Convegno su“La Giustizia Riparativa un approccio nuovo ed inclusivo”

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“La Giustizia Riparativa – un approccio nuovo ed inclusivo”, questo il titolo del convegno organizzato a Roma da LEX – Istituto per la ricerca giuridico-economica presso il Circolo magistrati della Corte dei conti.

Il convegno si è aperto con i saluti istituzionali di Stefano Castiglione, Presidente del Circolo, che ha presentato i relatori e sottolineato la vocazione del sodalizio nel dare spazio ad eventi su temi di maggiore interesse pubblico come quello sulla Giustizia Riparativa, che nella prassi giudiziaria sta riscuotendo sempre più vasta attenzione.

I relatori. Da sinistra: Salvatore Sciullo, Francesco Paolo Marinaro, Roberto Serrentino, Roberta Palmisano, Pasquale Bronzo e Monica Paternesi.

Roberto Serrentino, Presidente di LEX, ha introdotto gli argomenti salienti che ineriscono all’iter della Giustizia Riparativa, quale modo di rimettere la vittima al centro con una partita che si gioca sul campo della compassione e della comprensione. Per evidenziare un caso concreto, ha, quindi, citato una precorritrice sin dal 2009 di un processo di Giustizia Riparativa, Agnese, figlia di Aldo Moro, la quale, dopo una vita vissuta “sotto la dittatura del passato”, si è più volte definita “una utente felice della giustizia riparativa”. Ma la Giustizia Riparativa può avere anche altri effetti positivi, come favorire lo svuotamento delle carceri (nel 2024 al 132%, con 90 suicidi e già 8 nel 2025), la possibilità rieducativa del detenuto e il recupero di fiducia nei confronti della magistratura.

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Roberta Palmisano, Presidente di sezione in Corte di Appello e Coordinatrice dell’Osservatorio per la Giustizia di Comunità, tra i massimi esperti di questa materia, ha tracciato la genesi della Giustizia Riparativa, che nella visione anglosassone nasce molti anni prima della Riforma Cartabia per essere poi trattata da un ufficio apposito presso il DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) e approdare finalmente ad una specifica regolamentazione normativa. Alcune riserve ha espresso sull’inserimento della Giustizia Riparativa nell’ambito del processo penale, soffermandosi sulla figura fondamentale dei Mediatori e della loro competenza.

Pasquale Bronzo, docente di procedura penale alla Sapienza di Roma, ha sottolineato come la giustizia non si occupi di quello che succede alle persone (vittima e reo), dei rapporti interpersonali e delle comunità. L’inserimento della Giustizia Riparativa nel processo è sfidante, ma è un iter parallelo perché il processo continua, per quanto esista in diritto un’unica eccezione. Ha evidenziato anche l’equiprossimità del Mediatore tra reo e vittima, citando come in processi di mafia e di criminalità organizzata vi siano stati già diversi casi di percorsi di Giustizia Riparativa.

Francesco Paolo Marinaro, Sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ha chiarificato come la Giustizia Riparativa debba necessariamente essere un percorso di assoluta volontarietà da parte di chi ha commesso il reato e come la figura del Mediatore, con la sua formazione e credibilità, sia fondamentale in questo iter. Si è, quindi, soffermato sulle diversità tra la mediazione penale e la messa alla prova.

Salvatore Sciullo, Vicepresidente della Camera Penale di Roma, ha concluso come la Giustizia Riparativa sia un paradigma complementare alla giustizia penale, che dà, rispetto a questa, una risposta diversa ai conflitti nascenti dal reato. Il concetto di riparazione è nuovo e diverso da quello di punizione e pure di rieducazione e non deve essere confuso con l’idea prestazionale e risarcitoria degli esiti conciliativi come sin qui intesi. La Giustizia Riparativa, infatti, nasce, spontaneamente, all’interno della società, proprio per rispondere ad un bisogno di definizione diversa, ma non necessariamente alternativa, anzi complementare, rispetto a quella offerta dal sistema penale, delle questioni derivanti dal reato.

I lavori del Convegno hanno visto il contributo di Monica Paternesi, Caporedattrice aggiunta dell’ANSA, che ha moderato il dibattito.

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