Le violenze sessuali dell’Oss sull’anziana della casa di riposo: “Patatina mia, quando famo l’amore?”

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“Riprovevoli”. Così il comandante provinciale dei carabinieri di Viterbo Massimo Friano ha definito le immagini e i video intercettati durante le indagini per maltrattamenti sugli anziani a Villa Daniela, la casa di riposo degli orrori di Latera. E riprovevole è quanto emerge dalle 265 pagine dell’ordinanza della gip Savina Poli che ha disposto misure cautelari per sei operatori sociosanitari della struttura, che oggi compariranno davanti alla giudice per gli interrogatori di garanzia.

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Sette anziani morti

Tre sono in carcere e altrettanti sospesi dal lavoro. A Mammagialla il 23enne di Pitigliano Carmine Battiloro e il 36enne di Tuscania Mirko Tosi, nel penitenziario di Civitavecchia invece la 52enne di origini rumene ma residente a Marta Marinela Ciasar. Divieto di esercitare la professione per un anno per Eugenia Monelli (31enne di Grotte di Castro) e per Tommaso Curio (59enne di Ischia di Castro), mentre per sei mesi per Domenico Renzetti (49enne di Onano).

Ventuno le persone offese accertate durante le indagini coordinate dal pm Flavio Serracchiani. Anziani nati tra il 1927 e il 1950, sette dei quali nel frattempo sono morti. Avrebbero subito abusi fisici, psicologici e, in un caso, sessuali. L’unico indagato anche per violenza sessuale è l’operatore Mirko Tosi. Vittima una 85enne, deceduta a novembre.

Anziani minacciati di morte nella casa di riposo degli orrori: “T’ammazzo con le mie mani”

Intercettazioni shock

Gli episodi di abusi ricostruiti vanno da luglio a fine settembre. Tosi, più volte, si sarebbe rivolto all’anziana con espressioni: “Amore mio”, “Tirame un bacetto”, “Se mi tiri un bacetto te lascio sta”, “Ti tocco la topa?”, “Famme vede’ ‘ste cosce”, “Quando gli diamo?”, “Vengo sopra io o vieni sopra te?”. In questo periodo, come riporta la gip Poli, “vi sono stati anche baci dati sulla bocca o, comunque, sul volto (in una occasione dopo aver bloccato il volto dell’anziana), abbracci e carezze, che sono stati accompagnati da allusioni sessuali”.

I fatti più gravi nella seconda metà di settembre. Il 21 l’operatore indagato avrebbe toccato le parti intime della 85enne, prima con la mano e poi con il manico della scopa/lavapavimenti che stava usando per le pulizie della stanza. “La donna – riportano gli inquirenti – inizialmente si oppone con un ‘Nooo’ e poi, a seguito delle insistenze dell’uomo, protegge le parti intime con un braccio”. Quel giorno Tosi sarebbe entrato in stanza anche una seconda volta. “Dopo aver chiesto le attenzioni della donna e aver ricevuto un rifiuto – è ricostruito nell’ordinanza -, per due volte le tocca la zona genitale con l’estremità del manico della scopa/lavapavimenti. L’anziana nella prima occasione rimane inerme, mentre nella seconda tenta di allontanare il bastone con le gambe e invita l’operatore a stare fermo”. Nonostante l’intimazione, però, “Tosi tocca, anche con la mano, la zona pubica dell’anziana che, anche in questo caso, con un ginocchio cerca di opporsi, allontanando il braccio dell’operatore e invitandolo a stare fermo”.

Nel mentre le avrebbe detto: “Bella, me lo fai un sorrisetto? Bambolina mia, tirame un bacetto”.

Maltrattamenti in casa di riposo a Latera

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Maltrattamenti e violenze mentre è legata al letto

La settimana successiva, il 27 settembre, gli abusi sarebbero avvenuti mentre l’indagato metteva a letto l’85enne. “La tocca – scrivono gli inquirenti – più volte nelle parti intime contro la sua volontà e la bacia, nonostante lei cerchi di opporsi e manifesti un espresso rifiuto”. Esplicite le parole di Tosi intercettate, che arriva a chiedere: “Quando famo una trombata?”. Non solo frasi, l’operatore avrebbe agito anche materialmente: “La bacia sulla guancia e porta la sua mano tra le gambe dell’anziana”.

Un paio di giorni dopo, il 29 settembre, gli atti sarebbero diventati ancora più gravi. L’anziana è legata con i polsi al letto, quindi impossibilitata a muoversi. È stata immobilizzata alle 6,55 e lo resterà fino alle 5,40 del giorno dopo, quindi per quasi 24 ore. L’indagato l’avrebbe strattonata e scossa violentemente, “provocandole dolore”. Le avrebbe dato anche due testate, e il rumore viene rilevato pure dagli strumenti di intercettazione installati dai carabinieri. Poi le avrebbe messo la mano tra le gambe, che avrebbe toccato anche con un bastone eseguendo movimenti avanti e indietro. Poi avrebbe scoperto l’85enne e avrebbe portato la mano sotto le coperte, in direzione dell’inguine e poi sul viso.

Nel mentre le avrebbe detto: “Quando famo l’amore? Dammi un bacino. Bella, quanto sei bella? La mia patatina, sei la mia patatina tu? Sei l’amore mio”.

Quel 29 settembre, “nel corso del turno di servizio, l’indagato entra nella stanza dell’anziana per ben dieci volte – mettono nero su bianco gli inquirenti -. Si è trattato di pretesti per rivolgere le sue attenzioni all’anziana. L’operatore, con petulanza, ha assunto atteggiamenti univocamente sessuali. In alcune circostanze, l’anziana si è opposta agli approcci dell’indagato: ‘Levati, levati, levati’, ‘Sta’ fermo’, ‘Mi fai male'”.

Casa di riposo Villa Daniela a Latera

La gip: “L’anziana ha provato a opporsi”

La gip Savina Poli, nell’ordinanza con cui ha disposto il carcere per Tosi, scrive: “Gli atti sono stati compiuti a fronte dell’opposizione e del rifiuto della vittima, più volte manifestato all’indagato. Sono stati realizzati mediante costrizione, essendosi trattato di gesti repentini e irruenti, come tali elusivi della libertà sessuale della vittima, in quanto non evitabili o comunque posti in essere in presenza di un dissenso espresso o, ancora, approfittando della circostanza che l’anziana fosse legata al letto e incapace di opporsi alle condotte e anche con costrizione derivante da abuso di autorità”. Non solo molestie ma anche umiliazioni e maltrattamenti. “Condotte lesive della dignità dell’anziana e che hanno inciso sul suo benessere psicofisico – conclude la gip Poli -. In alcuni casi, peraltro, Tosi ha anche scosso bruscamente e colpito l’anziana. Si è rifiutato, inoltre, di slegarla, nonostante una sua espressa richiesta in tal senso”.

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