Il Papa: “Nulla vale la vita di un bimbo. Anche l’aborto uccide la speranza”

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CITTÀ DEL VATICANO. «Nulla vale la vita di un bambino». Papa Francesco apre con un monito ai potenti della Terra il Summit internazionale sui Diritti dell’infanzia ospitato in Vaticano. E poi lo chiude annunciando che dedicherà un documento ai più piccoli, «una Lettera, un’Esortazione apostolica, non so», per dare continuità all’impegno della Chiesa e delle istituzioni in loro difesa.

Il Vertice, intitolato «Amiamoli e proteggiamoli», è organizzato dal Pontificio Comitato per la Giornata mondiale dei Bambini, presieduto da padre Enzo Fortunato: «Partiamo da queste piccole gocce, per diventare un mare che spazza via l’iniquità che vuole sfruttare, abusare, distruggere le vite dei piccoli». Una cinquantina le personalità di spicco, autorità, leader politici da tutto il mondo. Arrivano uno a uno nel cortile di San Damaso. Tra loro la Regina Rania Al Abdullah di Giordania; il Premio Nobel per la Pace 2014 Satyarthi Kaylash; la senatrice a vita Liliana Segre; Mario Draghi, ex presidente della Bce; Al Gore, politico e ambientalista, ex vicepresidente degli Stati Uniti; Antonio Tajani, vice presidente del Consiglio dei Ministri; Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici e monetari; il presidente della Fifa, Gianni Infantino; il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo.

Dal tavolo della «Sala Clementina» nel Palazzo apostolico il Pontefice punta il dito sulla tragedia dei minori violati da conflitti e ingiustizie, ragazzini «i cui diritti ogni giorno vengono calpestati e ignorati». Non è «accettabile ciò che negli ultimi tempi abbiamo visto: bambini che muoiono sotto le bombe, sacrificati agli idoli del potere, degli interessi nazionalistici».

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Oltre 40 milioni di piccoli sono sfollati a causa della guerra, 100 milioni vivono senza fissa dimora. Le parole di Bergoglio si fanno sferzata: «L’infanzia negata è un grido silenzioso che denuncia l’iniquità del sistema economico, la criminalità delle guerre, la mancanza di cure mediche e di educazione scolastica». Scandisce: «Dobbiamo resistere all’assuefazione».

Tra i drammi citati, quello dei migranti minori non accompagnati, «sempre più frequente e grave». Francesco ricorda «i bambini “indocumentados” al confine con gli Stati Uniti» di Trump, «prime vittime di quell’esodo della disperazione e della speranza di migliaia che salgono dal Sud verso gli Usa».

Poi, l’affondo contro l’aborto: «Sopprime la vita dei bambini e recide la fonte della speranza di tutta la società».

Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah, avverte: «Se parteggiassimo solo per alcuni bambini, dimenticando gli altri, li tradiremmo».

Secondo l’ex premier Draghi, «investire nella scuola, in modo intelligente e lungimirante, è il primo atto di responsabilità per una società che intenda davvero amare e proteggere i propri figli. È per questo che, durante la pandemia, il Governo che ho avuto l’onore di presiedere ha dato la massima priorità alla riapertura in sicurezza delle scuole. E, ricordo, contro i pareri di molti scienziati».

Al Gore richiama i doveri degli adulti sulla crisi climatica: «La minaccia della devastazione ecologica è un peso che abbiamo posto sui figli. Stanno ereditando un pianeta sull’orlo del precipizio. Coloro che detengono il potere aprano la strada a un sistema più giusto ed ecologico».

Tajani rilancia la sua «battaglia personale» per lo ius scholae: «Mi auguro che il mio pensiero possa diventare prioritario nel Paese», perché «dopo dieci anni di scuola, i bambini che non sono nati nel nostro Paese, a forza di vivere con noi sono diventati cittadini italiani come tutti noi».

Gentiloni solleva il tema della riduzione del debito: «300 milioni di bambini vivono in condizione di estrema povertà. Bisogna affrontare la situazione anche del debito dei Paesi più poveri, perché nella metà dei Paesi africani si spende più per gli interessi del debito che per l’istruzione».

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La Regina Rania porta la testimonianza dei bimbi di Gaza: «Il 96% di loro sente che la propria morte è imminente. Quasi la metà ha detto di voler morire. Non di diventare astronauti o pompieri. Come abbiamo permesso che la nostra umanità arrivasse a questo?».

Il Papa, infine, cita il film del ’43 diretto da Vittorio De Sica: «I bambini ci guardano».



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