Veneto. Alessandro Pani riconfermato segretario generale della First Cisl Padova Rovigo

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Alessandro Pani è stato riconfermato segretario generale della First Cisl Padova Rovigo dal congresso del sindacato dei bancari svoltosi all’hotel Petrarca di Montegrotto Terme. Lo affiancheranno nella segreteria Raffaella Ravarra e Nicola Bellon. Nella sua relazione introduttiva, Pani ha messo l’accento sul ruolo delle innovazioni tecnologiche sul lavoro. «L’adozione massiccia nell’intelligenza artificiale – ha sottolineato – ha iniziato a trasformare il mercato del lavoro. L’adozione di tecnologie digitali è diventata una priorità accelerata dalla pandemia. Molti servizi sono stati trasferiti online migliorando l’efficienza, ma riducendo la necessità di filiali fisiche. Gli ultimi Ccnl nel settore del credito sono stati rinnovati con priorità per gli incrementi salariali, più flessibilità per il lavoro da remoto e misure di conciliazione vita-lavoro. La pandemia ha accelerato la domanda di prodotti assicurativi per la salute e per la protezione del reddito». Le ristrutturazioni e le riduzioni del personale, determinati soprattutto dalla contrazione del numero di filiali. rappresentano le sfide principali che attendono il sindacato. «L’aumento dei carichi di lavoro, dello stress lavorativo e degli obiettivi commerciali sempre più ambiziosi – ha aggiunto Pani – ci vedono impegnati a chiedere una revisione delle politiche di gestione delle risorse umane per migliorare il benessere dei lavoratori. Dal 2021 ad oggi le provincie di Padova e Rovigo hanno subito una significativa riduzione degli sportelli bancari, con conseguenti disagi per la popolazione e le imprese locali. Da fine 2023 le chiusure, prima più marcate nelle aree periferiche, hanno iniziato ad essere evidenti anche in città. Secondo il nostro osservatorio, nella provincia di Rovigo il 32% dei Comuni è privo di una filiale bancaria, mentre in quella di Padova la percentuale è inferiore, ma comunque rilevante. Questo comporta disagi per circa 38.000 residenti e 2.350 imprese nelle due province, costretti a percorrere distanze maggiori per accedere ai servizi bancari». Tutto ciò incide sul ruolo sociale delle banche. Pani ha ricordato l’art. 47 della Costituzione, sulla proprietà privata e pubblica: «Questo articolo riguarda anche le banche, che gestiscono risorse private e devono rispettare la funzione sociale del credito. Uno dei grandi effetti negativi causati dalla tecnologia è stato il nostro modo di rapportarci con il tempo. La velocità si trasforma in ansia sul luogo di lavoro, a casa e nei luoghi di socializzazione. L’urgenza soffoca la priorità. Tre lavoratori su 10 sono disponibili a rinunciare a una parte dello stipendio per una migliore il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata. Imparare a distinguere tra ciò che è importante e ciò che è urgente è fondamentale per il nostro benessere e anche per la nostra produttività». Al congresso è intervenuto il pedagogista e imprenditore sociale Johnny Dotti, chiedendosi innanzitutto qual è il punto rilevante perché il sindacato faccia della sua tensione educativa una tensione sociale. «Recuperare il senso della vita. La perdita del senso delle nostre azioni dipende dalla convinzione che non valga ciò che ha un senso, ma ciò che funziona. Vi suggerisco di provare a rimettere il senso prima della funzione, e solo i territori possono riuscirci, solo chi sta vicino alla gente. Il senso, ascoltare gli altri, richiede perdita di tempo. Lasciate fare alle macchine e prendetevi tutto lo spazio dell’umano». Dotti ha quindi lanciato un appello al sindacato perché ritrovi la propria vocazione. «Qual è il patrimonio del sindacato, in una società in cui la comunità non è prevista? – ha chiesto – Il sindacato nasce da questa intuizione. Da un’idea comunitaria. Vedo quindi tre strade possibili, se si accetta la possibilità di stare dalla parte del senso: è necessario coinvolgere i giovani, avere qualcosa da tramandare. Fare le cose non per i giovani, ma con loro. Secondo, riprendere in mano il welfare comunitario, non dal punto di vista del consumo. Infine, dire qualcosa di diverso su quello che sta succedendo nella ristrutturazione bancaria italiana». Non si è sottratto a tale provocazione Riccardo Colombani, segretario generale della First Cisl. «Prendersi cura delle persone non vuol dire solo difendere i loro diritti, ma mettere la persona  al centro di ogni nostra azione – ha esordito – L’Europa è nata con la comunità economica del carbone e dell’acciaio. La grande discontinuità è avvenuta nel 1989 con la caduta del muro di Berlino. La crisi di senso è nata da lì. La Cisl parlava di Stati uniti d’Europa già nel marzo 1917. Ma ora l’Ue ha perso peso economico e politico a livello planetario. Il dovere del sindacalista Cisl è alimentare la speranza e per farlo dobbiamo recuperare il senso di comunità». A proposito della proposta di legge sulla partecipazione, Colombani ha osservato: «Abbiamo tanto lavoro da fare per attuare una forma di partecipazione che risponda alle esigenze dei lavoratori. Attualmente tutte le imprese sono rivolte alla sostenibilità e dobbiamo cogliere questa opportunità. Dobbiamo accompagnare il piano contrattuale dal piano culturale. Dobbiamo coltivare le relazioni sui territori. Abbiamo posto il tema della desertificazione non solo per difendere i posti di lavoro, ma perché si tratta di una questione sociale ed economica. Abbiamo davanti una stagione di grandi opportunità che potremo cogliere solo se riusciremo a creare comunità sindacali e a valorizzare il ruolo del sindacalista». Nelle sue conclusioni, il segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin ha ricordato che «mettere la persona al centro rappresenta per la Cisl la chiave per governare le transizioni in atto. Anche il tema della desertificazione bancaria – ha proseguito – va visto in questa ottica. Lasciare un Comune senza sportelli bancari vuol dire lasciare indietro gli anziani, diminuire la sicurezza per i cittadini e garantire meno risposte per le imprese del territorio. E questo in un momento in cui l’inverno demografico e lo squilibrio tra generazioni sta modificando il modo di rapportarci con l’altro e il concetto di welfare. La cura delle relazioni diventa quindi fondamentale ed è solo attraverso relazioni positive che si potrà concretizzare la partecipazione umana e personale dei lavoratori alla vita delle imprese, in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. Perché la partecipazione permette di evidenziare i bisogni, le criticità, le potenzialità di un ambiente di lavoro. Ora i servizi bancari e assicurativi vengono offerti anche da società che nulla hanno a che vedere con questo settore. Questo eleva la quantità dei servizi offerti, ma non la qualità. C’è il rischio che venga dispersa la professionalità accumulata negli anni dalle compagnie storiche e di impoverire il capitale umano, a cominciare dai lavoratori».



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