Maxi Operazione antimafia a Palermo: smantellati i mandamenti mafiosi


Le forze dell’ordine hanno inferto un colpo durissimo a “Cosa Nostra” con una maxi operazione antimafia condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. L’operazione, avviata nella notte, ha portato all’esecuzione di 183 provvedimenti restrittivi, smantellando interi mandamenti mafiosi e decapitando le gerarchie criminali.

Il provvedimento restrittivo

L’azione investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha determinato l’arresto di 163 persone, tra cui 33 già detenute per altri reati. Gli indagati sono accusati di vari crimini, tra cui associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsione, traffico di stupefacenti, favoreggiamento personale, reati legati alle armi e gioco d’azzardo illegale.

Le operazioni hanno coinvolto i mandamenti mafiosi di Porta Nuova, Pagliarelli, Tommaso Natale – San Lorenzo e Bagheria, con il dispiegamento di oltre 1.200 carabinieri provenienti da reparti specializzati. Contestualmente, i Carabinieri del ROS di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 20 fra capi e gregari del mandamento di Santa Maria del Gesù.

La struttura e il modus operandi di “Cosa Nostra”

Le indagini hanno rivelato che la mafia palermitana continua a essere un’organizzazione strutturata e capace di adattarsi ai tempi moderni. Pur mantenendo attività tradizionali come estorsioni, traffico di droga e scommesse clandestine, gli affiliati hanno adottato tecnologie avanzate per sfuggire alle indagini, tra cui smartphone criptati per coordinare le attività senza incontri fisici.

Un esempio emblematico è il caso di un esponente del mandamento di Porta Nuova, latitante per circa due anni, che grazie a questi dispositivi è riuscito a gestire il suo mandamento senza esporsi direttamente. Il suo arresto, avvenuto nel marzo 2024, ha portato successivamente alla cattura dei suoi fiancheggiatori.

Coordinamento intermandamentale e collaborazioni criminali

Le indagini hanno evidenziato una forte cooperazione tra i mandamenti cittadini e una gestione centralizzata di attività lucrose come il traffico di stupefacenti e il gioco d’azzardo illegale. Sono emerse collaborazioni con esponenti della ’Ndrangheta calabrese e delle cosche mafiose di Agrigento e Catania per la gestione congiunta di traffici illeciti.

Sebbene non si possa parlare di una nuova Commissione provinciale, è chiaro che esiste un coordinamento tra i clan palermitani per gestire gli affari criminali.

Maxi Operazione antimafia a Palermo: smantellati i mandamenti mafiosi

Il codice mafioso e il controllo del territorio

Le investigazioni hanno confermato che il rispetto delle regole interne è ancora un pilastro fondamentale dell’organizzazione. Intercettazioni hanno rivelato che “da Cosa Nostra si esce solo con la morte”. È stato inoltre accertato l’uso di un codice mafioso scritto per regolamentare i rapporti interni.

Il controllo del territorio è garantito attraverso estorsioni e imposizioni ai commercianti, con la richiesta del “pizzo” e la fornitura obbligata di prodotti da fornitori mafiosi. Nel mandamento di Corso Calatafimi, un commerciante ha subito minacce e pressioni per aver resistito alle richieste estorsive.

Nel mandamento di Tommaso Natale – San Lorenzo, l’organizzazione mafiosa ha anche imposto il pagamento di una tassa sugli stupefacenti non acquistati dai propri canali, garantendosi comunque introiti anche nel caso in cui lo spaccio fosse gestito da terzi.

Il gioco d’azzardo e il traffico di droga

Il gioco d’azzardo digitale rappresenta una delle attività più remunerative di “Cosa Nostra”, che impone la propria protezione a imprenditori del settore, garantendosi introiti milionari. Alcuni imprenditori di Carini avrebbero sviluppato un software per il gioco online e si sarebbero associati con i vertici mafiosi per la sua diffusione.

Il traffico di stupefacenti resta una delle principali fonti di reddito per la mafia palermitana. Le indagini hanno rivelato stretti rapporti con organizzazioni calabresi per garantire un flusso costante di droga. Sono stati sequestrati 43 kg di cocaina, 8,5 kg di hashish e 335 grammi di crack, una sostanza sempre più diffusa tra i giovani palermitani.

Maxi Operazione antimafia a Palermo: smantellati i mandamenti mafiosi

La disponibilità di armi e l’uso della violenza

Le indagini hanno dimostrato che l’organizzazione mafiosa dispone di un arsenale ben fornito. Nel mandamento di Tommaso Natale – San Lorenzo, sono state sequestrate armi da fuoco, pistole calibro 7,65 mm, fucili e munizioni.

“Cosa Nostra” non disdegna di risolvere le problematiche attraverso la violenza. Un esponente del mandamento di Tommaso Natale – San Lorenzo avrebbe ordinato il pestaggio di un uomo per vendicare un furto subito dal figlio. In un altro caso, un artigiano è stato gravemente ferito per non aver rispettato un accordo con un mafioso.

La rete di informatori e la protezione interna

L’indagine ha svelato l’esistenza di una fitta rete di informatori. Un commesso giudiziario della Procura di Palermo è stato arrestato per aver passato informazioni riservate ai mafiosi, compresi dettagli su intercettazioni e operazioni imminenti.

Un avvocato legato a un clan avrebbe avvertito un boss che era sotto indagine e che la sua auto era stata intercettata, permettendogli di eludere per un certo periodo i controlli.

Le conclusioni dell’operazione

L’operazione antimafia ha messo in luce il costante tentativo di “Cosa Nostra” di rigenerarsi, nonostante le continue azioni di contrasto. Tuttavia, la capacità investigativa delle forze dell’ordine ha dimostrato ancora una volta di poter colpire duramente la criminalità organizzata, decapitando le principali gerarchie mafiose e infliggendo un duro colpo alle loro finanze.

Le indagini proseguono per individuare eventuali fiancheggiatori e collusi, mentre la Procura di Palermo continua la sua azione per sradicare il fenomeno mafioso dal territorio.

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