Oristano
Confartigianato Sardegna segnala la frenata nel 2024 e chiede alla Regione nuovi incentivi
Saldo negativo nel 2024 per le imprese artigiane nella provincia di Oristano: con 165 aperture e 203 chiusure, l’anno si è chiuso con un -38. Ad analizzare l’andamento del mondo dell’artigianato è l’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ora si appella alla Regione per nuovi incentivi.
Secondo il report basato sui dati di Infocamere, nel 2024 nell’Oristanese erano presenti 2.334 imprese artigiane registrate, di cui 2.324 attive. Se lo scorso anno si è chiuso in negativo, nel 2023 si era invece registrato un saldo positivo: il territorio che aveva guadagnato 18 imprese.
La frenata sulla crescita delle imprese artigiane interessa tutta la Sardegna e arriva dopo tre anni di incrementi record, che avevano collocato l’isola ai vertici delle classifiche nazionali, arrivando a toccare 35 mila unità produttive.
Lo scorso anno invece si è chiuso con un saldo positivo di sole 35 attività, con 2.172 nuove aperture e 2.137 cessazioni, per un totale di 33.924 attività registrate, di cui 33.704 attive. Nel 2023, il tiotale era stato 34.350 imprese, di cui 34.116 in attività, con 2.073 aperture e 1.688 chiusure e un saldo positivo di 442.
Guardando nel dettaglio la situazione delle province storiche, Cagliari guida la classifica del numero di imprese artigiane, con 12.663 attività registrate (di cui 12.563 attive), con 770 nuove iscrizioni e 914 cessazioni. Il saldo è -144, mentre nel 2023 si registrò un +169.
Segue Sassari-Gallura con 12.182 imprese artigiane registrate, 12.112 attive, date dalle 874 iscrizioni e 690 cessazioni per un saldo positivo di 184, che nel 2023 fu di +137. Poi Nuoro con 6.745 registrate, 6.702 attive, 363 aperte e 330 chiuse per un saldo di +33, mentre nel 2023 è stato di +61. Chiude quindi Oristano.
“La frenata della crescita delle imprese artigiane sarde, anche se il saldo è ancora positivo”, ha commentato Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, “è un segnale da non sottovalutare perché queste rimangono fragili e necessarie di attenzioni e sostegni specifici per rimanere in prima linea e contribuire allo sviluppo economico dell’Isola”.
“I numeri continuano a dimostrare ciò che diciamo da anni”, ha proseguito Meloni, “le piccole e micro imprese, soprattutto quelle artigiane, continuano ad essere il motore trainante dell’Italia e della Sardegna, sono flessibili, riescono a combattere e sopravvivere, ma non lo possono fare all’infinito. Hanno un ruolo e un impatto sociale, tutelato anche dalla nostra Costituzione, e per questo vanno salvaguardate e valorizzate”.
“C’è poi un aspetto che non può essere sottovalutato, ed è il legame delle piccole imprese artigiane con il territorio”, ha aggiunto Meloni. “A differenza di tante altre realtà, come le grandi multinazionali, che talvolta prendono decisioni drastiche seguendo logiche globali, l’impresa artigiana non abbandona il proprio tessuto locale. Questo radicamento, frutto di un rapporto autentico con le comunità, è il nostro punto di forza. Le piccole imprese non sono solo un motore economico, ma anche un baluardo sociale e culturale”.
Le imprese artigiane danno spinta all’economia dell’Isola. “Ricordiamo che le nostre attività offrono lavoro a oltre 100mila persone e rappresentano il 22% dell’economia della Sardegna”, ha sottolineato il presidente di Confartigianato Sardegna, “per questo è necessario consentire sia a quelle che si affacciano per la prima volta sul mercato, sia a quelle che già via lavorano e resistono, di continuare a creare reddito e competere con il resto del mondo. E ciò, negli ultimi anni, è avvenuto grazie alla legge 949, la legge artigiana”, il principale strumento finanziario per il settore. Questa norma, che nell’ultimo quinquennio è stata sostenuta con circa 90milioni di euro, grazie al fondo perduto fino al 40% e all’abbattimento dei costi di interesse, è diventato sinonimo di crescita delle piccole realtà imprenditoriali isolane”.
Confartigianato Sardegna ha rilevato che solo nell’avviso 2024 sono stati impegnati tutti i 16,5 milioni di euro messi a disposizione, soddisfacendo le richieste di crescita di 917 imprese, con richieste in conto capitale per circa 25mila euro ad azienda.
La legge finanzia la costruzione o la ristrutturazione di fabbricati esistenti e l’acquisto di macchinari di seconda mano, veicoli commerciali, terreni destinati all’ampliamento e la costruzione dei fabbricati produttivi, macchinari, attrezzature e autoveicoli nuovi e imbarcazioni, software, brevetti e licenze che sostengono le attività per i nuovi cicli di produzione, progettazione e promozione dell’immagine.
Come rilevato dall’organizzazione artigiana, grazie alla misura si è innescato un meccanismo di moltiplicazione attraverso il quale ogni euro erogato dalla legge ha generato circa 3 euro di ulteriori investimenti, che sono andati a spalmarsi sui territori e sulle altre categorie produttive e di servizi.
In vista della legge finanziaria 2025, Confartigianato Sardegna ha rilanciato la richiesta alla Regione di un rifinanziamento dello strumento di sviluppo artigiano, quantificato in 35milioni di euro annui, per il periodo 2025-2027.
Il comparto chiede di rendere strutturale la norma, per consentire alle aziende una pianificazione strategica, e di renderla snella eliminando burocrazia e impedimenti, tenendo il fondo perduto al 40%.
“Le imprese artigiane chiedono garanzie, certezze e zero burocrazia per questo strumento”, ha aggiunto Daniele Serra, segretario regionale di Confartigianato Sardegna. “C’è necessità di metterlo in sicurezza e quindi bisogna che diventi strutturale e torni a essere agile e rapida come in passato. Questo incentivo, per le imprese e per tutti gli altri processi di sostegno all’imprenditoria per i quali la nostra associazione ha lavorato con la Regione, rappresentano punti fermi dai quali ripartire e sui quali bisogna puntare sempre più”.
“Non chiediamo sussidi, tantomeno assistenzialismo”, hanno concluso il presidente e il segretario di Confartigianato Sardegna, “ma incentivi concreti affinché le micro, piccole e medie realtà sarde possano rafforzarsi, investire in tecnologia e formazione, creare nuova economia e assumere: le imprese non devono essere lasciate sole in questo momento”.
Martedì, 11 febbraio 2025
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