Si tiene oggi l’atteso incontro al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) per discutere della perimetrazione del Parco nazionale del Matese. Un vertice che potrebbe segnare una svolta nella lunga e travagliata istituzione dell’area protetta. Convocati i sindaci dei 53 Comuni molisani e campani interessati, oltre alle Regioni Molise e Campania, per affrontare le questioni ancora aperte che hanno finora rallentato l’iter.
Uno degli aspetti centrali dell’incontro riguarda la perimetrazione provvisoria del Parco, che deve essere definita entro il 22 aprile 2025 come intimato dal Tar Lazio. In caso di ulteriori ritardi, il Ministero sarà obbligato a nominare un commissario ad acta, con decisioni che potrebbero non rispecchiare le esigenze di tutela e sviluppo sostenibile del territorio. Ma al centro del dibattito c’è anche la questione legata all’individuazione della sede legale, tema su cui il Consiglio regionale del Molise si è espresso con una mozione approvata all’unanimità, a prima firma della consigliera del Partito Democratico Alessandra Salvatore sottoscritta anche dei consiglieri Vittorino Facciolla, Micaela Fanelli, Roberto Gravina e Angelo Primiani.
«La Gallinola, Monte Miletto e i Monti del Matese, che costituiscono il nostro versante del Parco e si estendono fino all’area archeologica di Sepino e alla Provincia di Isernia, contano uno dei tassi di biodiversità più elevati d’Italia. Un’occasione di sviluppo sostenibile irrinunciabile» – ha rimarcato nei giorni scorsi Salvatore evidenziando l’importanza di battersi per quell’impegno strappato in Aula. Tema che già nella passata legislatura aveva visto in prima linea anche il consigliere regionale Angelo Primiani, impegnato su più fronti proprio per l’accelerazione dell’iter oltre che per la sede da individuare in Molise, e più esplicitamente – secondo Primiani – a Bojano.
L’incontro di oggi arriva anche dopo l’ennesimo appello di Legambiente, che a fine anno ha ribadito la necessità di chiudere l’iter istitutivo del Parco, sottolineando le ingenti risorse economiche già perse a causa dei ritardi accumulati. L’associazione ha ricordato che il Parco nazionale avrebbe garantito un finanziamento annuo di 2 milioni di euro, oltre a tre annualità del progetto Parchi per il Clima e ulteriori fondi ministeriali, per un totale di oltre 30 milioni di euro di investimenti pubblici mancati.
Un’accelerazione importante per l’effettiva istituzione dell’Ente, ad ogni modo, è arrivata dopo il ricorso presentato da Italia Nostra al Tar Lazio, che ha appunto accolto l’iniziativa stabilendo tempi e scadenze precise da rispettare. Con la deadline fissata appunto ad aprile.
Il nodo della perimetrazione resta comunque centrale: non tutti sono infatti favorevoli alla perimetrazione così come proposta dal Ministero. Nelle scorse settimane quattro comitati – “Matese Libero”, “No Parco-Territorio Libero”, “Allevatori e Agricoltori del Territorio” e “Start Matese” – hanno inviato una diffida al Mase, denunciando gravi lacune procedurali e la mancata consultazione degli enti locali. Secondo i comitati, l’iter non avrebbe rispettato i passaggi di concertazione previsti dalla legge, escludendo le amministrazioni locali dalla definizione della perimetrazione.
Questi gruppi temono che le clausole di salvaguardia non tengano conto delle specificità territoriali, con ripercussioni economiche e sociali negative per agricoltori e allevatori. Hanno quindi chiesto al Ministero di riaprire il confronto e coinvolgere maggiormente le comunità locali.
L’incontro di oggi rappresenta dunque un momento cruciale per il futuro del Parco nazionale del Matese.
Sarà presente anche l’assessore comunale di Bojano, Gianni Marro, che da tempo segue attentamente l’argomento con l’obiettivo di portare benefici al territorio. «Mi auguro che arrivi una risposta positiva da parte del Ministero. Abbiamo bisogno interventi urgenti in tempi brevi – ha affermato Marro prima dell’incontro di stamattina -. Altrimenti l’area matesina rischia di scomparire, se non si fa una seria politica di investimenti, vista l’età media che avanza, lo spopolamento e le enormi difficoltà occupazionali che si riscontrano nelle aree interne come la nostra».
Riusciranno le istituzioni a trovare un punto di equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico? Si riuscirà a scongiurare il rischio di un commissariamento che potrebbe imporre decisioni calate dall’alto? Le risposte – o almeno qualche indizio, si spera – potrebbero arrivare nelle prossime ore, ma una cosa è certa: il tempo delle attese, ormai, è finito.
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