Vai in pensione dopo 30 anni ma ti pagano come se avessi lavorato per 35: da oggi l’INPS regala 5 anni di contributi | Non pretende nulla in cambio

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Pensione – fonte pexels – sicilianews24.it

Svolta incredibile dell’INPS in merito alla gestione delle pensioni.

La pensione rappresenta la principale prestazione previdenziale contemplata dal nostro ordinamento e consiste in una rendita che viene riconosciuta al lavoratore al raggiungimento di una certa anzianità anagrafica e contributiva ovvero a seguito di eventi che determinino una riduzione permanente, totale o parziale, della sua capacità lavorativa.

Analogamente a quanto avviene in altri Paesi, anche il sistema pensionistico italiano, a seguito della riforma intervenuta nel 1995, poggia essenzialmente su due pilastri: un primo pilastro, costituito dalla previdenza obbligatoria, che viene gestito da enti pubblici (il principale è l’INPS) e che assicura a tutti i cittadini una pensione base; un secondo pilastro, costituito dalla previdenza complementare (o integrativa), che ha carattere volontario e che mira a incrementare il reddito già assicurato all’individuo dalla pensione minima.

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A partire dal 1° gennaio 1996, l’ammontare della pensione base è determinato secondo il sistema di calcolo contributivo, ovverosia in base ai contributi versati dal soggetto nell’arco dell’intera vita assicurativa, e non più in base alle ultime retribuzioni percepite, come invece accadeva prima della riforma del 1995, allorché la pensione veniva determinata attraverso il sistema di calcolo retributivo.

Il meccanismo contributivo si applica integralmente ai soli lavoratori che abbiano iniziato a svolgere attività lavorativa dal 1° gennaio 1996. Il principale ente pubblico gestore delle prestazioni pensionistiche è l’INPS, al quale è affidata la gestione dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (c.d. AGO).

Nuova pace contributiva: chi può beneficiarne

La legge di bilancio 2024 ha reintrodotto la pace contributiva per il biennio 2024-2025, offrendo ai lavoratori la possibilità di riscattare fino a cinque anni di contributi non versati. Destinata ai cosiddetti “contributivi puri”, ovvero coloro che non hanno versamenti precedenti al 1° gennaio 1996, questa misura permette di integrare la propria carriera contributiva per raggiungere più rapidamente i requisiti pensionistici. Il riscatto è disponibile per chi è iscritto all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), alle gestioni speciali per autonomi e alla Gestione Separata, purché i periodi richiesti non siano già coperti da altri fondi previdenziali.

I contributi riscattabili devono riferirsi a periodi successivi al 31 dicembre 1995 e antecedenti al 1° gennaio 2024, senza sovrapporsi a periodi lavorativi già coperti da contribuzione obbligatoria. Questa opzione non è applicabile per i periodi precedenti alla prima occupazione, né per recuperare contributi prescritti. Il riscatto contribuisce sia all’acquisizione del diritto alla pensione sia al calcolo dell’assegno pensionistico, offrendo ai lavoratori una possibilità concreta di colmare eventuali vuoti contributivi.

Documenti
Documenti – fonte pexels – sicilianews24.it

Costi, modalità di pagamento e domanda

L’onere di riscatto viene calcolato con il metodo “a percentuale”, basandosi sulle aliquote contributive vigenti e sull’imponibile degli ultimi 12 mesi. A differenza della misura attiva nel triennio 2019-2021, la nuova pace contributiva non prevede la detrazione del 50% della spesa sostenuta, ma solo la deducibilità fiscale dal reddito complessivo. Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o con una rateizzazione fino a 120 rate mensili, con importi minimi di 30 euro. Tuttavia, la rateizzazione non è concessa se i contributi sono necessari per la liquidazione immediata della pensione o per l’autorizzazione ai versamenti volontari.

La domanda di riscatto deve essere presentata entro il 31 dicembre 2025 esclusivamente tramite il portale INPS, il contact center o i patronati. I datori di lavoro del settore privato possono richiedere il riscatto per conto del lavoratore, destinando eventuali premi di produzione. La circolare dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che tali contributi non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, favorendo un accesso agevolato alla misura per chi intende colmare lacune contributive e anticipare il pensionamento.



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