Gas alle stelle e il Mase studia un piano che (per ora) non c’è. Tutte le misure del Governo negli ultimi tre anni

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Il Governo annuncia un piano per contrastare l’aumento delle bollette del gas, ma sulla carta non c’è ancora nulla. Le imprese gasivore chiedono un nuovo Gas Release. Intanto, le famiglie dovranno fare i conti con un aumento di spesa di 309 euro rispetto al 2024. A cosa sono servite le misure prese fino ad oggi dal Governo Meloni?

Le bollette del gas salgono alle stelle e il Governo annuncia un piano, ma sulla carta non c’è ancora nulla. Le tariffe oggi sono mediamente più alte del 21,1% rispetto allo scorso anno, secondo Assoutenti. Negli scorsi giorni il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha anticipato il possibile arrivo di un piano che si fonda sullo sblocco del cosiddetto gas release, il meccanismo che autorizza il Gse a comprare da chi produce in Italia il metano da rivendere alle imprese energivore a prezzo calmierato. L’ostacolo sono le coperture per le remunerazioni da riconoscere a chi fornisce il gas nazionale per l’industria energivora. Una strategia che, però, è ancora avvolta dal mistero. Infatti, ad oggi non ci sarebbe ancora nulla nero su bianco, secondo fonti vicine al ministero. Le imprese propongono un nuovo tipo di Gas Release: uno sconto di 20 euro al MWh, per tre anni, applicato ai consumi effettivi dell’industria. Proposta arrivata sul tavolo del ministro, secondo il capo del dipartimento di Energia del Mase Federico Boschi,  che condividerebbe la volontà di eliminare il divario tra Psv e Ttf, ma vanno superati ancora diversi ostacoli prima che si possa concretizzare. Intanto, i prezzi schizzano alle stelle e una famiglia tipo che consuma 1.400 metri cubi di gas dovrà pagare circa 309 euro in più rispetto al 2024. Come si è giunti a questa situazione? Tutte le misure messe in campo dal Governo Meloni per abbassare il prezzo del gas.

GAS, STRATEGIA DEL GOVERNO POCO LUNGIMIRANTE

In questi anni la strategia del Governo Meloni per contrastare l’aumento dei prezzi del gas si è distinta per interventi emergenziali e misure strutturali. Tuttavia, strategie di approvvigionamento, interventi fiscali, agevolazioni per famiglie e imprese non sempre hanno dato i risultati sperati, oppure hanno portato benefici solo temporanei. Ad esempio, la fine della maggior tutela e il ritorno dell’IVA al 22% su alcune componenti tariffarie hanno contribuito ai sempre più frequenti rincari dei prezzi, che colpiscono il nostro Paese con particolare forza. Infatti, stando alle ultime rilevazioni, l’Italia si distingue negativamente per valori all’ingrosso superiori del 25% rispetto a quelli tedeschi, del 40% rispetto ai prezzi francesi, del 48% rispetto a quelli spagnoli e del 226% rispetto ai valori scandinavi.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

A gennaio il prezzo medio del gas è aumentato  addirittura del 44% rispetto allo stesso mese del 2024. Un trend destinato a proseguire. Infatti, ieri il prezzo medio ha raggiunto quota 163 euro, facendo salire la media di febbraio a 154 euro al MWh.

ONERI DI SISTEMA E IVA PESANO SUGLI AUMENTI

Le principali agevolazioni fiscali introdotte durante il Governo Meloni sono due. La prima è la riduzione dell’Iva al 5% sulle forniture di gas metano per usi civili e industriali (Legge di conversione del decreto-legge “Misure urgenti energia” 56/2023). La seconda è l’azzeramento degli oneri di sistema per il settore del gas. Agevolazioni che, però, si sono esaurite nel 2024. Infatti, attualmente l’IVA gas è tornata alle percentuali ordinarie: 10% per gli usi civili entro i 480 Smc/anno e 22% per tutti i casi restanti. Inoltre, gli oneri di sistema hanno fatto di nuovo la loro comparsa tra le voci di spesa in bolletta. E questo ha quindi determinato lo scorso anno aumenti delle bollette del +35,28% influenzati più da oneri di sistema (+94%) e IVA che dal prezzo del gas stesso.

LE IMPRESE GASIVORE CHIEDONO UN NUOVO GAS RELEASE

L’Energy Release, una delle misure più apprezzate dalle aziende potrebbe tornare con una nuova veste. Infatti, il consorzio delle maggiori industrie gasivore, Gas intensive, ha proposto ieri di rimodulare e attualizzare l’intervento che prevede la cessione con contratti triennali e a prezzi calmierati dell’energia elettrica da fonti rinnovabili ritirata dal GSE. La proposta prevede “uno sconto di 20 euro al MWh, per tre anni, applicato direttamente ai consumi effettivi degli utenti industriali, trovando la copertura in una componente parafiscale, compensata attraverso una regolazione dei meccanismi di formazione del prezzo che allinei il Psv al Ttf”, si legge su Il Sole 24 Ore.

Eliminando il differenziale tra i due indici, si potrebbe trovare una copertura finanziaria sufficiente ad erogare sostegni graduali ai settori gasivori, secondo Massimo Beccarello, direttore del Cesisp (Università Milano Bicocca). Infatti, questo spread “costa al sistema Italia 1,3 miliardi di euro all’anno. Con questa somma si potrebbe ridurre di 20 euro al MWh il costo per almeno 6 miliardi di metri cubi, coprendo oltre l’80% dei consumi delle imprese gasivore”, ha sottolineato Beccarello.

GAS RELEASE, IL MASE CI PENSA

Una proposta che non dispiacerebbe al ministro Pichetto, secondo quanto confermato da Federico Boschi, capo del dipartimento di Energia al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che ha sottolineato che “c’è ora bisogno di una valutazione politica. Così si trovano risorse, nella loro distribuzione vedo poi il problema degli aiuti di Stato. Per la Gas release l’intervento è stato su un provvedimento con criticità strutturali con l’obiettivo di renderlo potenzialmente efficicie e in linea anche con gli aspetti di mercato. La criticità è che le risorse sono localizzate in aree dove sono presenti vincoli ulteriori rispetto a quelli che può rilassare il ministero. Se non si risolvono queste criticità non c’è possibilità per operatori di mettere a disposizione queste risorse”.

BONUS PER FAMIGLIE E IMPRESE

Un secondo atto in favore delle aziende del Governo Meloni è il cosiddetto Decreto Energia bis (Decreto-legge n. 79/2023), ha introdotto un finanziamento di 800 milioni di euro per le imprese per il contrasto al caro-bollette e l’estensione dell’aliquota agevolata al teleriscaldamento. Agevolazioni non più in vigore dalla fine del 2023. Per quanto riguarda invece il sostegno alle famiglie, la legge di conversione del decreto legge “Misure urgenti in tema di energia” ha potenziato il bonus sociale per famiglie con ISEE fino a 15.000 euro, esteso fino a settembre 2023, e ha innalzato la soglia a 30.000 euro per famiglie numerose.

IL PASSAGGIO AL MERCATO LIBERO

La transizione verso il libero mercato del gas entro il 2027 rappresenta una delle misure più significative della politica energetica del Governo e un passo in avanti sul fronte della concorrenza, grazie all’assegnazione agli operatori tramite aste.

Il processo avviato dal Decreto sulla liberalizzazione del mercato gas, varato dal Ministero dell’Ambiente nel 2023, ha portato alla fine del regime di maggior tutela, a partire da 10 gennaio 2024. Nel frattempo, gli utenti “vulnerabili” (anziani over 75, disabili, situazioni di emergenza) possono beneficiare del sistema a tutela crescenti.

Microcredito

per le aziende

 

GAS, COSA SI E’ FATTO SU APPROVVIGIONAMENTO E MERCATO

La settimana scorsa il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato il decreto che consente l’anticipazione delle aste relative al gas stoccato allo scopo di abbassare il prezzo del gas destinato a cittadini e imprese. Una strategia i cui risultati si vedranno tra qualche tempo.

In precedenza, il Governo italiano ha siglato contratti a lungo termine per stabilizzare i prezzi e ridurre la dipendenza dal mercato spot, contrastando le speculazioni finanziarie. Inoltre, l’Italia ha stretto accordi con Paesi come l’Algeria per l’approvvigionamento di gas naturale liquefatto (GNL).

I RIGASSIFICATORI

Sul fronte delle infrastrutture, l’Italia ha stanziato 30 milioni di euro all’anno fino al 2043 per la creazione di nuovi rigassificatori. Fondi che hanno contributo alla realizzazione dell’impianto di Piombino di proprietà di Snam, attivo dalla primavera del 2023. Tuttavia, negli ultimi mesi l’infrastruttura si è trovata al centro di uno scontro politico che rende la sua sorte incerta. Infatti, il consiglio regionale della Liguria ha votato una mozione contro il trasferimento da Piombino a Vado Ligure, che dal 2026 avrebbe dovuto ospitare la Italis LNG. Ora il Governo si trova di fronte alla difficile scelta di dove inviare la nave rigassificatrice.

La seconda infrastruttura sarà situata, invece, al largo delle coste di Ravenna ed entrerà in funzione dai primi giorni di aprile. La nave di Snam, BW Singapore, avrà una capacità di rigassificazione di circa 5 miliardi di metri cubi. Impianti che si vanno ad aggiungere alle infrastrutture di trattamento del gas naturale liquefatto, presenti a Panigaglia (Liguria), Livorno e Porto Viro (Veneto), portando benefici in ottica di sicurezza del sistema energetico e di diversificazione delle fonti.

GAS, LE PROPOSTE ALL’UE

La principale proposta del Governo italiano per contenere il prezzo del gas limitando la speculazione è l’introduzione di un price cap europeo tra 50 e 60 euro al megawattora. Questo meccanismo prevede la definizione di un limite massimo, che si attiva solo in circostanze particolari. In particolare, il price cap entra in funzione quando il prezzo del gas all’ingrosso del TTF olandese supera per tre giorni di seguito la soglia stabilita a livello europeo.

Tuttavia, dopo averlo introdotto nel 2022, la Commissione Europea non ha mai utilizzato questo meccanismo. A fine gennaio di quest’anno, poi, Bruxelles ha deciso di lasciar scadere il price cap senza per il momento, lasciar trasparire l’intenzione di un rinnovo.



Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link