Comunicato sui fatti di ieri fuori ai cancelli TEMI-GLS – SI Cobas Napoli – Brescia Anticapitalista

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La battaglia di queste ore fuori ai cancelli GLS, con lo sgombero coatto del presidio fuori al magazzino di Gianturco, ha mostrato ai lavoratori ancora una volta da che parte sta lo “stato democratico”: a guardia dei padroni, dei loro loschi affari, della loro insaziabile fame di profitti e delle loro logiche di supersfruttamento; ha mostrato ancora una volta che la legge non è uguale per tutti, ma vale soltanto se serve a mantenere i lavoratori nella loro condizione di sudditanza e di semischiavitù, nel mentre i padroni sono liberi di violare impunemente le norme del codice civile, del codice penale, dei contratti nazionali e della cosiddetta “costituzione più bella del mondo”.

I proletari per far valere le proprie ragioni e il diritto a un lavoro e a un salario dignitoso non hanno altre armi che la lotta e lo sciopero.

Quella in corso alla GLS di Napoli non è una semplice “vertenza per il reintegro dei licenziati”, bensì un grimaldello fondamentale per rilanciare un serio e credibile processo di emancipazione di migliaia di lavoratori e proletari, i quali soprattutto al sud sono alla mercé di sfruttatori senza scrupoli e sono costretti ad abbassare la testa e ad accettare salari da fame e condizioni di lavoro umilianti sotto perenne il ricatto dei licenziamenti e della disoccupazione dilagante.

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Lo sciopero che tra ieri e oggi ha bloccato per quasi 20 ore consecutive i 2 principali magazzini TEMI-GLS di Napoli (Gianturco e Frattamaggiore) nel contesto di un riuscitissimo sciopero nazionale che ha visto fermarsi decine e decine di magazzini in tutte e 3 le filiere Fedit (GLS, SDA e BRT) ha inferto un colpo durissimo ai padroni e soprattutto alla TEMI di Francesco Tavassi, già da tempo smascherata a tutti gli effetti come la vera responsabile dei 58 licenziamenti ritorsivi e antisindacali e soprattutto come uno dei principali avamposti di precarietà e sfruttamento in Campania col beneplacito dei sindacati complici e collaborazionisti (su tutti la UIL).

Tra ieri sera e stamane numerosi lavoratori di altri magazzini della logistica (UPS, FedEx, BRT, Amazon, SDA) provenienti dalla Campania e dal Lazio, dei portuali di Napoli e Salerno, della manutenzione stradale, assieme ai disoccupati 7 novembre e varie realtà solidali sono accorsi ai due presidi per sostenere la battaglia dei licenziati e chiederne con forza il reintegro sui magazzini GLS da cui sono stati cacciati ingiustamente.

I segnali di nervosismo e di insofferenza da parte di Francesco Tavassi appaiono sempre più evidenti col passare delle ore e con la moltiplicazione degli scioperi del SI Cobas, tesi a smascherare le opacità che si celano dietro il volto bonario del “magnate” della logistica napoletana, il quale finge di cadere dalle nuvole ogni qualvolta viene individuato come il vero e proprio dominus nel sistema di interposizione di manodopera, di evasione fiscale e contributiva che ruota attorno ai magazzini GLS e alla galassia- Temi, ma che puntualmente viene inchiodato di fronte alle proprie responsabilità come committente (dunque responsabilità in solido) per le centinaia di lavoratori che vengono spremuti come limoni nei magazzini GLS di Napoli e poi buttati via non appena osano “disturbare il manovratore”…

Fin dall’inizio di questa dura vertenza non avevamo alcun dubbio sul fatto che non appena questo sistema avesse iniziato a vacillare, sarebbe puntualmente giunta in suo soccorso la repressione dello stato e delle forze dell’ordine, tanto solerti nel tentare di fermare gli scioperi e salvare i profitti di Tavassi, quanto inerti e omertosi di fronte alle palesi illegalità e alle condotte antisindacali perpetrate nei magazzini TEMI.

Negli ultimi giorni abbiamo assistito in maniera sempre più esplicita a questa azione concentrica e concertata contro i lavoratori licenziati e contro il SI Cobas: dall’inutile carosello di incontri in Prefettura, nei quali l’azienda fornitrice Nextlog per ben 9 volte ha ribadito in nome e per conto di TEMI la ferma volontà di non rientregrare neanche un lavoratore ai ripetuti tentativi (fino a stamattina sventati grazie alla determinazione dei licenziati) di rimuovere i presidi operai ai cancelli, passando per la condotta pilatesca della stessa GLS, la quale si serve della forma giuridica del “franchising” come schermo per declinare ogni responsabilità anche a fronte delle ingenti perdite economiche e del danno di immagine provocato sull’intera filiera.

Ma è stato proprio in queste ultime ore che stato e padroni hanno perso ogni “freno inibitorio”: lo dimostrano le barricate di bancali “anti-sciopero” erette da Tavassi sulla strada d’accesso al magazzino di Gianturco (a proposito di blocchi stradali…), le identificazioni mirate nei confronti dei solidali provenienti dal presidio così come compiute dalla polizia la notte scorsa nei viali adiacenti al magazzino, la chiusura di tutti i cancelli di entrata per impedire ogni forma di sostegno agli scioperanti.

In ultimo, lo sgombero dei due presidi ai cancelli di Gianturco compiuto stamattina al termine di un’azione congiunta di digos, commissariato di zona, celere e carabinieri “suggellato” dal fermo del coordinatore provinciale SI Cobas Peppe D’Alesio, prelevato e tenuto in Questura per oltre due ore.

Di fronte all’arroganza e alla complicità attiva dello stato con i piani di fame, precarietà e sfruttamento operati dai padroni, non è più possibile restare a guardare, tanto più alla vigilia della possibile approvazione di un Ddl sicurezza con il quale il governo guerrafondaio di Giorgia Meloni tenta l’assalto finale a ciò che resta del diritto di sciopero e delle agibilità delle lotte e del dissenso sociale.

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Grazie a un mese e mezzo di lotta, il muro di connivenze che finora ha permesso a Temi di poter imporre in maniera indisturbata il proprio sistema di dumping salariale, inizia chiaramente a scricchiolare!

E non sará di certo la repressione, ne tantomeno le misure anti-sciopero di Questura e governo a fermare la lotta!

Da questa straordinaria giornata di mobilitazione i licenziati escono chiaramente rafforzati grazie al sostegno di migliaia di loro colleghi del SI Cobas che hanno scioperato in tutta Italia e grazie alla simpatia che va crescendo e diffondendosi nei loro confronti anche al di fuori dei luoghi di lavoro.

L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona!

Reintegro immediato per tutti i lavoratori TEMI-GLS licenziati!

Domani, giovedì 30 gennaio ore 12,00, CONFERENZA STAMPA fuori ai cancelli GLS di via Ferrante Imparato.

Toccano uno- toccano tutti!

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Avanti SI Cobas!



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