Risiko bancario, quante filiali sono state chiuse in Italia nel 2024 – StartUp Magazine

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Continua il processo di disimpegno dai territori delle banche italiane. Complice anche gli effetti del risiko bancario, a livello nazionale, le filiali sono scese sotto quota 20mila. È la fotografia scattata dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che ha elaborato i dati resi disponibili al 31 dicembre 2024 da Banca d’Italia e Istat, da cui emerge che quasi la metà dei comuni italiani è priva di sportelli: 3.381, il 42,8% del totale, 101 in più rispetto al 2023.

Entrando nel dettaglio dei numeri, nel 2024 le banche italiane hanno chiuso 508 sportelli, portando il loro numero complessivo a livello nazionale sotto quota 20mila. Nel complesso il calo è stato del 2,5% rispetto alla fine del 2023, con una forte accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno, nel quale sono stati chiusi 432 sportelli. In altre parole, in soli tre mesi circa 230mila italiani hanno perso la possibilità di entrare in una banca nel loro comune di residenza.

I tagli alla rete fisica non hanno investito in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite – spiega l’analisi di First Cisl – sono state Valle d’Aosta (- 7,5%), Umbria (- 4,3%) e Sardegna (- 3,9%). Decisamente meno pesante il conto per Emilia Romagna (- 0,9%), Calabria (- 0,6%) e Liguria, dove il saldo tra aperture e chiusure è risultato invariato.

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Le chiusure complessive, in realtà, hanno raggiunto quota 609, ma a livello statistico il dato è alterato dalle 101 aperture operate, in modo pressoché uniforme sul territorio nazionale, con l’eccezione di alcune zone del Sud, da Banca Private Cesare Ponti. Si tratta di strutture ricavate all’interno di filiali già esistenti del Gruppo Bper e che sono dedicate al private banking, secondo una tendenza che si va consolidando nel sistema bancario italiano.

In fuga dai comuni

Tutto questo ha comportato che, nel 2024, altri 101 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio. Solo negli ultimi tre mesi, i peggiori dall’inizio delle rilevazioni dell’Osservatorio della Fondazione Fiba, sono stati 82.

Il numero complessivo ha quindi raggiunto quota 3.381, pari al 42,8% del totale. Non aumenta però solo il numero, ma anche le dimensioni dei centri colpiti dalla desertificazione: per la prima volta rimane senza sportello un comune con più di 20mila abitanti (Trentola Ducenta, in provincia di Caserta).

“È facile ipotizzare, tuttavia, che la graduatoria comprenda a breve centri ancor più popolosi, vista la presenza di comuni con un solo sportello che raggiungono quasi i 35mila abitanti, come Mugnano di Napoli. Altro dato che risalta è la presenza tra questi ultimi di un comune piemontese, Rivalta di Torino, a dimostrazione che la linea della desertificazione si sta spostando sempre più a Nord” spiegano da First Cisl.

Nel frattempo, aumenta anche il numero delle persone che non ha accesso ai servizi bancari o rischia di perderlo: sono circa 11 milioni, mezzo milione in più rispetto ad un anno fa. Di queste, oltre 4,6 milioni (+ 6,5%) vivono in comuni totalmente desertificati; quasi 6,3 milioni (+ 4,5%) in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello. In aumento , inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 282.688, 18.834 in più rispetto al 2023.

La mappa delle province

L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. La graduatoria che emerge vede a dicembre 2024tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia.

“L’accelerazione delle chiusure nell’ultimo trimestre del 2024, il peggiore da quando l’Osservatorio della Fondazione Fiba ha iniziato le sue rilevazioni, ci dice che le banche intendono continuare a comprimere i costi riducendo la loro presenza sul territorio – sottolinea il Segretario generale First Cisl Riccardo Colombani – A preoccupare non è solo il numero dei comuni abbandonati, che si sta avvicinando alla metà del totale, ma anche le loro dimensioni. Il processo di ulteriore concentrazione del sistema, che si profila con le operazioni annunciate nelle ultime settimane, potrebbe portare a breve, con le sovrapposizioni tra le reti fisiche sui territori, a riduzioni di costo basate su nuovi tagli di sportelli e servizi e ad una ulteriore contrazione dell’occupazione nel settore. Comuni sempre più grandi, in questo caso, vedrebbero chiudere anche l’ultimo sportello, con gravi disagi per le comunità e soprattutto per le persone fragili”.

Riproduzione; WallStreetItalia



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