Sui mercati si rischia una guerra commerciale, che avrebbe conseguenze nefaste per l’Unione europea. Cina, Messico e Canada pronti a ritorsioni, ma rischiano un contraccolpi economici pesantissimi
Lunedì travagliato per i listini asiatici. Gli investitori temono una guerra commerciale, con tutte le conseguenze che questa si porta dietro. Contraccolpi sull’euro, il dollaro canadese e il peso messicano, ai minimi da sempre.
Dopo mesi di minacce, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato sabato un ordine esecutivo per imporre dazi sui prodotti provenienti Canada, Messico e Cina.
Si tratterà di dazi del 25 per cento sulle merci provenienti da Canada e Messico e del dieci per cento sulle importazioni cinesi a partire da martedì. Tuttavia, l’energia canadese sarà tassate sotto il dieci percento, per evitare impatti sulla benzina e sul petrolio americano.
Il presidente Trump ha dichiarato nel suo post X che i suoi dazi contro Messico e Cina mirano a bloccare i migranti illegali e il traffico di droga, tra cui il fentanyl. I due Paesi non hanno risposto immediatamente, ma hanno espresso l’intenzione di reagire.
Trump ha aggiunto che eventuali ritorsioni di questi Stati potrebbero comportare una risposta da parte di Washington.
L’euro crolla per i dazi degli Stati Uniti
I mercati asiatici sono stati abbastanza volatili il lunedì. Il dollaro è salito, mentre le valute esposte a potenziali dazi sono crollate.
Il dollaro canadese è crollato rispetto a quello statunitense: è ai minimi da oltre due decenni, mentre il cambio peso messicano-dollaro è ai minimi da quattro anni. L’euro è ha perso un punto percentuale di valore, anche qui è record negativo degli ultimi due anni.
Anche altre valute legate alle materie prime, tra cui il dollaro australiano e quello neozelandese, hanno registrato cali del due percento rispetto alla valuta statunitense.
Materie prime in aumento, calano le cripto, probabile risk-off
Passando alle materie prime, i prezzi del greggio hanno registrato un’impennata del quattro percento, prima di un calo dovuto alla riduzione dei dazi sulle importazioni di energia canadese.
Tuttavia, i prezzi dei metalli, tra cui l’oro, l’argento e il rame, sono scesi a causa del rafforzamento del dollaro. Anche le criptovalute hanno perso valore: il Bitcoin è crollato a poco più di 94mila dollari alle 4:30 del mattino, rispetto ai 101mila del fine settimana.
I mercati asiatici sono stati per lo più in ribasso lunedì, mentre i futures statunitensi ed europei hanno subito un forte calo. I settori esposti ai dazi americani potrebbero subire i maggiori contraccolpi, in particolare l’industria automobilistica. Le case automobilistiche europee, soprattutto quelle con stabilimenti messicani come la Bmw, potrebbero incontrare delle difficoltà.
“Questa settimana è probabile che gli investitori tendano verso il risk-off (investimento su beni rifugio), soprattutto perché Trump ha dichiarato di non essere preoccupato dalla reazione del mercato“, ha scritto in una nota Josh Gilbert, analista di mercato di eToro Australia.
I rendimenti dei titoli di Stato potrebbero comunque essere messi alla prova, sia negli Stati Uniti che nell’Ue. Sebbene i titoli di Stato a lungo termine siano spesso considerati beni rifugio in tempi di incertezza, i dazi di Trump e la minaccia di ritorsioni potrebbero aumentare l’inflazione, interrompendo potenzialmente i tagli dei tassi.
Canada a rischio recessione per i dazi di Trump
Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha dichiarato che il Paese imporrà dazi del 25 percento su merci statunitensi per un valore di 155 miliardi di dollari.
Fra di esse, gli alcolici, i prodotti agricoli, i beni di uso quotidiano e i materiali a Stelle e Strisce. I dazi su 30 miliardi di dollari di merci entreranno in vigore martedì.
Tuttavia, gli economisti prevedono che il Canada possa entrare in recessione a causa delle mosse statunitensi e delle ritorsioni di Washington sulle scelte di Trudeau. Sarebbe la prima contrazione economica dopo la pandemia.
Messico: risposte in arrivo lunedì
La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha scritto su X che il Paese sta lavorando a un “piano B” che prevede misure come i dazi sui prodotti statunitensi (ma non solo) per difendere gli interessi del Messico.
Ha anche liquidato come “calunnie” le affermazioni secondo cui il governo messicano sarebbe in condotta con i gruppi criminali.
Ha aggiunto che ulteriori dettagli saranno annunciati lunedì e ha sottolineato che le parti devono lavorare in modo globale e secondo i principi della condivisione delle responsabilità.
Cina pronta a denunciare i dazi di fronte all’Organizzazione mondiale del commercio
Il Ministero del Commercio cinese ha rilasciato una dichiarazione domenica, affermando che “la Cina è sdegnata e si oppone fermamente” alle ultime mosse di politica economica statunitense.
Un portavoce del governo ha dichiarato che i dazi unilaterali “violano gravemente” le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc). La Cina intende intentare una causa presso l’Omc, pur mantenendo la porta aperta ai negoziati.
“La Cina spera che gli Stati Uniti correggano le loro azioni scorrette e collaborino per affrontare i problemi causati da esse“, ha dichiarato il portavoce.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link