In 27 a giudizio per spaccio di droga tra la Puglia nord, Molise e Abruzzo

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Disposto il processo immediato per 27 foggiani, sanseveresi, manfredoniani, baresi, molisani e abruzzesi coinvolti nell’inchiesta “Sed” della Dda perché accusati a vario titolo di traffico di droga e 198 episodi di spaccio di cocaina avvenuti tra agosto 2020 e aprile 2021 in città, alcuni centri della provincia, nord Barese e Molise. L’indagine sfociò nel doppio blitz del 23 settembre e 2 ottobre scorsi quando la Dia eseguì 28 ordinanze firmate dal gip di Bari: 14 in carcere, 7 ai domiciliari, 5 obblighi di dimora, 1 divieto di dimora. I pm Bruna Manganelli e Ettore Cardinali hanno chiesto e ottenuto dal gip di Bari Giuseppe Ronzino il giudizio immediato, che serve a saltare l’udienza preliminare; il processo dovrebbe iniziare in Tribunale a Foggia il 25 marzo.

Così la Dda nel comunicato diffuso in occasione del blitz sintetizzò l’indagine: “l’organizzazione tra l’estate 2020 e il novembre 2021 distribuì oltre 20 chili di cocaina purissima equivalenti a 83mila dosi, per circa 6 milioni e 600mila euro. Da un calcolo basato sulle prove acquisite il giro d’affari dell’organizzazione si aggirava intorno ai 3 milioni e mezzo di euro”. Circa dieci i chili di cocaina, pari a 45mila dosi, sequestrati durante le indagini; l’inchiesta conta altri 12 indagati a piede libero, la cui posizione è stata stralciata rispetto ai 27 del giudizio immediato. In occasione degli arresti furono sequestrati beni mobili e immobili, società e conti correnti per 600mila euro.

L’indagine denominata “Sed” perché in alcune intercettazioni con questo termine si faceva riferimento alla cocaina, è una costola dell’inchiesta “Shpirti” di Dda e magistratura albanese su un traffico di droga internazionale e un giro di corruzione che nel luglio 2021 portò a 38 arresti in Albania, tra cui un magistrato e 3 funzionari. Approfondendo gli accertamenti su un telefonino fittiziamente intestato a una romena ma che sarebbe stato utilizzato da un narco-trafficante di Foggia, le attenzioni di Dda e Dia si focalizzarono sull’organizzazione radicata nel capoluogo dauno che riforniva la piazza locale e anche quelle di Lucera, Serracapriola, Volturino e Pescara. Nelle captazioni per indicare la droga si parlava di “banane, sed, panetti, pelati, sedia, fumo, bimbi, nipoti, bambino, crack, nera”; e si faceva riferimento a “grande, medio, piccola” per indicare i quantitativi. Tra gli elementi di prova anche le dichiarazioni di Carlo Verderosa, ex affiliato del clan Moretti, pentitosi a dicembre 2019.

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Del più grave reato di traffico di droga rispondono 10 persone: i foggiani Giuseppe Bruno, il figlio Leonardo, Daniele Delli Carri (genero e cognato dei Bruno), Marianna Bruno, Vincenzo Cupo, Giovanni Sinesi, Vincenzo Piccirilli e Francesco Racano; il biscegliese Giacomo Mastrapasqua; Oto Raffa, avellinese residente in Molise. Secondo la Dda, padre e figlio gestori di una carrozzeria davanti la quale fu piazzata una telecamera per monitorarne gli incontri con i presunti complici, avrebbero diretto l’attività di spaccio, mantenendo i contatti col fornitore Mastrapasqua, concordando scelte operative e prezzi, e talvolta occupandosi anche della distribuzione della sostanza stupefacente; Delli Carri li avrebbe aiutati nell’acquisto e trasporto; Piccirilli si sarebbe occupato di custodire la coca, mantenere la cassa dell’organizzazione, raccogliere i soldi: quando fu arrestato, gli sarebbe subentrato Giovanni Sinesi nella custodia della droga e nella distribuzione, in base a quanto indicato da Leonardo Bruno; Cupo viene considerato “uno dei principali distributori al dettaglio della cocaina”, attività cui avrebbe collaborato Racano; Marianna Bruno è ritenuta una “stabile acquirente per le successione cessioni su Foggia”, mentre Oto Raffa avrebbe gestito le cessioni sulla piazza di Serracapriola. Gli imputati respingono le accuse. Nell’ottica accusatoria un riscontro a quanto emerso dalle intercettazioni è negli arresti in flagranza e sequestri anche ingenti, eseguiti a Foggia durante le indagini.

Ecco chi sono i 27 imputati: Ciro Albanese, 33 anni, Foggia; Quirino Barbetti (57), Lucera; Giuseppe Bruno (59), Foggia; il figlio Leonardo Bruno (37), Foggia; Marianna Bruno (48), Foggia; Danilo Bufo (46), Pescara; Vincenzo Colucci (36), Foggia; Vincenzo Cupo (28), Foggia; Valentino Dattoli (36), Vasto; Andrea Delli Carri (37), Foggia; Daniele Delli Carri (39), Foggia; Cosma Dell’Olio (64), Bisceglie; Umberto Galasso (35), Larino; Carlo Iaconeta (53), Manfredonia; Chiara Federica Loreto (28), Termoli; Lucio Luciani (49), Benevento; Giacomo Mastrapasqua (51), Bisceglie; Francesco Pace (36), Larino; Vincenzo Piccirilli (49), Foggia; Tommaso Pizzella (32), Larino: 1 spaccio; Francesco Racano (28), Foggia; Otto Raffa (53), avellinese residente a Guglionesi; Marco Ragno (49), Foggia; Onofrio Russi (28), San Severo; Giovanni Sinesi (36), Foggia; Giacomo Vecera (26), San Severo; Michele Vinciguerra (39), Foggia.



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