Istruzione, oltre 250 milioni di bambini nel mondo non frequentano la scuola
E’ il dato emerso dal Global Education Monitoring Report 2024 dell’Unesco
28 gennaio 2025
NAPOLI – Nel mondo oltre 250 milioni bambini e bambine, ragazzi e ragazze non frequentano la scuola: è il dato emerso dal Global Education Monitoring Report 2024 dell’Unesco. Il rapporto individua nel sotto investimento cronico la principale causa della crisi globale nell’istruzione, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. Stando ai dati rilevati, la distribuzione geografica dei giovani esclusi dall’istruzione evidenzia che oltre la metà di loro risiede nell’Africa sub-sahariana.
Le differenze negli investimenti tra Paesi sono ampie: in circa il 40% delle nazioni, le risorse dedicate all’istruzione rappresentano meno del 15% della spesa pubblica complessiva e meno del 4% del Pil. Nel 2022, i paesi a basso e medio reddito hanno destinato solo 55 dollari per studente, mentre nei paesi ad alto reddito la spesa per studente è stata di 8.543 dollari.
Disparità, anche se non così estreme, si trovano anche nelle diverse condizioni di giovani e giovanissimi delle città metropolitane italiane. Secondo il report Istat di dicembre 2024, nel 2022 la spesa pro capite sostenuta dai Comuni per i servizi educativi per la prima infanzia in tutte le città metropolitane del Nord e del Centro è al di sopra del valore medio delle città metropolitane (1.442 euro per bambino residente fino a 2 anni), escluse Venezia e Torino. Nel Mezzogiorno, invece, l’importo non supera i 600 euro, ad eccezione di Cagliari, con il valore minimo a Catania (253 euro per bambino).
Nell’anno educativo 2022/2023 tutte le città metropolitane del Centro e del Nord, esclusa Venezia (30,1%), superano il parametro di un posto nei servizi educativi per la prima infanzia ogni tre bambini fino a 2 anni. Valori massimi a Bologna e Firenze (oltre il 45%), quelli minimi a Napoli (12,3%) e Catania (11,4%). Nel Mezzogiorno soltanto la città metropolitana di Cagliari (40,5%) supera il target del 33%.
Anche per quanto riguarda le competenze alfabetiche e numeriche si evidenzia, secondo l’Istat, una netta disparità tra le aree geografiche del Paese. Nell’anno scolastico 2022/2023 nelle città metropolitane di Palermo, Reggio Calabria, Napoli e Catania i valori più critici di studenti delle scuole secondarie di primo grado con livelli insufficienti per le competenze alfabetiche (oltre il 48%) e per le competenze numeriche (oltre il 60%). I migliori risultati sono raggiunti dagli studenti iscritti nelle scuole delle città metropolitane di Milano e Bologna, dove i low performer non superano il 36% in entrambe le aree di apprendimento. Nella città metropolitana di Roma e in quelle del Mezzogiorno la quota di studenti delle scuole secondarie di secondo grado che non raggiungono livelli adeguati di competenze alfabetiche e numeriche è superiore alla media italiana, con svantaggi rilevanti per alcune città: Napoli (66,8%), Reggio Calabria e Palermo (61%) per le competenze alfabetiche; Napoli (70,2%), Palermo (68,1%) e Catania (65,4%) per le competenze numeriche.
Su tutto questo, ma anche su altro, si prova a far luce con la Giornata internazionale dell’educazione, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni unite nel 2018 per riconoscere l’educazione come diritto umano fondamentale e leva indispensabile per lo sviluppo sostenibile. La giornata si celebra il 24 gennaio e per il 2025 il tema scelto è ‘AI and Education: Human Agency in an Automated World’ per sottolineare il ruolo cruciale dell’educazione nell’aiutare individui e comunità a comprendere, affrontare e influenzare i rapidi progressi tecnologici. L’istituzione della Giornata internazionale dell’Educazione è una scelta significativa e di grande importanza perché offre un momento di riflessione e sensibilizzazione mondiale sull’istruzione come diritto fondamentale e strumento di cambiamento sociale. Permette, inoltre, di mettere in evidenza gli ostacoli che ancora impediscono a milioni di bambini e giovani di accedere a un’educazione di qualità e di ribadire la necessità di azioni concrete per superare queste barriere. Il concetto da non perdere mai di vista quando si parla di educazione e di istruzione è che promuoverle in tutte le loro forme, e a tutti i livelli, non solo aiuta le persone a migliorare la propria vita individuale, ma favorisce anche il benessere delle comunità e delle società nel loro complesso. La possibilità di accedere a un’istruzione inclusiva e di qualità contribuisce a ridurre le disuguaglianze sociali, economiche e di genere, fornendo a tutti, indipendentemente dalla loro provenienza o condizione, la possibilità di raggiungere il proprio pieno potenziale.
Rappresenta anche un monito per la politica e le istituzioni che sono chiamate a investire maggiormente nel sistema educativo per garantire che nessuno venga escluso, specialmente nei contesti più vulnerabili, dove la povertà, i conflitti o le discriminazioni spesso limitano l’accesso all’istruzione e all’educazione.
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