“Non prima di giugno”. Il nodo dei debiti e della solidità societaria

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difficile da pignorare

 


Il Mancini è in concessione esclusiva al Fano Calcio fino a fine campionato. E senza garanzie sulla solidità della nuova società lo stadio fanese resterà ancora indisponibile per il club granata. Il nuovo (non ancora) patron dell’Alma Juventus Fano Carmelo Cogliandro – che ha firmato un preliminare di acquisizione della società – ha infatti chiesto la disponibilità del Mancini all’amministrazione comunale, ma la strada per un eventuale ritorno sembra essere in salita.

Il Comune vuole certezze. Per questo, martedì mattina, ha ufficialmente rispedito al mittente la richiesta di Cogliandro. Perché l’amministrazione vuole poter interloquire con una società strutturata, e che soprattutto abbia una contabilità in ordine, con tutti i debiti saldati. Che nei riguardi del solo Comune ammontano a 77mila euro, a cui si aggiungono quelli maturati con i privati. Per questo il dirigente Pietro Celani si è spinto a definire “abnorme” la situazione debitoria dei granata. Un buco creato durante le gestioni Russo e Guida, e che oggi appare difficile da richiudere, soprattutto perché Cogliandro – al netto della buona fede della sua iniziativa di rilevare le quote della società – ha ammesso di non avere le spalle abbastanza larghe per risolvere la situazione. Servono partner, soci, imprenditori che aprano il portafogli. Altrimenti il buco resterà, e così le reticenze del Comune e la stessa disponibilità dello stadio.

“Capiamo l’amarezza dei tifosi di fronte a questa situazione – ha dichiarato il sindaco Luca Serfilippi -, ma grazie al Fano Calcio stiamo respirando un’aria nuova. Sono contento del percorso che sta facendo, mentre per quanto riguarda l’Alma dico soltanto che i debiti maturati devono essere saldati. Se Cogliandro, che conosco di persona, riuscisse a far ripartire davvero l’Alma ne saremmo contenti. Purtroppo, però, in questi mesi sono stati tanti i creditori del club granata che hanno bussato alla mia porta. La situazione debitoria è molto importante. Spero davvero che Cogliandro, che non è ancora neppure ufficialmente il proprietario dell’Alma, abbia le spalle coperte. Al momento non è nemmeno stato ultimato il passaggio di consegne con il presidente Guida”.

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Per il Comune, dunque, nulla è per ora cambiato. “Non chiudiamo le porte a nessuno – ha aggiunto l’assessore allo sport Alberto Santorelli -, ma per noi valgono le stesse cose detto lo scorso 2 luglio. L’Alma deve saldare tutti i debiti e versare una cauzione di oltre 50mila euro. Nel frattempo lo stadio è in concessione esclusiva al Fano Calcio fino a fine stagione, mentre il campo della Trave è ora in amministrazione diretta del Comune. Dobbiamo attenerci ai dati in nostro possesso, ma soprattutto alle norme. Non possiamo mostrarci elastici quando ci sono di mezzo anche le carte bollate. Non possiamo quindi cambiare posizione neppure adesso, e questo dimostra che la nostra non era un’avversione personale verso Guida, ma è sempre stata una questione di cosa possiamo o non possiamo fare. Io rispetto la storia e i simboli dell’Alma, ma Fano ha bisogno di una realtà societaria sana e seria anche dal punto di vista gestionale. Storie e simboli – ha precisato l’assessore – si possono sempre recuperare nel tempo”.

E il consorzio? Dopo l’ingresso della giunta Serfilippi ha subito preso forma questa nuova realtà pronta a foraggiare lo sport fanese, ma che il sindaco ha ricordato essere una realtà privata che con il Comune ha soltanto un’interlocuzione. Grazie al consorzio è nato il Fano Calcio, che spadroneggia in Promozione, una categoria che gli sta evidentemente stretta. E che a sua volta va stretta a una piazza come quella fanese. A comporre il consorzio sono diciotto imprenditori che, ha spergiurato Santorelli, “sono arrivati spontaneamente, non sono stati costretti da nessuno. Hanno anche valutato di mettere le mani sull’Alma, ma la situazione era tale da aver preferito di avviare un nuovo progetto per il calcio fanese”. Al Fano Calcio, giovane e virtuoso, si contrappone un’Alma che ancora annega nei debiti. “Non è stata onorata neppure la rateizzazione concessa da Aset – ha raccontato ancora Celani -, anche per questo ora chiediamo che vengano saldate tutte le pendenze, ma vogliamo anche una ‘due diligence’ per tutte le verifiche del caso”. In altre parole, da via San Francesco non sono più disposti a dare credito a realtà traballanti, ma la porta non è chiusa. “Cogliandro – ha concluso Santorelli – dovrà riunire un pool di imprenditori e dimostrare di poter pagare i debiti dell’Alma. I problemi vanno risolti, non spostati”.

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