Uno studio congiunto condotto dall’INAIL e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research, evidenzia l’impatto del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza dei lavoratori.
L’analisi si concentra in particolare sulle conseguenze dell’esposizione a temperature estreme nei luoghi di lavoro, sottolineando il ruolo delle misure di prevenzione per mitigare i rischi e migliorare la produttività .
Il legame tra clima e rischi lavorativi
L’aumento delle temperature globali, confermato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), sta portando a un incremento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore, con effetti diretti sulle condizioni lavorative.
L’Italia e l’area del Mediterraneo risultano tra le zone più esposte a questi cambiamenti, con ripercussioni significative sulla sicurezza dei lavoratori, in particolare nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e della logistica.
Diversi studi epidemiologici dimostrano come il caldo eccessivo incida negativamente sulle capacità fisiche e cognitive, aumentando il rischio di infortuni. La sudorazione eccessiva, la perdita di concentrazione e la ridotta prontezza nei movimenti possono favorire scivolamenti, cadute e collisioni. Inoltre, l’esposizione prolungata a temperature elevate può aggravare patologie preesistenti e aumentare la vulnerabilità ad ulteriori fattori di rischio come inquinanti, allergeni e agenti cancerogeni.
L’impatto delle ondate di calore sul lavoro: infortuni e costi per il sistema
La ricerca del Dimeila dell’INAIL e dell’Istituto di BioEconomia del CNR, pubblicata sul numero di gennaio 2025 della rivista scientifica Environmental Research, fornisce dati concreti sull’impatto dell’esposizione a temperature estreme e sottolinea la necessità di adottare strategie di prevenzione efficaci per migliorare la sicurezza dei lavoratori, nonché la produttività delle imprese.
In particolare, incrociando i dati sulle temperature con quelli relativi agli infortuni sul lavoro, la ricerca ha stimato che oltre 4.000 infortuni annui possono essere associati alle temperature estreme. La riduzione della produttività , dovuta alla necessità di limitare l’esposizione al caldo, è quantificata in una media del 6,5%, con punte che arrivano all’80% per le attività fisicamente più impegnative.
Anche sul piano economico, l’impatto dei danni legati all’eccessivo calore è rilevante: il costo complessivo per la collettività , tra costi assicurativi, costi di gestione e tutela degli infortunati, sfiora i 50 milioni di euro all’anno.
Strategie di prevenzione: formazione e tecnologia
Alla luce di questi dati, risulta evidente l’importanza di misure preventive per ridurre il rischio di infortuni legati all’esposizione dei lavoratori a temperature estreme. Tra le strategie più efficaci rientrano:
- Formazione mirata per lavoratori e datori di lavoro, con particolare attenzione all’idratazione, all’uso di abbigliamento adeguato, alla rimodulazione dei turni di lavoro in caso di ondate di calore, nonché all’accesso a zone d’ombra durante le pause e possibilità di raffrescamento nei luoghi di lavoro più esposti.
- Strumenti di monitoraggio, come sistemi previsionali di allerta per identificare condizioni di rischio nei diversi ambiti lavorativi.
- Tecnologie innovative indossabili, tra cui – ad esempio – gli indumenti refrigeranti.
Il progetto Worklimate 2.0: ricerca e innovazione per la sicurezza
Nel quadro delle iniziative volte a migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro in condizioni di stress termico, INAIL ha avviato il progetto Worklimate 2.0. Questa iniziativa, finanziata attraverso i Bandi di Ricerca in Collaborazione (BRIC), coinvolge diversi istituti scientifici tra cui l’Istituto per la BioEconomia del CNR, le Aziende USL Toscana Centro e Toscana Sud Est, il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, il Consorzio LaMMA e l’Università di Bologna.
L’obiettivo del progetto è fornire strumenti concreti per la gestione dei rischi legati al cambiamento climatico, con particolare attenzione alla valutazione dei costi sociali e alle strategie di prevenzione più efficaci per la tutela dei lavoratori.
Fonti e riferimenti
Approfondimenti e temi correlati
Sei un formatore?
Scopri come creare un corso di formazione in pochi passi con le slide di EPC Editore:
Slide corso di formazione sul rischio da ESPOSIZIONE A RADIAZIONE SOLARE per lavoratori outdoor
Il prodotto contiene la traccia di un corso sul rischio da esposizione e radiazione solare, aggiornato sia alla luce delle norme vigenti, che della normativa tecnica e delle norme di prodotto relative alle specifiche sorgenti ed apparecchiature.
Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità *****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link