Donald Trump si affida a una citazione di un testo religioso: «Come dice la Bibbia, “beati gli operatori di pace”. Mi auguro che quando tutto finirà, la mia eredità sarà conosciuta come quella di un pacificatore e unificatore». Il presidente americano lo scrive su X, ma il collegamento è inevitabile con le altre parole contenute in una intervista esclusiva concessa al New York Post, in cui ha rivelato di avere avuto contatti con Vladimir Putin e che anche il leader russo è favorevole alla fine della guerra «perché non vuole altri morti». Dopo quasi tre anni di un conflitto cominciato il 24 febbraio 2022 con l’invasione dell’Ucraina ordinata dal Cremlino, questa preoccupazione per le vittime attribuita al presidente russo appare sorprendente.
NUMERI
Trump nell’intervista ha fornito anche delle cifre che non coincidono con quelle conosciute fino ad oggi e diffuse anche da fonti indipendenti: parla di due milioni di morti sia fra i russi sia fra gli ucraini, mentre i numeri dovrebbero essere, per quanto spaventosi, più bassi. Ma quello che conta è il significato generale delle frasi del presidente Trump, perché arrivano a pochi giorni dalla Conferenza di Monaco (dal 14 al 16 febbraio) dove la Casa Bianca potrebbe presentarsi con un piano di pace ben definito, illustrato da Keith Kellogg, rappresentante speciale di Trump per l’Ucraina.
Putin non ha respinto la mano tesa dal presidente americano. Il Cremlino si è limitato a commentare a proposito del presunto colloquio tra i due presidenti: «Non possiamo né confermare né smentire». Non è un mistero che in questa fase, con l’economia russa sempre più in crisi e una soluzione sul campo che non si vede all’orizzonte, anche a Vladimir Putin convenga un accordo che gli conceda tutti o parte dei territori occupati e assicuri che l’Ucraina non entrerà nella Nato. D’altra parte è lo stesso Trump a ripetere, senza specificare se i recenti colloqui siano avvenuti prima o dopo la sua vittoria alle presidenziali: «Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Putin».
E Kiev? Anche Zelensky sa che gli ucraini sono stanchi del conflitto e potrebbe approfittare dell’occasione offerta dal presidente americano, con cui sta dialogando sulla concessione delle terre rare presenti in Ucraina. Chi rischia di restare schiacciata è l’Europa, per ora esclusa dalle trattative, nonostante il presidente americano poi chieda un impegno per garantire la pace futura, che significa truppe e fondi.
Ma ripartiamo dall’intervista di Donald Trump per comprendere meglio cosa abbia detto il presidente prima della sua partecipazione al Super Bowl. La conversazione con il giornalista del New York Post (tabloid che fa capo al gruppo Murdoch) è avvenuta a bordo dell’Air Force One. «Ho parlato con Putin, ma è meglio non dire quante volte – ha spiegato – Ho un piano per porre fine alla guerra. Putin vuole vedere la gente smettere di morire. Tutti quei morti… Giovani, persone bellissime. Sono come i tuoi figli, due milioni di loro… e sono morti senza motivo. Questa guerra, che dura da quasi tre anni, non sarebbe mai accaduta se fossi stato presidente nel 2022. Biden è stato un imbarazzo per la nostra nazione. Un imbarazzo completo. Spero che il mio piano sia veloce. Ogni giorno le persone muoiono. Questa guerra è terribile per l’Ucraina. Voglio porre fine a questa dannata cosa». Poi, indicando il consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, che sull’Air Force One, durante la conversazione con il giornalista del New York Post, ha aggiunto: «Facciamo partire questi incontri. Vogliono incontrarsi».
Trump ha anche ipotizzato che presto vedrà il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Non solo: il vicepresidente americano JD Vance, nel suo primo viaggio in Europa, incontrerà a Monaco proprio Zelensky, nel corso della conferenza sulla sicurezza che si svolgerà questa settimana. Il leader ucraino, però, l’altro giorno ha detto di non credere alla reale volontà di Putin di iniziare i negoziati: «I rapporti dell’intelligence confermano che la Russia sta creando nuove divisioni e sviluppando nuovi impianti di produzione militare. Ora stanno aumentando il loro esercito di oltre 100 mila soldati. Tutti i partner della Nato dovrebbero saperlo e rendersene conto. Ciò significa una cosa semplice: Putin si sta preparando non per i negoziati, non per la pace, ma per la continuazione della guerra, e non solo contro l’Ucraina».
COMUNICAZIONI
E il Cremlino? Il portavoce ha usato una formula prudente, ma non di chiusura al piano di Trump e al dialogo con gli Stati Uniti: «Ci sono diverse comunicazioni in corso con l’estensione del lavoro di questa amministrazione. E queste comunicazioni avvengono attraverso canali diversi».
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