Tessile-calzaturiero, è allarme cassa integrazione in Puglia: rischio caos per oltre tremila aziende

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di
Vito Fatiguso

L’allarme è scattato con l’erogazione, nel 2024, di 4 milioni di ore di cassa integrazione (ben 2 milioni in più rispetto all’anno precedente). I poli produttivi sono localizzati nella Bat, nel Salento e in Valle d’Itria

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L’allarme è scattato con l’erogazione, nel 2024, di 4 milioni di ore di cassa integrazione (ben 2 milioni in più rispetto all’anno precedente). Così aziende e sindacati hanno lanciato un appello alla Regione per avviare azioni straordinarie volte alla difesa del Tac (tessile, abbigliamento e calzaturiero) made in Puglia. Ovvero poli produttivi localizzati principalmente nella Bat e nel Salento, con un’aggiunta nei paesi della Valle d’Itria, che costituiscono un motore per l’economia locale. Ed è partito il confronto. 

«Un incontro utilissimo – ha spiegato Serena Triggiani, assessora regionale alle Crisi industriali – che ho voluto fortemente e convocato con il supporto rilevante della nostra task force dell’occupazione, guidata da Leo Caroli, in cui sono emerse alcune rilevanti proposte come ad esempio la possibilità di estendere gli ammortizzatori sociali in deroga non solo alle piccole medie e grandi imprese che abbiano esaurito il numero massimo di settimane disponibili nel cosiddetto quinquennio mobile, ma anche alle piccole e piccolissime aziende, con meno di 15 dipendenti, che rappresentano il bacino delle aziende contoterziste, molto attive e presenti della nostra Regione».




















































Il punto è che, dati alla mano, il peso specifico del Tac è notevole. Sul territorio operano 3.200 aziende che occupano 22.900 addetti. L’indice rapportato alle performance dell’intero manifatturiero è pari al 15,6%, più del Sud (11,6%) e dell’Italia (11,8%). 
La presenza nelle province? L’84% delle aziende è diviso tra Bat (calzature antinfortunistica, calze e abbigliamento) e Salento (calzature), mentre la restante parte fa capo alla Valle d’Itria (capispalla e intimo)
Al vertice hanno preso parte anche l’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, le organizzazioni datoriali, Confindustria, Cna, Confagri e Claai e le sigle sindacali confederali e di categoria Cgil, Cisl, Uil e Ugl, regionali e territoriali. 

«L’imminente pubblicazione annunciata da Sebastiano Leo, assessore al Lavoro, del nuovo bando per i percorsi formativi a favore dei cassintegrati a zero ore in costanza di rapporto di lavoro di lavoro, potrà costituire una risposta formidabile regionale ai nuovi bisogni formativi e di riqualificazione professionale, i quali potranno percepire anche una indennità di frequenza, rappresentando altresì un patrimonio formidabile di competenza da non disperdere, avendo un’età media di oltre i 50 anni». 

La maggiore preoccupazione arriva dalle piccolissime aziende, quelle al di sotto dei 15 dipendenti (pari a 1.300 unità), che prestano l’attività per conto terzi. Il mercato non fornisce garanzie e i datori di lavoro si apprestano a gestire una situazione contraddistinta da crisi di liquidità (anche il solo pagamento degli ammortizzatori sociali potrebbe non essere garantito). Perciò la richiesta è chiara: avviare misure straordinarie per cavalcare il cambiamento del comparto. 

«Ci convince molto anche l’ipotesi di una nuova dote occupazionale a favore delle aziende del settore – ha concluso l’assessora – visto che la decontribuzione Sud non è più operativa». A quanto pare cambiano le priorità del mercato. «Ci segnalano anche difficoltà legate al settore lusso – ha sostenuto Caroli – perché in Salento c’è un flusso ordini molto più contenuto. Tuttavia, siamo soddisfatti di questo confronto proficuo e anticipiamo l’aver calendarizzato già a brevissimo il prossimo tavolo e nel frattempo notificheremo le prime proposte».

A partire dalla protezione delle piccolissime aziende (dove c’è la proroga della cassa per sole 9 settimane all’anno) per cui c’è uno studio su garanzie tramite mini bond regionali. Ci sarebbero anche residui di fondi della legge 181 del 1990 (12 milioni per il Tac di Lecce e 10 milioni per la chimica di Brindisi, ma andrebbero attualizzate le regole di gestione delle risorse. E Delli Noci ha annunciato che «c’è la disponibilità a tenere un tavolo permanente che si riunisca mensilmente proprio per analizzare l’evoluzione della situazione».

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1 febbraio 2025

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