Cosa c’è dopo il diluvio? Biblicamente parlando, quanti saranno coloro che potranno salvare il posto di lavoro allo stabilimento Stellantis di Termoli? Il ‘dorato’ mondo green non è mai nato, il mercato non tira e l’Europa si avvia a concretizzare al 5 marzo correttivi per evitare il naufragio del settore automotive. Puntare tutte le fiches sulla Gigafactory di Termoli, a questo punto, si è rivelato un progetto azzardato e sbagliato. E’ vero che il programma Dare Forward che in pompa magna era sostenuto dall’ex Ceo di Stellantis Carlos Tavares individuava la fabbrica delle batterie molisana come la regia della transizione ecologica in Italia, ma ora gli scenari sono molto diversi, oseremmo dire invertiti, e c’è da affrontare anche il nodo dei dazi. Insomma, una tempesta perfetta, che sconterà anche il nuovo rincaro energetico. Dinanzi a tutto questo, che succederà in Molise? Le parole del vertice di Totalenergies hanno gettato nel panico coloro che speravano che nel 2025 si confermasse il piano industriale di Acc. Ma se Patrick Pouyanné ha dichiarato in modo lapidario che sarebbe opportuno investire solo sul sito francese, di cu è attivo solo il primo modulo, c’è chi evidenzia persino problemi di tenuta occupazionale sulle linee transalpine. Matthieu Hubert, segretario generale della società specializzata in batterie per veicoli elettrici, ha dichiarato a Sud Ouest che la transizione all’elettrico si sta rivelando più complessa del previsto. Per questo motivo, Acc ha avviato trattative con le parti sociali per un accordo di risoluzione collettiva, che prevederebbe uscite volontarie. Sebbene le discussioni siano ancora in corso, Hubert non ha confermato la possibile eliminazione di circa 100 posti di lavoro, per lo più nelle funzioni di supporto, su un totale di 2.000 impiegati in Francia, come riportato dalla stampa locale. Le eventuali risoluzioni anticipate dei contratti potrebbero avere conseguenze dirette sul centro di ricerca e sviluppo dell’Automotive Cells Company (Acc) con sede a Bordeaux, così come sugli uffici della direzione generale situati a Parigi. Tuttavia, queste misure non andrebbero a influenzare l’attività della gigafactory recentemente inaugurata a Douvrin, che continuerà la produzione, seppur a un ritmo contenuto, delle batterie destinate a diversi modelli elettrici. Tra questi figurano la Peugeot e-3008 e la Peugeot e-5008, oltre all’Opel Grandland Electric, veicoli assemblati negli stabilimenti produttivi situati in Francia e in Germania. La fabbrica di Douvrin, quindi, manterrà il proprio ruolo strategico nella fornitura di componenti essenziali per l’elettrificazione della gamma dei marchi coinvolti, senza subire gli effetti delle possibili riduzioni di personale previste per altre sedi da Automotive Cells Company – Acc (Fonte ClubAlfa). Proprio Pouyanné aveva precisato, ulteriormente, che «È noto che la produzione di celle è una questione complicata che richiede molta competenza in ambito chimico. Non si tratta semplicemente di robot da utilizzare come in una fabbrica di automobili». Reduce dal Cae di Amsterdam e dalla manifestazione a Bruxelles, il segretario della Fim-Cisl Molise, Marco Laviano, ha riunito ieri mattina i rappresentanti sindacali per un direttivo straordinario, confronto con chi è a stretto contatto nel Termoli Plant coi quasi 2mila lavoratori, che ormai vivono in una bolla di totale incertezza. Nella dinamica del dialogo, è emerso anche che si vorrebbe Termoli come un dossier nazionale e non soltanto territoriale, ma pare che questa attenzione fatichi a ingranare. La Fim è in fase precongressuale e sicuramente da qui a metà marzo, i riflettori non mancheranno di accendersi. Intanto, lo stesso Laviano invoca una strategia differente, una sorta di piano B, per evitare la desertificazione produttiva a Rivolta del Re. «Anche noi raccogliamo, registriamo comunque, notizie che non vanno nella direzione che ci aspettavamo. Nel senso che Stellantis continua ad attendere Acc, continua ad attendere la ricerca e lo sviluppo di batterie che siano performanti, che abbiano un basso costo sulle produzioni, che siano ricaricabili in tempi brevi. È chiaro che però quello che stiamo vedendo e quello che stiamo registrando su tutto il territorio europeo, ma dico anche mondiale, è che probabilmente una fase di attesa, di stallo, sulla questione della transizione e questo non fa altro che spostare il discorso della Gigafactory. Tutti noi ci aspettavamo entro metà anno che arrivassero le notizie importanti, ma possiamo quasi esser sicuri che questo non avverrà. Non avverrà perché le direttive europee che probabilmente usciranno il 5 marzo, con ogni probabilità andranno incontro ai costruttori di auto». Laviano, inoltre, evidenzia che Stellantis non sia dicendo nulla in merito e soprattutto il manager Imaparato non ha speso una parola sullo stabilimento di Termoli. «Quello che a noi interessa, quello che al territorio interessa, è mantenere le proprie attuali propulsioni e nel caso non dovessimo nei prossimi mesi avere conferma della Gigafactory, avere dei progetti, dei prodotti nuovi che facciano sì che Termoli torni ad essere produttiva, perché in virtù della transizione, ha già visto chiudere dei reparti, ha già visto tante persone lasciare lo stabilimento con le uscite volontarie, ma non possiamo permettere più che questo territorio continui a perdere ancora capacità occupazionale e non possiamo permettere che Stellantis in ottica della transizione continui a togliere produzioni a questo sito con scelte strategiche che oggi non stanno ripagando il gruppo». Sull’incontro di ieri, Laviano sottolinea che «Abbiamo avuto una riunione straordinaria perché in questo periodo, partecipando anche a tavoli europei, registriamo quelle che sono le preoccupazioni a carattere generale e diffuso. Per quanto riguarda i nostri sindacati italiani, ma soprattutto quelli europei, le dinamiche, oggi che in qualche modo accomunano tutti, Italia ed Europa, sono le medesime. C’è la scelta da parte del governo europeo di andare a favore della transizione che non è meglio definita e che sembra sia in procinto di essere rivista, ma allo stesso tempo registriamo tutti le stesse preoccupazioni che il gruppo in qualche modo nell’ottica del taglio dei costi sta riducendo il personale; sta rivedendo le proprie produzioni e in qualche modo la preoccupazione sulla delocalizzazione di alcuni prodotti. Ci mette ci mette in uno stato di pre-allarme».
Per Francesco Guida, segretario territoriale della Uilm: «Le dichiarazioni di Patrick Pouyanné, numero uno di TotalEnergies, confermano un quadro che denunciamo da tempo: l’Italia rischia di restare esclusa dagli investimenti strategici per la transizione industriale ed energetica del settore automotive. Se da un lato emerge il parziale disimpegno di TotalEnergies sulla Gigafactory di Termoli, dall’altro resta un grande punto interrogativo sulle reali intenzioni di Stellantis, che dovrà chiarire il proprio piano industriale. Proprio per questo, dopo la manifestazione di Bruxelles e gli incontri con gli europarlamentari, abbiamo avanzato richieste precise: vogliamo certezze su Termoli. Chiediamo l’assegnazione di uno o più prodotti di meccanica tradizionale, per garantire continuità occupazionale e produttiva. Allo stesso tempo, è fondamentale comprendere il destino della Gigafactory e se Stellantis intenda ancora investire sul sito. Il 19 marzo il presidente di Stellantis Elkann sarà in Parlamento: ci aspettiamo risposte chiare. Inoltre, all’inizio di marzo, l’incontro europeo sull’automotive sarà un altro passaggio cruciale per definire il futuro della transizione industriale. L’Italia non può essere marginalizzata mentre altri Paesi concentrano su di sé tutti gli investimenti. La nostra mobilitazione continua: il settore automotive italiano ha bisogno di politiche industriali serie e di impegni concreti da parte di chi ha responsabilità nelle scelte strategiche. Noi continueremo a batterci affinché Termoli non venga sacrificata».
Per Giovanni Mercogliano (Fismic-Confsal): «Se le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Totalenergies fossero confermate si prospetterebbe uno scenario catastrofico per il territorio di Termoli e per l’intero settore automotive in Italia. La realizzazione della Gigafactory a Termoli è fondamentale per la transizione all’elettrico e il mantenimento dei posti di lavoro. Il Ministro Urso e la Regione Molise avevano garantito nuovi fondi per la costruzione della nuova fabbrica di batterie a Termoli. Il fatto che uno dei tre soci di Acc si stia defilando dagli impegni presi è molto grave. Si ritiene necessario un chiarimento da parte di Acc e anche da parte del governo italiano, che si faccia chiarezza sul futuro delle lavoratrici e lavoratori Stellantis di Termoli».
A chiedersi «Che fine farà il progetto della Gigafactory di Termoli?» anche il sindaco di Isernia, Piero Castrataro.
«Preoccupano, davvero tanto, le dichiarazioni del numero uno di TotalEnergies, partner di Stellantis e Mercedes, sull’intenzione di potenziare lo stabilimento francese e rinunciare a quelli italiano e tedesco.
Rischiano quindi di trovare conferma, nonostante la valanga di rassicurazioni arrivata dalla “filiera istituzionale”, i timori nati la scorsa estate quando l’operazione per la realizzazione della fabbrica di batterie termolese era stata “congelata” da ACC – Automotive Cells Company, nell’intento di “rivedere le strategie”.
Le affermazioni di Pouyanné gettano nuove ombre di incertezza sul futuro di uno degli investimenti più importanti per il nostro territorio.
In gioco c’è la stabilità occupazionale di molte famiglie molisane. Il settore automotive, che rappresenta il 20% della forza lavoro privata in Molise, è un pilastro fondamentale per la nostra economia.
Ѐ, dunque, cruciale che Governo e Regione mettano in campo azioni chiare e tempestive e che pretendano risposte certe per evitare che si resti in balìa dell’insicurezza.
La Gigafactory è per Termoli e per il Molise una grandissima occasione di riscatto e l’opportunità di diventare punto di riferimento nazionale nella transizione verso l’elettrico. Il naufragio di questo progetto, che prevede di dare lavoro a 2000 operai, sarebbe un altro duro colpo allo sviluppo del Molise.
Qui serve un po’ di determinazione!».
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