Nuova svolta sul Codice della Strada: la decisione della Cassazione cambia le carte in tavola


Il Nuovo Codice della Strada ha suscitato un vivace dibattito, specialmente dopo la sentenza della Corte di Cassazione numero 2020/2025.

Questa decisione ha evidenziato alcune criticità normative che potrebbero influenzare notevolmente l’applicazione delle nuove disposizioni, in particolare quelle relative alla guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti.

Il Nuovo Codice della Strada ha introdotto modifiche significative, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale. Tra le novità più rilevanti c’è la modifica riguardante il controllo della guida in stato di alterazione psicofisica. Secondo le nuove norme, la semplice positività a un test antidroga è sufficiente per sanzionare un conducente, senza necessità di provare l’effettiva alterazione delle sue capacità al volante. Questo ha sollevato preoccupazioni tra esperti legali e operatori sanitari, poiché non si tiene conto del contesto in cui il conducente ha assunto sostanze psicotrope, inclusi farmaci da banco.

Inoltre, la legge prevede una tolleranza zero per diverse sostanze, compresi alcuni farmaci comuni. Questo crea incertezze e potenziali ingiustizie per i pazienti che necessitano di tali medicinali per motivi di salute, risultando comunque positivi ai test.

La sentenza della Cassazione e le sue implicazioni

La sentenza n. 2020/2025 della Corte di Cassazione ha messo in discussione alcune disposizioni del Nuovo Codice della Strada. I giudici hanno stabilito che è necessario dimostrare non solo la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue, ma anche come queste influenzino le capacità di guida del conducente. La Corte ha affermato che “a rilevare non è la condotta di chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, bensì quella di colui che guida in stato di alterazione psicofisica determinato da tale assunzione”.

Perché vi sia responsabilità penale, è imprescindibile dimostrare che la condotta di guida sia stata influenzata negativamente dallo stato di alterazione. Questa posizione è in linea con la giurisprudenza precedente, in particolare con la sentenza del 2019 (n. 12409/19), che stabiliva che non era sufficiente la mera positività ai test, ma era necessaria la prova dell’effettiva alterazione psicofisica.

Cosa dice la sentenza (www.greenstyle.it)

Il dibattito intorno al Nuovo Codice della Strada rappresenta un contesto normativo complesso e in continua evoluzione. Da un lato, le nuove normative mirano a ridurre il numero di incidenti stradali e a garantire maggiore sicurezza per tutti gli utenti della strada; dall’altro, sorgono interrogativi sull’equità delle sanzioni, in particolare per chi assume farmaci per motivi medici.

In questo contesto, la figura dei medici e degli psichiatri diventa cruciale. Questi professionisti possono fornire chiarimenti sulla relazione tra l’assunzione di determinati farmaci e la capacità di guida. La paura di conseguenze legali potrebbe indurre molti pazienti a non assumere i farmaci necessari, mettendo a rischio la loro salute.

Le possibili evoluzioni legislative

Le ripercussioni della sentenza della Cassazione potrebbero spingere il legislatore a rivedere alcune disposizioni del Nuovo Codice della Strada. È possibile che vengano introdotti correttivi normativi che tengano conto delle evidenze scientifiche sui test di alterazione psicofisica e sull’influenza delle sostanze sul comportamento alla guida. Le possibili evoluzioni legislative potrebbero includere:

  1. Definizione di linee guida più chiare per gli agenti di polizia.
  2. Introduzione di protocolli di test più accurati e affidabili.
  3. Promozione di un ampio dibattito pubblico per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi associati alla guida sotto l’influenza di sostanze psicotrope.

In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un momento cruciale per il futuro del Nuovo Codice della Strada e per la sicurezza stradale. Le implicazioni legali e sociali di questa decisione meritano un attento esame da parte di legislatori, giuristi e professionisti della salute. Solo attraverso un approccio equilibrato e informato sarà possibile garantire una normativa che tuteli la sicurezza stradale senza compromettere i diritti dei cittadini.



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