“Il lato oscuro del bancomercato: meno sportelli, meno bancomat, più disagi per i cittadini”: così Huffington Post titola l’approfondimento del Segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, sottolineando che “Il superamento delle soglie di concentrazione potrebbe determinare nuove chiusure degli sportelli bancari, con forti impatti sociali sulle famiglie, soprattutto al Sud”. Di seguito l’articolo integrale:
Il risiko bancario, stimolato dall’Opa di Banco Bpm su Anima, ha registrato ripetuti colpi di scena sino alla recentissima offerta pubblica di scambio di Bper su Banca Popolare di Sondrio. In soli 3 mesi, tra il 6 novembre ed il 6 febbraio, sono passate in serie davvero tante e inaspettate operazioni straordinarie, come mai prima in così poco tempo. Dopo l’acquisto del 5% da parte del Banco Bpm e del 4% da parte di Anima del capitale sociale di Mps, Unicredit ha lanciato una Ops su Banco Bpm, Banca Ifis una Opas su Illimity, Mps l’Ops su Mediobanca e Banca del Fucino ha comprato la Cassa di Risparmio di Orvieto. A eccezione di quest’ultima operazione, in tutti gli altri casi, dalle comunicazioni obbligatorie degli amministratori delle banche target, risulta che le offerte, o non sono state sollecitate, né preventivamente concordate, oppure sono considerate ostili e contrarie agli interessi della banca cosiddetta ‘Emittente’.
Insomma, nessuno ci sta a fare la preda e cerca di trasformarsi in cacciatore. Chi non può, cerca di difendersi nel perimetro consentito dalla disciplina della passivity rule. Non sappiamo se verranno formulati rilanci cash rispetto alle offerte carta contro carta, ma soprattutto non sappiamo come verrà ridisegnato il sistema bancario, finanziario e assicurativo dopo la girandola di tentativi di acquisizioni, considerate anche le incertezze legate alle autorizzazioni delle varie Autorità e al possibile utilizzo del Golden Power. È la mappa che uscirà dal risiko in corso, insomma, ciò che preoccupa di più. Il timore è che la desertificazione bancaria, che nell’ultimo trimestre 2024 ha raggiunto velocità record riguardo a numero di comuni abbandonati e popolazione coinvolta, possa subire un’ulteriore accelerazione.
Di sicuro, per le reti degli sportelli delle banche saranno decisive le deliberazioni dell’Antitrust, relativamente al superamento delle soglie di concentrazione, ritenendo per altro verso logico ipotizzare che non rientri nella volontà dei banchieri il taglio delle reti distributive, proprio in considerazione delle motivazioni stesse dei tentativi di scalata che puntano al primato nei territori. A titolo d’esempio è dichiarato l’obiettivo di Unicredit di diventare, con l’integrazione di Banco Bpm, il primo gruppo bancario nel Nord Italia. E lo diverrebbe, almeno riguardo alla quota di sportelli. Al 31 gennaio 2025, in base ai dati elaborati dalla Fondazione Fiba di First Cisl, la somma delle due reti di sportelli totalizzerebbe: in Piemonte il 25,1%, in Valle D’Aosta il 27,5%, in Lombardia il 21,1%, in Trentino Alto Adige il 6,5%, in Veneto il 22,3%, in Friuli-Venezia Giulia il 13,8%, in Liguria il 21,5% ed in Emilia Romagna il 21,8%. Di primo acchito, ai fini dei limiti della concorrenza, Piemonte e Valle d’Aosta a parte, parrebbero non configurarsi superamenti, ma a livello provinciale, invece, la soglia del 25%, che dovrebbe essere valutata dall’Autorità, risulterebbe superata in diversi casi per i quali dovrebbero scattare i diktat sulla concorrenza: o vendere, o chiudere le filiali in eccesso. Ed è improbabile che tutti gli sportelli in vendita possano essere assorbiti da altre banche, vista la concomitanza delle operazioni straordinarie che limitano molto il perimetro dei potenziali acquirenti.
Entrando in casi specifici, la Banca Popolare di Sondrio che, storicamente, nel solco dello spirito cooperativo, ha fatto della presenza sul territorio la leva strategica del proprio successo, vanta, dall’inizio del 2022 alla fine del 2024, un saldo netto positivo di 9 sportelli, tra aperture e chiusure. Se l’offerta di Bper andrà a buon fine, è evidente che, l’ultima delle banche popolari costretta a trasformarsi in Spa, non potrà più svolgere questa preziosa funzione sociale. A onor del vero, il Gruppo Bper è il primo gruppo bancario non cooperativo per presenze in comuni con un solo sportello, poco meno di 300 in tutta la Penisola, con un’alta concentrazione in Sardegna, dove contribuisce a evitare così la desertificazione assoluta. Inoltre, l’operazione comporta problemi per solo 8 delle 2190 filiali, somma delle due reti distributive.
Preoccupa, invece, l’integrazione tra Unicredit e Banco Bpm in alcuni capoluoghi di regione, in alcune province del Sud e soprattutto preoccupa la Sicilia, dove le due reti hanno ben il 27,8% degli sportelli, col superamento della soglia del 25%, in ben 6 province siciliane. Sarà davvero difficile in quella regione trovare acquirenti degli sportelli che saranno destinati alla vendita, ovviamente se l’Antitrust deciderà in tal senso. Si profilano, con ogni probabilità, forti impatti sociali per le famiglie e le imprese, ma incombe anche il rischio di riduzione dei livelli occupazionali di settore che deve essere scongiurato in ogni modo, anche in considerazione dell’efficienza raggiunta, che garantisce al sistema bancario italiano il primato in Europa.
Qui l’articolo su Huffington Post
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