Canonica d’Adda: “Cinquant’anni in difesa dell’ambiente”, l’attivista Fabio Cologni si racconta in un libro

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“Cinquant’anni in difesa dell’ambiente”, così il canonichese Fabio Cologni racconta una vita in prima linea per ecologia e animali.

Fabio Cologni

Nato e cresciuto a Canonica d’Adda, dove, pur risiedendo nel cremonese, mantiene una proprietà, Cologni, giunto alla soglia dei 65 anni, si è guardato indietro, tirando le somme dei primi 50 anni di attività ambientalista. Racconti, ricordi e aneddoti sono stati raccolti in un’autopubblicazione, per ora distribuita ad amici e autorità. “Ho iniziato fin da giovanissimo, ricordo che a 14 anni lessi un articolo sulla protezione degli uccelli e, con le tremila lire ricevute per Natale, mi pagai l’iscrizione alla LIPU e al WWF”. Così è iniziato un impegno civico costante, in barba ai parenti cacciatori e a chi, negli anni, ha cercato di ostacolare il suo operato.

“Ricordo che mio nonno, cacciatore, mi parlava della sua attività, ma a me non piaceva – ha spiegato – io avevo un innato rispetto per gli animali e gli uccelli in particolare. In quegli anni però, a Canonica, c’erano 150 cacciatori e un solo ambientalista: io. Mi arrivavano le riviste di settore per posta e da lì prendevo degli spunti e mi davo da fare, per esempio costruendo cassette-nidi da posizionare nel bosco, ma anche mangiatoie e altro. Tutte piccole costruzioni che puntualmente trovavo bucherellate dagli spari dei cacciatori, che non gradivano la mia attività”.

Piccoli atti intimidatori o di sabotaggio che tuttavia non hanno fermato il giovane attivista, anzi. Cologni con gli anni si è dato sempre più da fare, in paese e non solo.

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“Ancora minorenne, organizzavo e tenevo serate pubbliche per parlare dell’inquinamento dell’Adda, che all’epoca era fuori controllo – ha rammentato – Nei primi anni ‘80 poi, ho costituito un gruppo ecologico in paese, un’esperienza che purtroppo è durata ben poco ma ha lasciato il segno: basti pensare che le querce delle scuole medie le abbiamo piantumate noi all’epoca”.

L’esperienza da guardia venatoria e l’impegno fuori provincia

Nel 1984 ha prestato giuramento a Treviglio come guardia venatoria, quindi i primi incontri con i guardiacaccia del WWF Bergamo, ai quali Cologni si è appoggiato operando in prima linea fino al 2009. “In quegli anni nella nostra provincia si contavano quasi 28mila cacciatori, che fortunatamente sono scesi, ad oggi, a circa sette-ottomila”. Col passare degli anni l’impegno dell’attivista è andato allargandosi a varie tematiche, non solo nella protezione dell’avifauna.

“Già nel ‘93 mi occupai del problema del consumo del suolo, creando veri e propri dossier al riguardo – ha rivelato ancora Cologni – Ho partecipato a campi antibracconaggio a Ischia, Messina e Brescia e, sempre nel ‘93, ho realizzato un dossier sui parchi bergamaschi, che all’epoca esistevano solo sulla carta ma non avevano una vera struttura organizzativa. Per diversi anni sono dunque stato rappresentante nel Parco Adda, prima come referente per il Comune e poi per la Provincia – Non sono mancate, però, anche minacce e ritorsioni pesanti – Ne ho subite molte nel corso degli anni: per esempio dopo aver smascherato un’illegale caccia alle volpi, una sera mi sono trovato le gomme dell’auto squarciate, e la carrozzeria ricoperta di un acido che la sverniciava. Nonostante tutto, non mi sono mai fermato.

E infatti, la caparbietà e la determinazione del 65enne sono stati riconosciuti, nel 2016, dal WWF Italia, che in occasione dei suoi 50 anni di fondazione gli ha consegnato il “Panda d’oro”.

La lotta all’inceneritore di Trezzo

“Per diverso tempo ho vissuto nel Milanese, realizzando anche lì un dossier sulle strade del territorio di Trezzo, un’iniziativa a tutela dei pipistrelli nel 2008 e numerose manifestazioni e proteste contro l’inceneritore, di cui credo di esser stato il primo e più grande oppositore – racconta ancora Cologni – E poi in quegli anni ho assegnato il sarcastico premio “Attila” a un membro del Parco dell’Adda per la concessione scriteriata relativa a una struttura di nove metri all’interno del parco, così come mi sono sempre fatto sentire contro i Pgt di Trezzo e Grezzago”. Ora, da 35 anni a questa parte, l’azione e l’impegno di Cologni sono concentrati sull’oasi “Le Foppe”, di cui è direttore.

“È un’oasi che ho visto e fatto nascere nel lontano 1991, salvaguardandola dal divenire terreno agricolo – ha ricordato – Sempre lì, 12 anni fa, ho conosciuto la mia attuale compagna, Angela, venuta in visita e anche lei membro del WWF”.

Negli anni, grazie anche e soprattutto all’attivista, l’area delle Foppe è stata sistemata e curata fino a divenire “Sito d’interesse comunitario”, ora zona speciale di conservazione.

Il libro e la festa con amici e ambientalisti

Fabio Cologni alla festa per i suoi 50 anni da ambientalista.

“Quello ottenuto con l’oasi Le Foppe è stato un traguardo importante, come importante reputo l’aver salvato l’area dell’ex fornace Adda, anch’essa inizialmente destinata a divenire agricola” ha aggiunto ancora il 65enne, che ha vissuto troppe vite e avventure per essere condensate in poche righe. Ed è proprio per questo che, sul finire del 2024, per festeggiare i suoi primi 50 anni di attività ambientalista, ha preso carta e penna – in senso figurato – e ha riassunto in un volume ricco di documenti, fotografie e articoli di giornale la propria esperienza. “Il libro era pronto a dicembre – ha affermato – Ne ho stampate 50 copie da distribuire a chi mi è stato vicino in questi decenni di attivismo, ma l’obiettivo con la prossima ristampa è di arrivare a 500, da lasciare anche all’oasi che usufruirà anche di parte del relativo ricavato”. Intanto, due sabati fa, il canonichese è stato festeggiato da una trentina di persone con cui ha lavorato e collaborato in tutti questi anni, con una cena in una nota trattoria di Trezzo.



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