Bonus Sicurezza 2025: Come Ottenere Le Detrazioni Fiscali Per La Prevenzione Contro Atti Illeciti – Studio Pizzano

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Il Bonus Sicurezza 2025 offre ai contribuenti un’importante opportunità per incrementare la sicurezza della propria abitazione o immobile e, contemporaneamente, beneficiare di un risparmio fiscale. Si tratta di una detrazione IRPEF destinata a chi sostiene spese per interventi mirati alla prevenzione di atti illeciti, come furti, intrusioni o vandalismi. La normativa specifica, contenuta nell’art. 16-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), include una vasta gamma di interventi agevolabili, dai sistemi di videosorveglianza ai cancelli di protezione. Tuttavia, per accedere correttamente a questa agevolazione, è necessario rispettare precise condizioni e comprendere le regole che disciplinano la detrazione.

Che cos’è il bonus sicurezza e a chi è rivolto

Il Bonus Sicurezza è una misura permanente introdotta nell’art. 16-bis del TUIR, pensata per incentivare interventi finalizzati a prevenire il compimento di atti illeciti da parte di terzi. Questi interventi, pur non rientrando necessariamente tra le opere edilizie previste dall’art. 3 del D.P.R. n. 380/2001, sono agevolabili in quanto rispondono alla finalità di migliorare la sicurezza degli immobili.

Il Bonus Sicurezza è destinato a:

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

  • Proprietari di immobili, siano essi abitazioni principali, seconde case o immobili locati;
  • Titolari di un diritto reale sull’immobile, come usufruttuari o nudi proprietari;
  • Condomini, per interventi sulle parti comuni degli edifici residenziali;
  • Inquilini o comodatari, a condizione che sostengano direttamente le spese e abbiano il consenso del proprietario.

Ad esempio, un inquilino che installa un sistema di videosorveglianza nella casa presa in affitto, con il consenso del proprietario, può beneficiare della detrazione IRPEF prevista dal Bonus Sicurezza.

Quali interventi sono agevolabili

La normativa stabilisce con chiarezza quali interventi sono ammessi alla detrazione fiscale. Si tratta di lavori mirati a prevenire il rischio di furti, intrusioni o atti vandalici, purché riguardino direttamente l’immobile. Gli interventi agevolabili includono:

  • Cancelli e recinzioni murarie: l’installazione o la sostituzione di strutture perimetrali che proteggono l’accesso alla proprietà;
  • Grate alle finestre: nuove installazioni o sostituzioni di grate, anche decorative, purché resistenti a effrazioni;
  • Porte blindate o serrature rinforzate: comprese modifiche alle porte esistenti per aumentarne la sicurezza;
  • Serrature, spioncini e lucchetti: interventi anche minimi, come l’aggiunta di catenacci o spioncini ottici;
  • Sistemi di rilevamento delle effrazioni: come sensori di apertura, tapparelle metalliche con blocco e dispositivi di allarme collegati a centraline;
  • Vetri antisfondamento: per finestre o porte, con l’obiettivo di rendere più difficile l’accesso all’immobile;
  • Casseforti a muro e sistemi di videosorveglianza: comprese telecamere collegate a centri di vigilanza privata, a condizione che siano installate in modo fisso nell’immobile.

Non sono detraibili le spese per contratti con istituti di vigilanza privata o per servizi di sicurezza non legati a interventi strutturali sull’immobile.

Come funziona la detrazione: importi e limiti

Il Bonus Sicurezza prevede una detrazione IRPEF pari al 50% delle spese sostenute per gli interventi effettuati sulle abitazioni principali, mentre scende al 36% per gli altri immobili. La detrazione si applica su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ogni unità immobiliare e deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Ad esempio:

  • Se un proprietario sostiene una spesa di 10.000 euro per l’installazione di un sistema di allarme nella propria abitazione principale, potrà detrarre 5.000 euro (50% della spesa), suddivisi in 10 anni, pari a 500 euro all’anno;
  • Se invece la spesa di 10.000 euro riguarda una seconda casa, la detrazione sarà di 3.600 euro (36% della spesa), ovvero 360 euro annui per 10 anni.

È importante notare che il Bonus Sicurezza non consente opzioni alternative come lo sconto in fattura o la cessione del credito: la detrazione deve essere necessariamente fruita in sede di dichiarazione dei redditi.

Bonus sicurezza e bonus mobili: quando si combinano

In alcuni casi, il Bonus Sicurezza può essere abbinato al Bonus Mobili, che consente di detrarre le spese per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati a un immobile oggetto di ristrutturazione. Tuttavia, questa possibilità si applica solo se gli interventi di sicurezza rientrano tra quelli edilizi previsti dall’art. 3, comma 1, lettere a), b), c) e d) del D.P.R. n. 380/2001, ovvero:

  • Manutenzione straordinaria,
  • Restauro e risanamento conservativo,
  • Ristrutturazione edilizia.

Se, ad esempio, l’installazione di una porta blindata avviene nell’ambito di una ristrutturazione complessiva dell’immobile, sarà possibile beneficiare sia del Bonus Sicurezza che del Bonus Mobili. Al contrario, interventi come l’installazione di un semplice spioncino o di un sistema di allarme autonomo non danno accesso al Bonus Mobili.

Requisiti e documentazione necessaria

Per accedere al Bonus Sicurezza, è indispensabile rispettare alcune regole fondamentali:

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  1. Pagamenti tracciabili: tutte le spese devono essere saldate tramite bonifico bancario o postale “parlante,” che riporti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o partita IVA del fornitore;
  2. Conservazione della documentazione: è necessario conservare le fatture, le ricevute di pagamento e, se richiesto, eventuali certificazioni tecniche relative all’intervento;
  3. Dichiarazione dei redditi: l’importo delle spese sostenute deve essere riportato nella dichiarazione annuale dei redditi, utilizzando il modello 730 o Redditi Persone Fisiche.

Un errore comune è quello di effettuare pagamenti in contanti o tramite metodi non tracciabili: in questi casi, la detrazione non sarà concessa.

Novità e aspetti critici del bonus sicurezza 2025

Per il 2025, il Bonus Sicurezza conferma le regole già in vigore negli anni precedenti, ma ribadisce alcuni aspetti chiave:

  • La detrazione è applicabile solo alle spese per interventi sull’immobile e non ai servizi di vigilanza;
  • È necessario valutare caso per caso se un intervento possa rientrare tra quelli edilizi, in modo da accedere eventualmente anche al Bonus Mobili;
  • La misura non è cumulabile con sconti immediati o cessioni del credito.

Un aspetto critico riguarda la necessità di una corretta classificazione degli interventi: ad esempio, l’installazione di una porta blindata può rientrare tra gli interventi edilizi solo se effettuata nell’ambito di una manutenzione straordinaria.



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