Beppe Sala, sindaco di Milano, interviene su RTL 102.5 in “Beppe Sala a tutto campo“, la nuova rubrica della prima radiovisione d’Italia per commentare i principali temi di attualità. Ogni mese, all’interno di “Non Stop News”, il sindaco di Milano affronterà insieme a Enrico Galletti, Giusi Legrenzi e Massimo Lo Nigro, le ultimissime notizie.
SICUREZZA E PERIFERIE
«Il vero punto è che i reati sono cambiati, ci sono molti meno omicidi e meno furti in casa, ma i reati cosiddetti “predatori da strada” sono aumentati. Questa è la verità, io la conosco e ho impostato la mia campagna elettorale, scontentando gli altri assessori, sul fatto di fare tutte le assunzioni sulla polizia locale e oggettivamente stiamo iniziando a vedere i frutti, almeno in termini di presenza. Di giorno, abbiamo un buon 30% in più di vigili in strada e di sera già un 10-15%. Andremo avanti come abbiamo fatto: innanzitutto assunzioni, quindi vigili più giovani, poi un po’ di riorganizzazione, ma l’idea è quella di portare i vigili più vicini ai quartieri, perché se ti rubano la catenina, tu chiami la centrale e da lì vedono chi è più vicino e lo mandano. Ma se tu hai dei vigili in prossimità del quartiere, è più probabile che si intervenga più rapidamente. In più, stiamo facendo quello che i vigili chiamano in gergo “pattuglioni serali”, cioè singoli quadranti della città e ogni tanto passo anche io, per esempio venerdì ero a Loreto. Innanzitutto ci sono interforze, quindi ci siamo noi, polizia, carabinieri e si fermano un po’ di persone random oppure quando vedono macchine un po’ sospette fanno controlli, come etilometro e droga. Poi spesso trovano persone non in regola o che non hanno i permessi in regola. Io sono stato con loro venerdì in zona Loreto e un mese fa in Corvetto e servono per porre attenzione su particolari realtà. È chiaro che è un lavoro lungo, però io onestamente credo che pian piano vedremo dei miglioramenti. Penso che sia un deterrente forte, la gente vuole vederci in giro e ha ragione, bisogna però lavorare tutti insieme. Non lo dico come scusante, è chiaro che il sindaco sia il ricettacolo di tutte le problematiche, ma è un lavoro che va fatto tutti insieme. Anche l’annonaria, per esempio, fa il controllo di regolarità di funzionamento dei locali commerciali e non è poca roba, perché se tu poni attenzione, verifichi come lavorano e chi ci lavora, ed è una base importante».
BORSEGGIATORI
«I social sono, nel bene o nel male, un po’ lo specchio della nostra società e, ovviamente, chi fa politica vorrebbe a volte non avere questa pressione, ma è anche naturale. È un fatto e per esempio il presidio dei mezzi di trasporto è un’altra leva su cui dobbiamo lavorare, sempre tutti insieme. Certamente, se si è tutti insieme è facile che si sviluppino fenomeni che vanno controllati».
IMMIGRAZIONE
«Come in tutto il mondo fondamentalmente, le immigrazioni sono un fatto, non è un’emergenza. A Milano abbiamo un 21% di residenti non italiani di origine e non sono tutti migranti che vengono dalla guerra, sta arrivando anche tanta gente ricca. Per cui, io ogni volta che mi rivolgo ad un mio concittadino o concittadina dico “Prova a immaginare la tua vita senza queste persone” perché ti fa comodo avere chi ti porta a casa la cena, chi ti fa la puntura in ospedale, chi si prende cura di tua madre o di tuo padre. Quindi partiamo dal presupposto che l’immigrazione va gestita, è inevitabile. Da ciò, arrendersi al fatto che l’illegalità sia permessa, è tutta un’altra storia. Anche lì, bisogna ragionare con la testa e concretamente. Quando Salvini diceva “Manderemo a casa 600 mila immigrati irregolari” e qualcuno ci crede e lo vota, sapete quanti immigrati irregolari l’Italia manda a casa ogni anno? 5 mila, di cui a Milano ben il 10%, cioè 500 sono rimpatriati attraverso il lavoro della Prefettura e della Questura di Milano. Detto ciò, non c’è buonismo, io mi sfido dal cliché del sindaco di sinistra, che allora rispetto a questi fenomeni non vuole essere radicale. Io sono radicale. Abbiamo un problema con parte di questa immigrazione e dobbiamo toglierci dalla testa che la pure repressione sia sufficiente. Se non si lavora sull’integrazione è una partita persa. Quando parlo con il Questore, mi segnala che ogni 10 arresti che fanno in un giorno, 1 fa una notte in prigione. Per cui, anche su questo stabiliamo le cose e mi terrorizza il fatto che ci sia un senso di impunità».
COLLABORAZIONE TRA IL GOVERNO E IL COMUNE DI MILANO
«La collaborazione con il Ministero c’è eccome, con il ministro Piantedosi si lavora ed è anche spesso a Milano. Quello che non funziona è come funziona la politica. Su questi temi, al posto di affrontarli c’è la continua aggressione politica, la ricerca del consenso, a volte anche la non voglia di affrontare le questioni e cercare di risolverle».
SALVA MILANO
«Facciamo una premessa: qui non si parla di fenomeni corruttivi, ma di interpretazione che Milano da 13 anni ha dato le regole dell’urbanistica e abbiamo due esempi fondamentali: c’è una legge del 1942 che dice che tutti i fabbricati più alti di 25 metri, possono essere autorizzati solo attraverso il passaggio di una procedura che si chiama “piano attuativo”. Con questa procedura si vede se si sta bene in quel quartiere, nel senso se è servito adeguatamente, se c’è abbastanza verde e via discorrendo. Negli anni, noi abbiamo pensato che c’è il cosiddetto PGT, il piano di governo del territorio, che esamina quartiere per quartiere la situazione e quindi quel lavoro lo fa già, per cui evitiamo questo procedimento del piano attuativo e facciamo una cosa più veloce. Siamo in un Paese dove tutto sembra lento e burocratico, a Milano abbiamo cercato di sveltire. Oltretutto, nel 1942, 25 metri erano un’anomalia, oggi è tutto così e l’accusa è che abbiamo sveltito troppo. Altro caso, abbiamo un fabbricato in orizzontale, immaginate una vecchia officina, qualcuno la compra e ci costruisce su quell’area un palazzo residenziale in verticale. Se tieni gli stessi metri quadrati e quindi non ne prendi in più, puoi costruire di nuovo con procedure semplificate. La Procura dice no, perché di fatto è un progetto diverso. Ora, per essere chiari io non discuto con la Procura, dico che di queste problematiche eravamo bene al corrente, siamo stati al Tribunale diverse volte, ma abbiamo sempre avuto ragione. I comitati si sono rivolti alla Procura, è re-intervenuta e per una volta il TAR ha dato torto. Voglio precisare una cosa, aldilà dell’orrido nome, io non sto chiedendo un salva condotta, io sto chiedendo al Parlamento di interpretare dal punto di vista legislativo: avevamo ragione noi a fare in un certo modo oppure no? Lo interpretino. Che poi ci dicano di sì o di no, prenderemo le misure giuste. L’anno scorso abbiamo perso 165 milioni di euro come onori di urbanizzazione, siccome io la pianta da cui vengono giù i soldi ancora non l’ho trovata, per quest’anno me la cavo ma poi sono costretto a tagliare servizi ai cittadini, il che non è la cosa più gradevole, per il sindaco ma soprattutto per i cittadini. Ovviamente cercheremo di fare tutto il possibile. Il problema è che questo tema si sta dibattendo da mesi e mesi, alla fine io chiedo solo questo: si può o non si può? Dopodiché stiamo ricominciando con un nuovo piano di governo del territorio per uscirne. Il PD alla Camera ha votato compatto, al Senato sta elaborando, ma di nuovo io chiedo al Partito Democratico, che non è il mio partito perché non ho la tessera del PD, ma che è ovviamente il mio azionista di riferimento, siate chiari, ditemi come va a finire, cosa farete. Perché ripeto, io sono lì a dover gestire confrontandomi con gli investitori che mi dicono “Se queste sono le regole, noi a Milano non veniamo più”. Con i minori introiti che ci sono, ci sono qualche centinaio di famiglie che hanno comprato quegli immobili, il notaio non rogita perché non può e quindi non entra. La situazione è complessivamente complessa e merita una soluzione. Io perché mi batto per avere una norma al Parlamento? Perché io nel 2009 ero Direttore Generale del Comune di Milano, conosco i dirigenti funzionari come le mie tasche e per me non sono un nome e cognome, ma sono delle persone. I due primi dirigenti che sono stati rinviati a giudizio li conosco da allora e, tra l’altro, sono già in pensione. Mi capite che da “capo” di queste persone mi sento la responsabilità di trovare una via per cui questi a questo punto si godano la pensione dopo 40 anni che hanno lavorato in comune, interpretando il volere della politica, quindi è responsabilità nostra».
MOBILITÀ, TROPPE AUTO IN CITTÀ
«Ci sono 49 auto ogni 100 abitanti, purtroppo noi facciamo alcune misure, come l’area B e l’area C che scontentano i cittadini. Facciamo anche piste ciclabili, ma fanno ancora fatica a diminuire le macchine. Bisogna continuare a non arrendersi. Certamente io che sono un viaggiatore per lavoro e per altro, fin da quando ero ragazzo, noto che in altre città prendere i mezzi pubblici e la metropolitana è più un fatto comune che attraversa tutti i ceti sociali. Da noi, i mezzi pubblici c’è chi li può evitare e preferisce usare la propria macchina, questo non va bene e dobbiamo lavorare affinché le cose cambino. Capiscono che in tanti non si sentano sicuri con i mezzi pubblici, è chiaro che noi dobbiamo lavorare di più, ci mancherebbe altro. Prima di tutto, utilizzare i mezzi pubblici, evitare di usare la macchina quando si può, dobbiamo continuare a investire sulle metropolitane, stiamo cercando di chiudere con il Governo una “trattativa” per farci finanziare il prolungamento della metropolitana a Monza. Quando ce l’hai, pensiamo a quanto traffico riesce a limitare, così come portare l’M1 a Baggio e l’M4 a Segrate. Non diventano terra di nessuno le metropolitane, certamente ne parliamo tanto con il Prefetto e il Questore che dobbiamo fare di più è senz’altro vero. È chiaro che il fatto che succede oggi urta la sensibilità di tutti e lo capisco, ma da qua a una crociata sull’insicurezza dei mezzi pubblici milanesi che qualcuno fa, non è così. Il livello di servizio rispetto alle altre città è imparagonabile: con 300 euro o poco più hai un abbonamento annuale e se lo compari a città europee che hanno questo tipo di servizio, il costo non è elevato, anzi il trasporto pubblico costa ai milanesi 800 milioni euro l’anno, d biglietti e abbonamenti siamo intorno ai 450 milioni l’anno. Il resto dovrebbe essere coperto dal Governo, ma ogni anno il contributo diminuisce e rimane un buco di un centinaio di milioni su cui il Governo deve fare i salti mortali per recuperarli da altre parti. Qual è il paradosso? È che ogni volta che io firmo per un km in più di metropolitana, so che porterò a crescere questo buco. Anche lì, il mio dibattito con il Governo è che vogliono che la gente usi di più trasporto pubblico, l’eccellenza milanese perché apriamo la metropolitana che ti porta in 14 minuti dall’aeroporto da Linate a San Babila, poi però bisogna starci dentro. Non si era mai parlato di portare Milano integralmente a 30 all’ora. Quello che stiamo facendo, è iniziare a portare le strade su cui si affacciano sulle scuole a 30 all’ora e sono già parecchie e potrebbe essere una buona misura. Ora, di nuovo, dibattito con il ministro Salvini che abbiamo, uno dei tanti. Ovviamente ognuno fa la sua parte, ci punzecchiamo ma ognuno fa la sua parte e io non voglio davvero portare rancore nei confronti di nessuno. Però nel dibattito con lui, se non possiamo mettere degli autovelox per esempio davanti alle scuole o dove il limite è 30 all’ora si rifà tutto al buo9n senso dei cittadini, che a volte c’è e a volte non c’è. Secondo me, qualche rilevatore di velocità sulle strade delicate perché ci sono plessi scolastici a Milano che sono enormi, va fatto».
IL FUMO
«Anche qui, io sto dicendo ai vigili di dare qualche multa proprio perché se in Piazza Duomo vedo qualcuno fumare accanto agli altri, vai lì e gli spieghi che non si può e di non farlo. È un tema obiettivamente delicato, per fortuna la scienza e i medici ci stanno dando ragione ed è una campagna che induce la gente a riflettere. Sono delle misure in parte coercitive perché il controllo di tutto non ci può essere. Ogni tanto mi scrivono che la gente porta in giro i cani a fare i loro bisogni e non li raccolgono e lo vedo anche io quando porto il mio. Serve veramente un po’ educare e oggettivamente, perché devo subire il fumo passivo quando si può evitare? Senza criminalizzare nessuno, difendo questa misura e i vigili mi dicono che qualcosa si sta vedendo. Per fumo intendiamo anche quelle elettroniche e il resto».
TERZO MANDATO
«Non cambierà nulla, io ho fatto una battaglia di principio perché l’Italia è l’unico Paese che ha il limite di due mandati in Europa emi chiede, siamo una democrazia diversa dagli altri Paesi Europei? Se capisci che non hai nessuna possibilità, enunci al principio e lasci anche perdere. Non c’è nessuna possibilità perché i due partiti più importanti d’Italia, Fratelli d’Italia e il Pd, non sono favorevoli. Fratelli d’Italia è chiaro perché non è favorevole: è un fatto tattico, non ha molti sindaci, non ha presidenti delle Regioni e se turnano, se cambiano aumentano le loro possibilità. È meno chiaro il perché del PD, ma una volta che mi dicono “È così, queste sono le nostre regole” che devo fare? Le accettiamo. Gennaio 2027? Con tutti questi problemi, segnalati anche dagli ascoltatori, io faccio una vita in cui ho delle occhiaie che non ho mai avuto all’epoca dell’Expo. Al momento, sento talmente il carico e la pressione su quello che devo fare che pensare al futuro è difficile».
CASO ALMASRI
«Noi abbiamo liberato un boia, punto. Dopodiché l’abbiamo fatto perché ci sono ragioni di politica internazionale, che le vengano a raccontare in Parlamento. La Libia è delicata perché compriamo petrolio? Che ne vengano a parlare in Parlamento».
MONOPATTINI
«Tanti o pochi i monopattini che siano, la regola è una sola. C’è un obbligo di utilizzo del casco e anche i vigili mi segnalano che i monopattini personali di proprietà, la gente in gran parte ha il casco, quelli che prendi a nolo no. O si rende obbligatorio anche per chi affitta i monopattini di rendere disponibile il casco, oppure non si fa niente. L’unica possibilità è quella, poi è controverso i troppi o troppi pochi, ma l’unica possibilità è quella. Se c’è una legge, va applicata».
MILANO CORTINA 2026
«La tabella di marcia è buona. Il villaggio olimpico è avanti rispetto ai tempi, il palazzetto di Santa Giulia procede bene e anche in fiera i lavori vanno bene. Succede che sono tutte opere private, di soldi pubblici non ce ne stiamo mettendo mentre altrove sono quasi tutte opere pubbliche. Abbiamo trovato questa formula, questi privati però si lamentano che, rispetto a quando avevamo fatto questa negoziazione i costi sono aumentati di molto, e ci chiedono di intervenire altrimenti non rientrano mai da questo investimento. Noi, tecnicamente, non possiamo farlo. Non possiamo soldi pubblici su un’opera privata, a meno che non hai una deroga di legge. Il dibattito con il Governo è questo: “Mi date l’autorizzazione? No”. Queste cose io le ho vissute già in Expo e da Commissario avevo dei poteri, ciò non toglie che finito l’Expo sono stato 3 anni in tribunale, ma vabbè. Perché chi fa le cose in Italia, poi rischia anche sempre, anche se non c’è neanche il minimo sospetto di corruzione, ma le procedure. Per questo torno al Salva Milano. Le procedure in Italia sono veramente farraginose. Noi abbiamo quattro o cinque volte le leggi tedesche e francesi e se provi a semplificare, caschi automaticamente nell’infrangere qualche legge. Tornando a Milano Cortina, non sono le Olimpiadi estive quindi il flusso di persone sarà il giusto, però io sono stato a quelle di Parigi all’apertura e lì erano scappati tutti perché temevano il casino in città e perché era fine luglio e inizio agosto. A Milano sarà febbraio, i milanesi ci sono, noi stiamo cercando di gestire affinché tanti possano andare a vedere le gare, ma portare tante cose in città per rendere vivo l’idea dell’Olimpiadi anche in città- aldilà delle gare, è molto un problema di immagine, di televisione e di media in generale, quindi non dobbiamo far sì che l’immagine di Milano, la cui immagine internazionale è molto aumentata, cresca ancora. Ricordo che proprio recentemente, il New York Times ha detto che nelle 52 mete imperdibile del 2025 nel mondo c’è Milano».
FLUSSI TURISTICI E KEYBOX
«Secondo me ci sono troppi appartamenti dedicati agli affitti brevi e automaticamente vengono tolti appartamenti agli affitti. Purtroppo stiamo facendo poco, perché abbiamo quest’altro dibattito con il Governo e vorremmo che si trovassero formule nel rispetto del diritto di tutti. Se tu come famiglia hai un appartamento in più e lo affitti non ho molto da dire, ma ci sono intere palazzine che sono state prese d chi fa questo tipo di attività. Ce ne sono troppe, noi calcoliamo che ce ne siano circa 20 mila a Milano e sono 20 mila che togli ad altri. Keybox o no, è un fatto di legge e di sicurezza, tu devi sapere chi ci entra e trovo che sia giusto».
LO STADIO SAN SIRO
«A questo punto me lo auguro di aver difeso il vecchio ma amato stadio San Siro, si sta andando verso un nuovo stadio che sarà costruito di fianco a San Siro, il quale sarà riconvertito in altro. Dobbiamo fare la cessione dell’area, se ci riusciamo ma mi auguro, di San siro e delle aree limitrofe speriamo entro l’estate. La cosa buona è che Inter e Milan sono tornate ad essere insieme e non c’è altra via. Realizzare uno stadio costa più di un miliardo e le due proprietà se non lavorano assieme non si porta a casa».
IL PREZZO DELLE CASE A MILANO
«Costano troppo le case a Milano, costano tanto e non ho alcun dubbio. Io non penso che Milano sia una città cara in assoluto, ma le case costano davvero tanto. Devo dire, Milano fa notizia sempre, ma chiedete al sindaco di Bologna o di Napoli o di Alba, il prezzo delle case stia aumentando un po’ ovunque ed è normale che Milano sia sempre sotto i riflettori».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link