazione. “Dal 2016 i cantieri avviati sono stati 3.439 di cui 2.036 già conclusi: 6 famiglie e attività economiche su 10 sono già ritornate nelle proprie abitazioni o nei propri luoghi di lavoro”, è riportato nell’atto. A fronte di un totale di 5.116 istanze presentate all’Ufficio speciale ricostruzione dell’Umbria, 3.492 risultano concesse, 920 rigettate o archiviate su istanza di parte. Si precisa che 711 istanze di danno lieve sono di competenza dei comuni di Spoleto, Cascia e Norcia in forza delle disposizioni dell’ordinanza commissariale 99/2020. “La ricostruzione leggera – è scritto nel report della Regione Umbria – è ormai avviata alla conclusione, con una percentuale di evasione pari a circa il 92% del totale delle istanze presentate. La ricostruzione pesante prosegue con ritmo sostenuto con una percentuale di evasione pari a circa l’80% del totale delle istanze presentate in forma completa”. Lo stato di attuazione della ricostruzione che compete all’Usr Umbria è rappresentata da una percentuale pari all’87%: ciò equivale a dire che su 10 istanze presentate 9 sono state evase. Quanto agli importi richiesti con le istanze di contributo, in Umbria, al 31 dicembre 2024, sono pari a 1.857.544.274,56 euro di cui 1.175.937.943,32 concessi e 670.795.587,29 liquidati. Nel solo 2024 sono stati liquidati complessivamente 206.081.813,05 euro.

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Danni lievi

Dall’inizio della ricostruzione al 31 dicembre 2024, sono pervenute all’Usr Umbria 3.024 istanze di contributo per i danni lievi, di cui 711 sono in carico ai comuni di Cascia, Norcia e Spoleto che, secondo le previsioni dell’Ordinanza commissariale 99/2020, a partire dalla fine di ottobre del 2020 gestiscono l’istruttoria dei danni lievi. Delle predette istanze, 2.287 sono state accolte e ad esse ha fatto seguito il decreto di concessione contributiva, mentre 501 sono state respinte o archiviate su istanza di parte.

Danni gravi

Sempre al 31 dicembre 2024 le pratiche presentate in Umbria relative ai danni gravi sono 2.092. Tra le pratiche complete, 1.205 sono state accolte, 419 rigettate e 468 risultano in istruttoria. Nel solo 2024 sono state evase il 16% delle istanze di ricostruzione pesante dall’inizio dell’attività dell’Usr nel 2017. “Dall’analisi dei dati – viene sottolineato nel documento – emerge che l’attuazione degli interventi di ricostruzione privata in Umbria ha avuto, a partire dal 2020, una importante accelerazione nonostante un contesto congiunturale complesso per le difficili dinamiche del mercato dell’edilizia innescate dalle detrazioni del 110% sulle ristrutturazioni e che hanno determinato nelle aree del cratere una forte carenza di tecnici e di imprese, nonché il fortissimo incremento dei prezzi dei materiali da costruzioni e di molti materiali indispensabili per l’edilizia”. Non solo. C’è stato l’aumento dei prezzi dell’energia e di altre materie prime a seguito del conflitto tra Ucraina e Russia e in Medio Oriente. E ancora: la carenza di organico e l’aumento del carico delle responsabilità sia presso gli Usr che nei comuni a cui il legislatore ha delegato alcune istruttorie. L’emergenza sanitaria (Covid) negli anni 2020-2022 ha avuto anche riflessi sui cantieri edili. Nondimeno le continue modifiche delle norme relative agli appalti delle opere pubbliche e dei beni culturali hanno causato ulteriori rallentamenti.



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