Risiko bancario, quello strano silenzio della Vigilanza

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Nelle cronache si riportano in queste settimane molto spesso interrogativi di osservatori sul silenzio della Vigilanza (accentrata e nazionale) su quanto sta avvenendo nel settore bancario con le offerte pubbliche per operazioni di aggregazione. Alcuni ne danno la spiegazione ricordando che la Vigilanza non si pronuncia pubblicamente sulle singole operazioni anche nell’ipotesi di concentrazioni che, però, nel nostro caso sono diventate sei.

L’assenza di dichiarazioni pubbliche da parte della Vigilanza bancaria

Altri ricordano che, essendo i giochi in corso, sarebbe improprio che l’Organo di supervisione, che dovrà poi esaminare le singole domande di autorizzazione, si pronunciasse pubblicamente. Naturalmente, non si può considerare lo scenario che si presenta come res inter alios actae, fatti che riguardino altri. Non sfugge, d’altro canto, la delicatezza di dichiarazioni , mentre le banche offerenti si rivolgono al mercato per attuare i rispettivi progetti di concentrazione.

Storicamente, in casi di iniziative della specie, anche se non con la contemporaneità che ora si presenta da ritenere eccezionale, l’occasione di interventi pubblici di esponenti di vertice della Vigilanza (quando era esclusivamente nazionale) veniva da questi colta per indicare, sia pure in forma assolutamente sintetica, i criteri dell’esercizio delle attribuzioni relative alle operazioni stesse. Quanto meno era una informazione necessaria per operatori, risparmiatori, investitori, ma, non per ultimo, per le istituzioni e per il semplice cittadino.

Quando il riferimento si traduceva in un accenno, dopo il discorso dell’esponente di vertice, da via Nazionale venivano date informazioni per prevenire errate interpretazioni. Si dirà: si tratta di criteri, requisiti, vincoli, limiti che sono esplicitati nelle Istruzioni di Vigilanza e, prima ancora, nelle corrispondenti normative europee e nazionali. Certo, ma se si adottasse diffusamente un tale comportamento, le istituzioni di regolazione e controllo non parlerebbero quasi mai e salterebbe ogni forma di accountability che è il necessario pendant dell’autonomia delle autorità in questione.

Comunicazione e accountability: un tema cruciale per la Vigilanza bancaria

Si pone, insomma, come per la politica monetaria, anche per la Vigilanza bancaria un problema di comunicazione e del modo in cui questa si svolge quale funzione ormai essenziale di una Banca centrale. Naturalmente, è il soggetto che ha il potere decisionale in materia – la Vigilanza della Bce – che dovrebbe avvertire questa esigenza di accountability, sia pure in itinere e con i limiti e l’equilibrio imposti da questa fase, a maggior ragione se esponenti di Francoforte fossero in questi giorni impegnati in interventi pubblici su altri temi. Ma un’informativa con le stesse, anzi maggiori caratteristiche di equilibrio e sinteticità, ma chiara e utile, sarebbe doverosa pure da parte della Vigilanza nazionale.

Del resto, come si potrebbe pensare a un evento pubblico, in specie se di particolare rilievo – si pensi all’Assiom Forex – in cui il discorso del governatore ignori del tutto le offerte di acquisto, se si vuole rinunciando anche a riferimenti fuori testo? Uno degli effetti di un’eventuale scelta di questo tipo sarebbe la diffusione di forzate distorte interpretazioni e di fake news.

La necessità di trasparenza nelle dichiarazioni pubbliche della Vigilanza

Sicuramente si deve tenere conto degli impatti di mercato e del fatto che il potere è solo consultivo, le decisioni spettando alla Bce, come accennato. Ma anche per la politica monetaria, le attribuzioni sono decisamente accentrate e, ciononostante, i governatori nazionali su di essa si esprimono in pubblico liberamente e anche troppo, se si pensa alla confusione e al disorientamento che spesso si determinano per l’intreccio di opposte posizioni.

È sperabile, dunque, che il vertice della Vigilanza anche non accentrata indichi pubblicamente le linee del suo specifico agire, anche per evitare che si possa capire che da incentivare siano solo le aggregazioni transfrontaliere e non anche quelle nazionali che obbediscano, s’intende, ai prescritti requisiti.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Insomma, si dovrebbe essere sicuri che una linea sarà indicata anche perché in caso contrario occorrerebbe molto più spazio, in un discorso pubblico, per motivare diversamente perché dell’argomento non si parli. Non è proprio il caso che alla domanda «dove vai?» si risponda «porto pesci». (riproduzione riservata)



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