Turismo in Sicilia, una riforma per riordinare il settore ricettivo: ecco cosa cambia

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Con oltre 447 milioni di presenze negli esercizi ricettivi nel solo 2023, il turismo italiano ha raggiunto numeri da record

Con oltre 447 milioni di presenze negli esercizi ricettivi nel solo 2023, il turismo italiano ha raggiunto numeri da record, come testimoniato dall’ultimo report realizzato da Istat su “società” e “flussi turistici”, pubblicato dal QdS lo scorso dicembre.

Sicilia protagonista

Protagonista di questa crescita esponenziale è proprio la Sicilia, tra le mete preferite soprattutto dagli stranieri. Secondo i dati, l’Isola ha registrato un significativo incremento di presenze turistiche rispetto al 2022, superando anche i livelli pre-pandemici del 2019. Le circa 16 milioni e mezzo presenze turistiche hanno fatto registrare un incremento dell’11,3% rispetto al 2022 e dell’8,8% rispetto al 2019. Ma la deregulation generale del settore ha continuato a regnare sovrana. Per questa ragione, lo scorso luglio, la Regione è entrata a far parte del sistema del CIN, il Codice Identificativo Nazionale che possa arginare il tema degli affitti in nero. Il primo passo sarà la riforma in discussione all’Ars e che dovrebbe essere approvata martedì prossimo su proposta dell’assessora Elvira Amata.

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Una riforma per arginare il “Far West”

La Sicilia si prepara dunque a vivere una vera e propria rivoluzione nel settore turistico grazie a una riforma attesa da anni e mirata a riorganizzare un ambito divenuto, secondo l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata, un autentico “Far West”. La legge introduce nuovi obblighi e regole per le strutture ricettive, con l’obiettivo di migliorare qualità e trasparenza in uno dei comparti economici più importanti dell’Isola.

La proposta

La proposta normativa prevede interventi su più fronti, dalla classificazione delle strutture ricettive all’introduzione di un Codice Identificativo Nazionale (CIN) obbligatorio per ogni attività alberghiera ed extra-alberghiera, cui la Sicilia ha de facto già aderito lo scorso luglio. Questo codice, già introdotto per decreto alcuni anni fa in altre regioni, sarà ora regolamentato dalla legge e indispensabile per la pubblicazione di annunci e per garantire una maggiore trasparenza. Ogni struttura sarà obbligata a esporre il proprio codice, pena una sanzione che potrà variare dai 500 ai 2.500 euro.

Le novità

Tra le novità più significative della riforma figura anche una revisione delle tipologie di strutture ricettive e delle regole che le governano. La normativa si propone di definire in modo chiaro e dettagliato le categorie esistenti, includendo alberghi, condhotel, affittacamere, bed & breakfast, agriturismi, marina resort e boat & breakfast. Inoltre, vengono introdotti standard minimi per le case vacanze, che dovranno disporre di servizi igienici e cucine autonome, garantendo così un livello di accoglienza adeguato alle aspettative del mercato turistico contemporaneo.

Obiettivi e visione del governo

«L’obiettivo del governo è quello di mettere ordine in un settore divenuto un Far West», ha dichiarato l’assessore Amata, sottolineando l’importanza di garantire qualità e competitività all’offerta turistica siciliana. La riforma, secondo l’assessore, non si limita a imporre nuove regole, ma mira a valorizzare il settore, rispondendo alle esigenze di un mercato in continua evoluzione e alle aspettative di un turismo sempre più esigente.

Il governo regionale ha voluto adottare un approccio pragmatico, cercando di bilanciare l’esigenza di regolamentazione con la necessità di non ostacolare gli operatori del settore. Alcune norme, in particolare quelle riguardanti i bed & breakfast (B&B), hanno generato dibattiti accesi all’interno del Parlamento. Tra i punti più controversi vi è la gestione degli immobili durante i periodi di chiusura stagionale e le modalità di affitto per altri scopi. Questi aspetti, che hanno rallentato l’approvazione del testo, sono stati oggetto di ulteriori approfondimenti e revisioni.

Controlli e sanzioni

Un capitolo cruciale della riforma riguarda l’introduzione di un sistema di controlli e sanzioni per garantire il rispetto delle nuove normative. I gestori che non comunicano i dati sugli ospiti rischiano multe che vanno dai 100 ai 600 euro per ogni documento non trasmesso. Inoltre, la mancata presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) potrà comportare sanzioni tra i 1.000 e i 6.000 euro.
Un altro aspetto significativo riguarda le strutture che dichiarano classificazioni superiori a quelle effettivamente offerte. Chi, ad esempio, attribuisce alla propria struttura un numero di stelle non corrispondente ai servizi erogati potrà essere multato fino a 2.500 euro. Queste misure intendono garantire un allineamento tra le aspettative dei turisti e la realtà dei servizi offerti, rafforzando così la credibilità del settore.

La riforma

La riforma rappresenta un passo fondamentale per il turismo siciliano, un settore che da sempre costituisce uno dei pilastri dell’economia regionale. L’introduzione di regole più rigide e trasparenti punta a migliorare la qualità dell’offerta e a garantire standard più elevati, rendendo la Sicilia una destinazione sempre più attraente per i visitatori nazionali e internazionali.

Nonostante le criticità iniziali e i dubbi sollevati da alcuni operatori del settore, molti ritengono che la riforma possa rappresentare un’opportunità per modernizzare e professionalizzare l’intero comparto. La Sicilia, con le sue bellezze naturali, il patrimonio culturale unico e l’ospitalità che la contraddistingue, ha tutte le carte in regola per diventare un modello di eccellenza nel turismo internazionale, che numeri alla mano continua a premiare la bellezza della Valle dei Templi e quella del comprensorio di Taormina, entrambi tra i siti archeologici più visitati della Sicilia.

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Il successo della riforma dipenderà anche dalla capacità delle istituzioni di garantire un’applicazione efficace delle nuove norme e di sostenere gli operatori nella fase di transizione. In tal senso, sarà fondamentale il ruolo degli enti locali e delle associazioni di categoria, che dovranno collaborare per assicurare una comunicazione chiara e un supporto adeguato a tutti i soggetti coinvolti.
Con questa riforma, la Sicilia si propone di affrontare le sfide di un mercato globale sempre più competitivo, puntando su innovazione, qualità e sostenibilità. Il settore turistico, che già oggi rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia dell’isola, potrebbe così diventare un volano ancora più potente per lo sviluppo regionale.





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