“Non ci sottrarremo mai al confronto ma abbiamo ben chiaro la linea del Piave oltre la quale non intendiamo procedere”
“La Magistratura è sempre disponibile a dare il proprio contributo su tutti i temi che riguardano la Giustizia perché questo rappresenta un nostro dovere quali operatori qualificati”. Lo afferma ad Affaritaliani.it Rossella Marro, presidente nazionale di UNICOST, corrente moderata dell’Associazione Nazionale Magistrati, sul possibile confronto tra l’esecutivo e le toghe dopo l’elezione di Cesare Parodi a presidente dell’ANM.
“La circostanza che possa aprirsi un confronto serio con il governo sulla riforma costituzionale è un fatto positivo, fermo restando che ci sono aspetti sui quali non si può “trattare” perché non sono in gioco le prerogative o gli interessi di categoria dei magistrati ma la struttura e la funzione della giurisdizione che riguardano tutti i cittadini italiani”, sottolinea Marro.
Quanto all’elezione di Parodi afferma: “Come gruppo non abbiamo posto veti sulla persona del presidente dell’ANM in quanto è un metodo che non ci appartiene e perché riteniamo che prima delle persone contano il programma e l’azione politica che deve essere condivisa nell’ambito della giunta esecutiva centrale e nell’ANM tutta, alla quale, giova ricordarlo, aderiscono più del 90% dei magistrati italiani. Il gruppo di Unicost costituirà un prezioso fattore di equilibrio in ANM. Non ci sottrarremo mai al confronto ma abbiamo ben chiaro la linea del Piave oltre la quale non intendiamo procedere”, afferma la presidente nazionale di UNICOST.
Ma quali sono i punti su cui non si può “trattare”? “Non sono accettabili i due consigli superiori uno per i giudici è un altro per i pubblici ministeri. Questa situazione comporterà il rischio di conflitti istituzionali tra i due Csm, ma quello dei pm sarà sicuramente più forte dell’altro perché i pm dirigono la polizia giudiziaria ed hanno un rapporto privilegiato con la stampa. I giudici ne usciranno indeboliti e non rafforzati. Ancora non accettabile è la struttura dell’alta corte disciplinare composta solo da giudici della corte di cassazione con conseguente verticalizzazione della Magistratura e le cui decisioni non possono essere impugnate davanti alle sezioni unite della Corte di Cassazione. L’Alta Corte solo per i giudici ordinari ha inoltre un sapore chiaramente punitivo perché avrebbe senso solo se fosse prevista per tutte le magistrature. Infine il sorteggio dei componenti del Csm mina il concetto di rappresentatività (anche gli amministratori di condominio sono eletti e non estratti a sorte tra i condomini) e consegna le scelte che il Consiglio Superiore della Magistratura deve compiere alla componente laica di scelta politica per la quale il sistema del sorteggio risulta notevolmente attenuato”, ammonisce Marro.
Il governo dice di voler rafforzare i poteri dei giudici… “La riforma va in senso opposto alle finalità espresse. Si dice che si vuole un giudice più forte ma con la creazione di un Consiglio Superiore della Magistratura di soli pubblici ministeri questi ultimi saranno invece rafforzati”.
E ancora: “Il sistema del sorteggio dei componenti togati del Csm svilisce la rappresentatività (anche l’amministratore di condominio viene eletto e non estratto a sorte tra i condomini) e consegna l’organo che deve garantire l’autonomia e indipendenza della Magistratura, nell’interesse dei cittadini, alla componente laica scelta dalla politica per la quale il sistema del sorteggio è temperato. L’Alta Corte disciplinare è punitiva perché prevista solo per la Magistratura ordinaria e non per tutte le magistrature”.
Per quale motivo allora la premier e il governo hanno aperto al confronto? “Non sappiamo per quale motivo in questo momento storico il governo si mostra aperto al confronto con la Magistratura, forse il fronte della maggioranza non è così compatto, forse alcuni si sono resi conto della pericolosità della riforma o forse si teme che il referendum possa diventare un referendum sulla politica di governo come già è accaduto in passato“, conclude Marro.
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