L’amministrazione Trump sabato ha annunciato i dazi per i principali partner commerciali degli Stati Uniti. Il Messico e Canada dovranno pagare una tariffa del 25%, mentre la Cina del 10%, con le importazioni canadesi di energia soggette però a un dazio inferiore, pari solo al 10%.
La tariffa prevista per il Messico rimarrà in vigore fino a quando il Paese non “coopererà con gli Stati Uniti nella lotta contro la droga”. Anche al Canada la Casa Bianca ha chiesto una cooperazione sul traffico di droga e sulla sicurezza dei confini. E Trump ha imposto una tariffa del 10% alla Cina, condizionandola ancora alla piena cooperazione nella lotta al fentanyl. I dazi saranno in vigore da martedì, senza eccezioni: anche la scappatoia che permette alle piccole spedizioni dal Canada di entrare con l’esenzione doganale sarà sospesa, con un impatto sul commercio elettronico.
Nonostante le tariffe di Trump potrebbero aumentare in caso di ritorsione, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato che imporrà martedì una serie di dazi del 25% su 20 miliardi di dollari di merci statunitensi, a cui seguiranno nuove tariffe su altri 85 miliardi di dollari di merci tre settimane dopo. Tra i prodotti colpiti figurano vegetali, elettrodomestici e mobili. Anche la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha dichiarato che il suo Paese si sarebbe vendicato con altre tariffe, mentre il ministero del Commercio cinese presenterà un reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio e prenderà “le contromisure necessarie”.
La riduzione dei dazi statunitensi sull’energia canadese, che presumibilmente includerà il petrolio greggio, i prodotti raffinati e l’elettricità, suggerisce l’intenzione della Casa Bianca di evitare agli americani costi più alti sul carburante e il tentativo di contenere l’inflazione. Quelle dal Canada costituiscono circa il 60% delle importazioni di petrolio degli Stati Uniti. Alcune raffinerie statunitensi, soprattutto nel Midwest, dipendono fortemente dal greggio canadese per produrre benzina e altri carburanti. Alcuni Stati del Nord importano poi carburanti fondamentali direttamente dalle raffinerie canadesi.
Venerdì scorso, la senatrice Susan Collins ha dichiarato su X che il 95% del gasolio da riscaldamento utilizzato dalla maggior parte degli abitanti del Maine proviene da raffinerie canadesi, mentre la base della Guardia Nazionale Aerea di Bangor “dipende completamente” da jet fuel e diesel canadesi. “Dalla pesca, passando per i coltivatori di patate, fino alle cartiere, queste tariffe avranno un impatto significativo sull’economia del Maine e rischiano di aumentare i costi per i nostri residenti”, ha aggiunto.
I settori automobilistico statunitense, messicano e canadese sono inoltre profondamente integrati, dato che colossi come General Motors e Ford hanno fabbriche su entrambi i lati del confine. L’annuncio della Casa Bianca di sabato ha deluso le speranze di un approccio più graduale per minimizzare l’impatto immediato sui consumatori. Il mese scorso, alcune fonti hanno riferito a Bloomberg che diversi funzionari di Trump avevano preso in considerazione la possibilità di aumentare le tariffe di circa il 2-5% al mese. Se i dazi dovessero aumentare eccessivamente la pressione sui prezzi, la Federal Reserve potrebbe essere costretta a non procedere a ulteriori tagli dei tassi, e alcuni a Wall Street pensano che Banca centrale potrebbe aumentarli nel corso dell’anno.
I tre Paesi colpiti sabato dalle tariffe sono i maggiori partner commerciali degli americani. Nel 2022, gli Usa hanno importato 536 miliardi di dollari di prodotti cinesi, 455 miliardi di dollari di prodotti messicani e 437 miliardi di dollari di prodotti canadesi, secondo i dati della U.S. Trade Representative. Gli Stati Uniti importano petrolio dal Messico e una serie di prodotti agricoli, il che potrebbe far aumentare i costi di alcuni prodotti alimentari. Anche molti prodotti elettronici importati, come gli iPhone di Apple, diventerebbero più costosi con le tariffe imposte alla Cina.
Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com
Foto CHIP SOMODEVILLA – GETTY IMAGES
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