Truffe bonus edilizi, sequestrati oltre 1,7 milioni di euro di crediti

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Cessione crediti fiscali

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Le indagini e il blitz della Gdf nelle Marche, con nove indagati e crediti sequestrati in tre diverse province del Centro Italia.

Nonostante l’epoca d’oro dei vari bonus edilizi, introdotti dal Decreto Rilancio del 2020 e volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, stia ormai volgendo al termine, i controlli e gli accertamenti da parte dei vari Enti preposti continuano a far emergere nuovi casi di truffe in tutta Italia. Lo dimostra anche la recente operazione della Guardia di Finanza nelle Marche: nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale di Fermo, su delega della Procura della Repubblica di Macerata, hanno eseguito un sequestro preventivo ed impeditivo (emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata) in tre diverse province del Centro Italia (Fermo, Macerata e Perugia).

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I finanzieri hanno confiscato oltre 1,7 milioni di euro di crediti fiscali inesistenti. Dopo una lunga e complessa attività di indagine, i militari della Guardia di Finanza hanno scoperto un’articolata frode relativa a due tipi principali di bonus edilizi: l’Ecobonus e il Sismabonus. Lo schema, in buona parte, ricalca quello già ampiamente visto in merito a tutti i bonus edilizi: emissioni di fatture per operazioni inesistenti, predisposizione di false asseverazioni e apposizioni di visti di conformità da parte di professionisti tecnici. Nel caso delle indagini in questione, tra l’altro, è stato accertato come una società appaltatrice generale (general contractor), operante in provincia di Macerata, avesse stipulato vari contratti per l’esecuzione di interventi edilizi agevolati grazie al Superbonus 110%. Nello specifico, i contratti, del valore di oltre 16 milioni di euro, riguardavano alcuni condomini situati in tutta la provincia di Fermo e grazie alle false fatture la società era riuscita ad ottenere agevolazioni da parte dello Stato per lavori di efficientamento energetico e di potenziamento antisismico, mai realizzati o svolti solo in minima parte.

Gli indagati, in tutto, sono nove: due amministratori della società ‘general contractor’ e sette professionisti, tra cui tre ingegneri incaricati di presentare all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) le asseverazioni necessarie, tre commercialisti che avevano certificato la conformità in relazione ai crediti ceduti, trasmettendo poi teleamaticamente i modelli di cessione del credito all’Agenzia delle Entrate, e l’amministratore dei condomini interessati da quegli interventi edilizi.

Degli oltre 16 milioni generati dalla cessione di falsi crediti fiscali, una parte era già stata bloccata nelle prime fasi delle indagini dall’Agenzia delle Entrate. Una restante parte aveva però generato crediti fiscali, alcuni dei quali già ceduti a soggetti terzi o già oggetto di compensazione per il pagamento dei tributi dovuti (per i quali, in alcuni casi, erano state anche inviate insolite richieste di annullamento). Dopo le indagini, coordinate inizialmente dalla Procura della Repubblica di Fermo e poi trasferite al Tribunale di Macerata per via della competenza territoriale, il gip ha disposto il sequestro preventivo dei crediti fiscali per oltre 1,7 milioni di euro, in parte ancora nella disponibilità dell’azienda ‘general contractor’.

Le indagini degli inquirenti e degli investigatori sono andate avanti per diversi mesi e sono state condotte attraverso sopralluoghi, acquisizioni documentali, esami della documentazione tecnica sugli interventi agevolati, ricostruzioni delle cessioni e dell’utilizzo dei crediti fittizi. L’attività investigativa ha permesso di accertare che molti professionisti, invece di svolgere funzioni di vigilanza e garanzia per lo Stato, avevano approvato e sottoscritto comunicazioni e certificazioni false in favore delle società coinvolte.

Ferma restando la presunzione di innocenza, per cui le persone indagate saranno riconosciute come colpevoli solo in caso di sentenza di condanna definitiva, sarà ora l’Autorità Giudiziaria a stabilire le varie responsabilità. Tuttavia, questa vicenda è l’ennesima che dimostra l’importanza delle indagini sulla destinazione di risorse pubbliche stanziate per sostenere famiglie e imprese oltre che a rendere più efficienti dal punto di vista energetico e sicuri gli immobili in Italia (in primis quelli residenziali). Il duplice obiettivo è di tutelare le risorse stanziate dallo Stato ma anche la leale concorrenza tra le imprese ed il lavoro dei cittadini e degli imprenditori onesti.



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