Dalla crescita dell’automazione industriale alle sfide dell’edilizia, dal ruolo chiave dell’imprenditoria femminile all’evoluzione del settore della comunicazione: nelle interviste pubblicate su Il Resto del Carlino Macerata, sei imprenditori CNA raccontano le opportunità e le difficoltà dei rispettivi settori.
Parlano per la CNA Macerata:
✅ Patrizia Vico – Arredamento: tra incentivi ridotti e mercato in evoluzione.
✅ Roberto Casadidio – Automazione industriale: crescita a rischio senza tecnici specializzati.
✅ Alberto Lucarelli – Termoidraulica: progetti rimandati e incertezze sugli incentivi.
✅ Simone Giglietti – Edilizia: aumentano i costi, calano i lavori.
✅ Daniela Zepponi – Imprenditoria femminile: una risorsa da sostenere.
✅ Sandra Pinzi – Comunicazione: eventi e mostre in espansione con il PNRR.
Incentivi ridotti e mercato in evoluzione: il settore dell’arredamento tra opportunità e incertezze
Patrizia Vico: “Gli incentivi hanno sostenuto il mercato, ma ora serve stabilità per garantire un futuro al settore dell’arredamento”
Il settore dell’arredamento, trainato negli ultimi anni dagli incentivi fiscali, affronta il 2025 con un mix di ottimismo e preoccupazione. Dirigente CNA Macerata e titolare di un prestigioso negozio di mobili a Piediripa di Macerata, Patrizia Vico analizza le dinamiche del mercato e le prospettive per il comparto:
“Il 2023 e il 2024 sono stati anni positivi per il nostro settore – spiega Vico. Gli incentivi fiscali, in particolare la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili, hanno spinto molte famiglie a rinnovare le loro abitazioni. Tuttavia, verso la fine del 2024, si è iniziato a percepire un rallentamento legato alla progressiva riduzione degli incentivi”.
Un fattore che ha contribuito a sostenere il mercato è stato senza dubbio il processo di ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto del 2016: “Chi ha perso la casa ha inevitabilmente bisogno, in ultima istanza, anche di nuovi mobili – osserva Vico. Per la nostra zona, la ricostruzione post-sisma può rappresentare ancora un buon traino, perché i cantieri sono numerosi e molti devono ancora partire, soprattutto quelli legati alla ricostruzione pesante. Questo offre una prospettiva importante anche per il settore dell’arredamento”.
Per il 2025, il panorama appare più complesso: “C’è un certo fermento e una discreta domanda, ma l’incentivo massimo di 5.000 euro, riconfermato al 50%, è ora riservato solo a chi ristruttura la prima abitazione – spiega la dirigente CNA. Sebbene ridimensionato, l’incentivo resta comunque interessante, soprattutto per le giovani coppie e chi acquista mobili per la prima casa. Per loro è un aiuto concreto, perché permette comunque di alleggerire la spesa” aggiunge.
Secondo Patrizia Vico, i produttori e i negozi che operano nella fascia alta dell’arredamento potrebbero risentire in misura minore della riduzione degli incentivi: “Chi cerca mobili di qualità superiore ha spesso una disponibilità economica che gli permette di acquistare anche senza agevolazioni” sottolinea. Tuttavia, nel complesso, il mercato rischia in futuro di rallentare la sua corsa, soprattutto per chi si rivolge a un pubblico più ampio e meno facoltoso.
Automazione industriale in crescita, ma il futuro è a rischio senza nuovi tecnici specializzati
Roberto Casadidio: “Il settore dell’automazione industriale in forte crescita, ma manca il ricambio generazionale nei tecnici specializzati”
Il Presidente di CNA elettronici Macerata sottolinea il boom del settore, ma avverte: “La formazione dei giovani tecnici resta un problema critico”.
L’automazione industriale si conferma uno dei settori trainanti dell’economia marchigiana, ma secondo Roberto Casadidio, imprenditore di Tolentino e Presidente provinciale di CNA elettronici, il comparto è minacciato da una carenza cronica di tecnici qualificati e da difficoltà nel ricambio generazionale.
“Le aziende marchigiane del settore dell’automazione industriale stanno vivendo un momento molto positivo. La domanda di impianti automatici, linee produttive e tecnologie di automazione è elevata, e gli imprenditori ci stanno investendo con decisione” spiega Casadidio. Questo dinamismo conferma la capacità del settore di rispondere alle esigenze di modernizzazione e innovazione, sia a livello locale che nazionale.
Tuttavia, questo scenario di crescita rischia di essere frenato dalla mancanza di risorse umane adeguatamente preparate per affrontare le sfide tecnologiche: “Il vero problema è il ricambio generazionale” sottolinea il Presidente di mestiere. “Non si trovano giovani tecnici con una formazione adeguata, ma solo ragazzi potenzialmente formabili, che però non hanno le basi per intraprendere un percorso completo nel nostro settore. L’automazione industriale richiede, infatti, competenze che spaziano dalla meccanica all’elettronica, fino all’informatica, ma spesso i giovani possiedono solo conoscenze settoriali limitate. Per fare un esempio, molti informatici conoscono bene il loro campo, ma non hanno idea di come funzioni la corrente elettrica o come interagisca con i sistemi automatizzati” aggiunge.
La carenza di nuovi talenti si traduce in un mercato del lavoro dove le aziende competono tra loro per assicurarsi i pochi tecnici qualificati disponibili. “I tecnici più bravi si spostano da un’azienda all’altra, ma il parco professionisti è sempre lo stesso – spiega Casadidio. Resta da risolvere il problema di fondo, ovvero l’esigenza di ampliare il numero di professionisti specializzati disponibili”.
Il peso della formazione ricade, comunque, quasi interamente sulle spalle delle imprese: “Siamo arrivati al punto di accettare i tempi lunghi necessari per formare un giovane, ma trovare la persona giusta rimane una sfida – osserva Casadidio. Anche quando l’azienda investe nella formazione c’è il rischio concreto che, una volta acquisita l’esperienza, il tecnico formato lasci l’azienda per cercare nuove opportunità. Questo è un danno enorme per le imprese, perché ciò che hai dato al lavoratore non viene valutato né riconosciuto”.
Il dirigente CNA conclude sottolineando l’urgenza di un intervento strutturale: “Serve una formazione più completa e integrata, che fornisca ai giovani competenze trasversali utili per affrontare le sfide dell’automazione industriale. Questo percorso deve essere supportato da un sistema educativo e istituzionale che collabori attivamente con le imprese, altrimenti il settore rischia di non riuscire a sostenere la sua crescita”.
Per gli impiantisti un inizio 2025 difficile, tra progetti rimandati e calo delle agevolazioni fiscali
Alberto Lucarelli: “Occorrono norme stabili per garantire continuità alle imprese e sicurezza alle famiglie”
Il settore termoidraulico, che negli ultimi anni aveva vissuto un periodo di grande fermento grazie agli incentivi per ristrutturazioni e risparmio energetico, sta affrontando un inizio 2025 segnato da rallentamenti e incertezze. A raccontarlo è Alberto Lucarelli, titolare della ditta termoidraulica di San Ginesio e Presidente zonale di CNA: “Prima delle feste natalizie avevo alcuni accordi per progetti che sembravano già confermati ma poi sul momento, molti committenti hanno deciso di rimandare i lavori – spiega Lucarelli. Queste rinunce sono state prese in accordo con imprese edili e progettisti, principalmente a causa delle incertezze sugli incentivi fiscali, che troppo spesso vengono messi, ridotti o tolti nel giro di poco tempo”. Secondo l’imprenditore, questo clima di instabilità ha frenato un mercato che, fino a poco tempo fa, sembrava in ottima salute: “Nel 2024 abbiamo avuto un anno positivo, ma questo 2025 ha preso il via con un ritmo decisamente più lento”.
Un altro fattore che ha contribuito al rallentamento del settore è stato il calo delle aliquote dei bonus casa, passato dal 50% al 36% per chi non ha la residenza nella prima casa e per tutte le seconde abitazioni: “Questo ha avuto un impatto diretto sulle ristrutturazioni – spiega Lucarelli. Molti clienti chiamano per chiedere informazioni sui bonus e richiedono preventivi, ma poi esitano a procedere, proprio per l’incertezza. E con il previsto abbassamento al 36% anche per le prime case nei prossimi anni, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente”.
Nonostante nel Cratere sismico gli incentivi siano ancora confermati, Lucarelli osserva un progressivo rallentamento del mercato anche in queste aree: “Con la mia impresa, qui devo più che altro terminare i lavori già avviati, ma le nuove richieste iniziano a diminuire” sottolinea. Questo fenomeno potrebbe essere un segnale di saturazione o semplicemente un riflesso delle stesse incertezze che caratterizzano il mercato generale.
L’imprenditore ginesino mette in luce la difficoltà di operare in un settore influenzato dalle politiche sugli incentivi fiscali: “Le imprese come la mia si trovano costrette a fare i conti con un mercato sempre più incerto e imprevedibile. Serve una maggiore stabilità normativa per consentire alle famiglie di programmare interventi con serenità e alle imprese di lavorare con continuità”.
Edilizia. Crescono i costi, calano i lavori: futuro a rischio senza interventi
Simone Giglietti: “Troppo forte l’impatto degli aumenti dei prezzi delle materie prime e dell’energia”
Nuove difficoltà per il settore delle costruzioni; in un contesto economico già segnato da crisi energetiche e sfide burocratiche, gli aumenti dei prezzi di materie prime, strumenti e macchinari, stanno mettendo a dura prova la tenuta delle imprese.
L’imprenditore edile di Cingoli e dirigente CNA Macerata denuncia l’impatto degli aumenti energetici e le difficoltà per le imprese del settore edile: “Dopo gli annunci per una possibile nuova crisi energetica, le multinazionali non hanno perso tempo. Subito abbiamo visto rincari a cascata sul laterizio, sul legname, sul ferro e sul calcestruzzo – spiega Giglietti. Questi aumenti non solo incidono direttamente sui costi di produzione, ma rischiano di generare una nuova bolla speculativa, simile a quella che ha scosso il settore e tutta l’economia mondiale in passato”.
L’imprenditore sottolinea come il calo degli incentivi legati ai bonus edilizi abbia aggravato la situazione: “Le aziende si rivolgono spesso agli studi tecnici per cercare nuovi lavori ma, con meno bonus disponibili e costi sempre più elevati, diventa tutto più complicato” aggiunge. Restano i lavori della ricostruzione post-sisma ma molte imprese, soprattutto quelle meno strutturate, faticano a reggere il passo con i tanti requisiti richiesti per i lavori legati al sisma: “Le nuove normative e le certificazioni richieste, come quelle necessarie per i lavori di ricostruzione sisma, rappresentano un ostacolo enorme per tante realtà che faticano a reggere il passo. La complessità burocratica, unita alla riduzione dei margini, rischia di accelerare la chiusura di molte piccole imprese”.
Giglietti sottolinea che tutto il macro-settore delle costruzioni, senza adeguati incentivi per gli utenti finali, faticherà a mantenere i volumi di lavoro registrati negli ultimi anni: “L’assenza di agevolazioni fiscali frena la domanda, compromettendo l’intero comparto. Servono misure concrete per sostenere le famiglie e, di conseguenza, le imprese, altrimenti assisteremo a una riduzione consistente del numero di aziende e dei posti di lavoro che garantiscono”.
Imprenditoria femminile, un motore per l’economia: sfide e prospettive per il futuro
Daniela Zepponi: “Le donne imprenditrici sono una risorsa fondamentale, servono strumenti per sostenerle”
“L’imprenditoria femminile rappresenta una parte essenziale del tessuto economico marchigiano e della provincia di Macerata – afferma Daniela Zepponi, Presidente di CNA Impresa Donna Marche. Tuttavia, dobbiamo ancora affrontare sfide significative per garantire alle donne le stesse opportunità di crescita e sviluppo nel mondo dell’impresa”.
Negli ultimi anni, le imprese femminili si sono consolidate nei settori tradizionali come agricoltura, commercio e ristorazione: “Questi ambiti continuano a essere la scelta principale per le donne che avviano un’attività – spiega Zepponi – ma sono anche caratterizzati da una forte instabilità di mercato e da una crescente concorrenza”.
Se da un lato questi settori rappresentano una base solida per l’imprenditoria femminile, dall’altro si nota ancora una presenza limitata nei comparti più innovativi. “L’energia, la logistica e la tecnologia restano ambiti in cui le donne faticano a entrare, nonostante offrano grandi opportunità di crescita e margini di guadagno più elevati. Incentivare il loro accesso a questi settori con politiche mirate sarebbe un passo fondamentale per ampliare il ruolo femminile nell’imprenditoria”.
Un altro fenomeno in espansione è quello delle nuove partite IVA nel campo delle professioni emergenti. “Sempre più donne scelgono di intraprendere carriere autonome nel digitale, nel marketing online, nella creazione di contenuti e nel coaching – sottolinea la dirigente CNA. Ma anche in questi ambiti le difficoltà non mancano, soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti e la tutela del lavoro autonomo”.
Oltre alla questione dell’accesso al credito, che rimane una delle principali difficoltà per le imprenditrici, un’altra sfida importante è rappresentata dalla conciliazione tra vita lavorativa e familiare: “Senza misure di sostegno adeguate, come asili nido aziendali o incentivi alla flessibilità lavorativa, molte donne sono costrette a fare sacrifici enormi per portare avanti la loro impresa. Questo limita non solo la crescita professionale, ma anche il contributo che le donne possono offrire al sistema economico”.
La formazione è un altro nodo cruciale. “Oggi molte aziende femminili avrebbero bisogno di maggiore supporto nella digitalizzazione e nell’innovazione per restare competitive. Investire nella formazione significa dare alle donne strumenti concreti per far crescere le loro imprese”.
Per rispondere a queste criticità, CNA Impresa Donna propone strumenti finanziari dedicati all’imprenditoria femminile, con procedure di accesso semplificate e agevolazioni per le startup guidate da donne: “Servono fondi mirati per chi vuole avviare un’attività. Troppe donne trovano ostacoli nel reperire risorse per partire, e questo frena l’iniziativa imprenditoriale”. Tuttavia, il supporto economico da solo non basta; è fondamentale affiancarlo a percorsi di formazione e mentoring sulla gestione aziendale e sulle nuove tecnologie: “Oltre ai finanziamenti, le imprenditrici hanno bisogno di strumenti concreti per sviluppare competenze digitali e strategie di crescita efficaci”.
Il settore della comunicazione cresce, il 2025 sarà una sfida
Sandra Pinzi: “Mostre ed eventi in forte espansione grazie anche ai fondi PNRR”
Il settore della comunicazione continua a essere uno dei pochi ambiti in cui il numero di imprese cresce costantemente da diversi anni. Un comparto dinamico e in evoluzione, trainato sempre più da progetti culturali, eventi e digitalizzazione. Sandra Pinzi, Presidente di CNA Comunicazione Macerata e titolare di una società di comunicazione a Pollenza, racconta l’andamento del mercato e le prospettive per il 2025.
“Lo scorso anno è stato particolarmente intenso per il settore degli eventi e delle mostre – spiega Pinzi. Abbiamo lavorato su cantieri importanti, con commissioni più grandi rispetto al passato. Difficile che questo trend si ripeta anche nel 2025”.
Il comparto delle mostre, in particolare, premia la qualità e la capacità di offrire esperienze uniche. Tuttavia, il settore segue una stagionalità ben precisa: “Gennaio è un mese di riposo dopo le fatiche del periodo natalizio e di fine anno. Di solito si riparte a pieno regime in primavera, e da quel momento fino a settembre il ritmo diventa frenetico”.
Molti progetti attualmente in fase di realizzazione sono finanziati con i fondi del PNRR: “Questo periodo è particolarmente ricco di opportunità – sottolinea la dirigente CNA. Stiamo lavorando alla sistemazione di luoghi di cultura, alla riapertura di nuovi spazi e alla loro valorizzazione attraverso eventi”.
Un aspetto sempre più centrale nel settore è la digitalizzazione: “Si sta puntando molto su strumenti innovativi per rendere i luoghi culturali più interattivi e accessibili al pubblico – spiega. C’è anche un’attenzione crescente agli adeguamenti per le disabilità; musei e spazi espositivi stanno diventando più inclusivi, garantendo un’esperienza aperta a tutti”.
Il settore della comunicazione, pur restando in crescita, sta attraversando una fase di trasformazione: “Il 2024 è stato un anno eccezionale. La speranza è che anche il 2025 confermi questo trend – conclude Pinzi. Stiamo andando nella giusta direzione, innovando e digitalizzando sempre di più. I fondi pubblici, uniti alla volontà di rendere la cultura più accessibile e inclusiva, stanno creando nuove opportunità di lavoro e crescita per il settore. L’attenzione alla qualità e all’innovazione ci permette di guardare con fiducia ai prossimi mesi”.
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