Nuova sala ibrida ed emodinamica a Belluno, «nuovo Rinascimento per la sanità bellunese»

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Il «nuovo Rinascimento per la sanità bellunese» per il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia; un «segnale di attenzione verso la sanità di montagna che non è seconda a nessuno in Veneto e in Italia» per il commissario dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben; per i cittadini bellunesi, una nuova struttura che garantirà diagnosi rapide e più precise per un tempestivo inquadramento e trattamento: taglio del nastro ieri mattina all’ospedale “San Martino” di Belluno per la nuova sala ibrida e per la sala di emodinamica.

I dati tecnici

Costato 6,3 milioni di euro (4,3 milioni finanziati dalla Regione Veneto, 2 milioni arrivati da un anonimo donatore privato e interamente utilizzati per l’acquisto delle apparecchiature), il nuovo blocco è strutturato su due piani per complessivi 800 metri quadri di nuova costruzione; all’interno, trovano spazio al piano interrato i locali per la distribuzione dei farmaci e al piano superiore la sala ibrida (70 mq), quella di emodinamica (50 mq) e quella per il risveglio dei pazienti. Vi opereranno 30 professionisti al giorno e saranno trattati circa 2.000 pazienti all’anno.

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Un paio d’anni i tempi per la sua realizzazione: i lavori sono stati consegnati nel novembre 2022 e ultimati nel novembre dello scorso anno, con il primo intervento – salvo cambi di programma – già in calendario per metà febbraio.

Ad illustrare le funzioni delle nuove realtà è stato il dottor Giovanni Balestriero, direttore del Dipartimento Diagnostico e di interventistica del “San Martino” di Belluno: «Si tratta di sale contigue e comunicanti che ci permetteranno di intervenire sul “percorso infarto” e per quello chirurgico con più sicurezza, maggior precisione e riducendo le durate degli interventi. La sala di emodinamica sarà preziosa per le diagnosi e gli interventi: ipotizziamo 1000 coronografie e 450 angioplastiche all’anno; la sala ibrida è invece un concetto nuovo, una fusione tra una sala operatoria e una sala angiografica: sarà ideale per la chirurgia vascolare, che sarà l’attività principale per la quale sono previste 600 procedure all’anno».

Peculiarità delle due sale saranno le strumentazioni ad altissima tecnologia; fondamentale sarà l’apporto dell’intelligenza artificiale che permetterà di risparmiare tempo prezioso sia nella fase di diagnosi che in quella dell’intervento.

Zaia: «Nuovo Rinascimento per la sanità bellunese»

Proprio sulla tecnologia e sulla sua importanza nel mondo sanitario odierno si è soffermato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, presente all’inaugurazione: «Questa provincia vivrà un nuovo Rinascimento dal punto di vista sanitario: la tecnologia e la telemedicina permetteranno infatti di ridurre il gap con le altre realtà. Abbiamo chiaro che parliamo di una provincia montana, e non è facile fare sanità in un territorio che non arriva a nemmeno 200mila abitanti, ma non abbiamo mai abdicato alla cura dei cittadini».

La visione dalla sanità del presidente Zaia – che in apertura del suo discorso ha voluto ricordare Maria Grazia Carraro, direttrice generale dell’Ulss 1 Dolomiti quando il progetto della sala ibrida e di emodinamica iniziò a muovere i suoi passi nell’estate 2022, scomparsa lo scorso anno e che proprio ieri avrebbe compiuto 64 anni – è chiara: «Il mondo sanitario ha una sua evoluzione: la vera sfida oggi non è quella di riempire gli ospedali di letti, ma è invece quella di de-ospedalizzare. Dobbiamo investire sulle tecnologie e sulle professionalità: questo è il tema di oggi. In Italia mancano 50mila medici, solo in Veneto ne mancano 3.500; dal Covid in poi abbiamo assunto oltre 4.000 persone tra medici, infermieri e personale sanitario, ma nonostante questo il bilancio tra chi è entrato e chi è uscito è ancora in negativo di qualche centinaio di unità. Nonostante tutto, il 2024 ha fatto registrare un +4% di servizi erogati, un risultato eccezionale».

Dal Ben: «Sanità bellunese non seconda a nessuno»

Alla cerimonia di inaugurazione, oltre al personale del San Martino, erano presenti i massimi rappresentanti della politica locale: dal sindaco di Belluno Oscar De Pellegrin – che anche in qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci ha salutato l’intervento come «un passo della nostra sanità verso il futuro e che conferma l’attenzione verso i pazienti, sposando tecnologie innovative e professionalità medica» – alla collega di Feltre Viviana Fusaro, fino ai “bellunesi a Venezia” Gianpaolo Bottacin, Silvia Cestaro e Giovanni Puppato.

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Per tutti, ad evidenziare l’importanza del momento è stato il commissario dell’Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben: «Qui troviamo alta tecnologia e sistemi avanzati di intelligenza artificiale che rappresentano il top di gamma: ho visto poche realtà come queste in giro per il Veneto e per l’Italia. È un segnale d’attenzione molto importante per la sanità bellunese che conferma di non essere seconda a nessuno a livello regionale né tantomeno nazionale; è un impegno verso la comunità, ma anche in vista dell’appuntamento a cinque cerchi del 2026 che vedrà l’ospedale di Belluno, assieme a quello di Treviso, designato come “ospedale olimpico”».



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