“La Puglia non dimentica”. Nella Giornata della memoria studenti protagonisti

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Numerose a Bari e nel resto della Puglia le iniziative promosse lunedì 27 gennaio in occasione del Giorno della memoria delle vittime dell’Olocausto.

Emiliano, la Puglia non dimentica

“La Puglia ricorda una delle ferite più profonde della storia dell’umanità causata dalla follia nazifascista. In tutta la regione, scuole, istituzioni, associazioni e cittadini sono impegnati a tenere viva la memoria e a rinnovare gli anticorpi della democrazia”. Sono le parole del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Le numerose attività – prosegue – sono il segno di una Puglia responsabile, che sceglie di non dimenticare. Condannando oggi e sempre l’antisemitismo, ci impegniamo a condannare anche ogni forma di violenza e discriminazione che minaccia i diritti fondamentali delle persone”.

Le medaglie in prefettura

Una giornata per ricordare le vittime della Shoah e la storia dei rifugiati in Puglia. Questo l’obiettivo dell’iniziativa, tra le altre svolte in città, promossa dalla Prefettura di Bari intitolata “Giorno della memoria 2025 – Rifugiati in Puglia tra guerra e liberazione 1943-1947″. È stata realizzata in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e dell’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (Ipsaic). All’iniziativa, aperta dal prefetto Francesco Russo, hanno partecipato alcuni studenti dell’università Aldo Moro e del liceo artistico De Nittis-Pascali.

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Nel corso della giornata sono state consegnate otto medaglie d’onore alla memoria, concesse con decreto del presidente della Repubblica ai familiari dei cittadini deportati e internati nei lager tra il 1943 e il 1945. Si tratta di Domenico Ciliberti, Domenico Leonetti, Giuseppe Marcone, Salvatore Mariano, Carlo Albergo, Salvatore Panzarino, Francesco Strippoli e Nicola Labellarte. Tutti ventenni o poco più al momento della deportazione nei lager.

Cerimonia in Comune

“È molto importante che giornate come questa, dedicate alla memoria, non siano soltanto un esercizio retorico di circostanza, ma siano giornate che ci facciano riflettere su quello che è accaduto, perché conoscere esattamente il nostro passato ci consente di proiettarci verso il futuro e di fare in modo che quelle tragedie che si sono consumate del passato non abbiano più a verificarsi”. Lo ha detto il sindaco di Bari, Vito Leccese, in occasione delle celebrazioni dedicate al Giorno della memoria. “Purtroppo – ha aggiunto – ci troviamo nuovamente di fronte a una recrudescenza di quella stupidità umana che ha provocato i campi di concentramento e tante morti”, per questo occorre “fare in modo che i comportamenti quotidiani siano sempre ispirati alla non violenza e all’antifascismo”.

Fra i momenti più importanti della giornata, la cerimonia in ricordo di Filippo D’Agostino, sindacalista, consigliere comunale di Bari, antifascista e medaglia d’oro al valor militare, deportato e ucciso nel lager nazista di Mauthausen, organizzata dal Comune in collaborazione con Anpi, Ipsaic, Anpia, Cgil Bari, Arci e Coordinamento provinciale antifascista. Il sindaco e il prefetto hanno deposto una corona di fiori sulla targa commemorativa affissa nella sala consiliare di Palazzo di città.

Lecce, il messaggio della sindaca

Il libro Se questo è un uomo di Primo Levi, deportato ad Auschwitz a 24 anni, racchiude “meglio di ogni altra cosa il senso del Giorno della memoria. Il suo racconto, spesso crudo e realistico, è stato per le generazioni del dopoguerra una riflessione straziante, un invito a comprendere quali livelli possa aver toccato l’aberrazione umana. Perché la memoria di quell’immenso dramma non solo non vada perduta, ma possa divenire il più forte antidoto contro l’evolvere del male e della violenza che possono diventare spietato sistema”. Le parole della sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone, citando un passaggio del libro: “‘Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per un tozzo di pane, che muore per un sì o per un no’. “La Giornata della memoria – dice Poli Bortone – rivolte soprattutto ai giovani, proprio come il libro di Levi, sono un monito severo: guardare nel dolore più devastante, quello che l’uomo è stato in grado di provocare. E reagire alla sua minaccia con le armi più importanti che abbiamo: il ricordo, la consapevolezza e la ricerca culturale che sono l’alimento più prezioso del nostro essere umani”.

A Barletta cerimonia a scuola

Un cofanetto blu che contiene quanto di più prezioso una figlia, orfana di padre per mano del nazifascismo, possa avere tra le mani: una medaglia in memoria di quel papà che ha provato, sulla sua pelle, l’odio e la brutalità. Maria Pellegrini è una dei 31 familiari a cui anche a Barletta sono state consegnate le medaglie d’onore conferite dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La cerimonia si è svolta in un istituto scolastico della città perché “la scuola è il luogo privilegiato in cui educare i giovani alla fraternità e per far capire che l’odio è un sentimento che non bisogna mai nutrire”, ha spiegato la prefetta della Bat, Silvana D’Agostino.



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