“Governo continua a non dirci chi è stato, Meloni di cosa ha paura?”

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Il caso Paragon, con lo spionaggio ai danni del direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato e di attivisti impegnati nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, si rivela sempre più intricato. Nella giornata di ieri, durante il question time alla Camera dei deputati, il ministro Ciriani ha comunicato che lo spyware Graphite è ancora in uso ai nostri servizi di intelligence e ha ribadito che il governo non è a conoscenza di violazioni delle condizioni di utilizzo. Il sottosegretario Mantovano, conversando con i giornalisti, è stato ancora più netto, smentendo categoricamente l’ipotesi che AISI e AISE possano aver utilizzato lo spyware per monitorare l’attività del direttore di un giornale. Il problema, però, è che nessuno ci spiega come sia stato possibile che il cellulare del direttore fosse infettato da un trojan acquistato dal nostro governo.

Domanda che pone anche Matteo Renzi, in un’intervista al nostro giornale, nel corso della quale chiama in causa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “È peggio delle spie della DDR”, comincia l’ex presidente del Consiglio, spiegando: “Se ti entrano nel telefonino con un trojan diventi la spia di te stesso e dai tutte le informazioni a chi ti ascolta. Nel caso di giornalisti e politici, la questione è ancora più grave, perché parliamo delle due colonne della democrazia liberale, ovvero chi cerca la verità e chi si oppone alla maggioranza. E di fronte a una possibilità del genere bisogna che le istituzioni siano serissime nel mettere dei paletti per cui certe cose non si possono fare”. I paletti, teoricamente, ci sarebbero anche, ricorda Renzi, che però sottolinea come in questa vicenda manchino delle risposte fondamentali: “Il governo ci sta prendendo in giro, cambiando discorso e non rispondendo alle domande dell’opposizione. Del resto, è quello che Giorgia Meloni ha fatto per il caso Almasri o per la richiesta di chiarimenti sulla sua casa. In questo caso penso poi che il suo silenzio sia una strategia. Se Meloni parlasse di questa storia, farebbe un danno a se stessa e ai suoi collaboratori”.

Chi ha spiato il direttore Cancellato, dunque?

La questione, nella sua lettura, è tutt’altro che risolta o chiarita dalle dichiarazioni di Mantovano e Ciriani: “Basta guardare come funziona il sistema. Paragon ha uno spyware potentissimo che vende solo ai governi democratici. I quali, a cominciare dagli Stati Uniti, a loro volta chiedono garanzie e mettono dei paletti, tant’è che nelle condizioni di utilizzo del software è specificato che non possono essere spiati giornalisti o politici. Il governo italiano ha firmato questo contratto con gli israeliani e ha dato in uso questo strumento bello tosto a due realtà, i servizi segreti e le forze di polizia”. Prendendo atto del fatto che AISE e AISI hanno ammesso di utilizzare lo spyware, ma nei limiti delle condizioni imposte dalla legge, Renzi si chiede: “Dunque, se non sono stati i servizi, è stato qualcun altro a spiare Cancellato. Ma chi? Ed è qui il governo ci sta prendendo in giro, perché ci deve dire qual è il corpo di polizia che ha ricevuto dal governo questo trojan. Non è difficile, ci sono solo quattro ipotesi: o è stata la Polizia, o i Carabinieri, o la Finanza o la Penitenziaria”. È il punto centrale dell’intera questione, essenziale per capire la matrice dell’azione di spionaggio che ha riguardato il direttore di Fanpage.it: “Perché, se non ha nulla da temere, il governo continua a non rispondere a questa domanda? Cara Giorgia Meloni, se sei così tranquilla, perché non ci stai dicendo chi sta utilizzando Paragon? Saperlo è fondamentale, perché Cancellato non può essere spiato dai servizi in quanto giornalista e va bene. Potrebbe essere invece indagato, dunque dovrebbe esserci un’indagine di qualche procura nei suo confronti. Ma una procura può utilizzare questo strumento solo con l’aiuto di una forza di polizia e solo per reati gravissimi, tipo terrorismo internazionale. E io Cancellato a mettere bombe non ce lo vedo granché…”.

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Un passaggio cruciale, che il governo sta trattando con superficialità: “Se non c’è una cosa di rilevanza internazionale gravissima, tale da mettere il segreto di Stato, deve dirci chi è stato, tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti della penitenziaria, a mettere questo benedetto trojan. A quel punto, vedremo chi è responsabile e vedremo quale testa rotolerà. Perché è evidente che in questa vicenda stiano per rotolare delle teste e vorrei che fossero quelle dei colpevoli, non di qualche capro espiatorio”.

C’è infine il tempo per una considerazione di carattere più generale: “Il problema non è solo la vicenda singola di Cancellato, che pure è gravissima. È un insieme di cose di cui non parla nessuno. Ad esempio, la presidente del Consiglio non viene in Aula per rispondere sulla vicenda Almasri e il servizio pubblico si schiera dalla sua parte. Addirittura Bruno Vespa si prende la briga di difendere le scelte di Meloni davanti a cinque milioni di italiani, dicendo pure il contrario di quello che hanno comunicato Nordio e Piantedosi in Parlamento. Il tutto, mentre la maggioranza impedisce che si riunisca la Commissione di Vigilanza sulla Rai. È un momento particolare, abbiamo una presidente del Consiglio che non chiarisce alcune strane storie, tipo quella macchina del suo ex fidanzato o della sua casa. Per non parlare della caccia all’uomo all’interno dei servizi segreti. Addirittura, per la prima volta nella storia i servizi denunciano un procuratore della Repubblica… Non si era mai visto che un’istituzione ne denunciasse un’altra, è una cosa clamorosa. È il segno di un imbarbarimento, è il segno che questo governo sta minando la serietà delle istituzioni”.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell’area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.





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