Dal kit di benvenuto in hotel con tanto di “Bau buffet” alle spiagge dedicate con ombrellone, piscinetta e servizi. Fino a negozi e ristoranti ad hoc, dove gustare anche il gelato.
Sono sempre di più gli italiani che vivono con animali domestici e, anche in vacanza, non vogliono separarsi dal proprio amico a quattro zampe: secondo Coldiretti almeno 8,5 milioni di italiani ogni anno. Ecco perchè “c’è grande attenzione da parte degli operatori turistici a chi viaggia con il proprio animale domestico”, spiega Fabio Bullini del portale specializzato mypethotel.it.
Un rapporto talmente stretto, quello tra uomo e amico a quattro zampe, che in varie città italiane è consentita la tumulazione in urna delle ceneri degli animali d’affezione all’interno del loculo o della sepoltura in cui è già presente il proprietario o una persona di famiglia.
Secondo un sondaggio di Changes Unipol elaborato da Ipsos, sul rapporto tra gli italiani e gli animali domestici, chi decide di vivere con un cane o un gatto, lo fa soprattuto per avere compagnia (48%), perché portano felicità (46%) e perché migliorano la salute mentale (33%), nonostante le spese per loro siano cospicue. E poco importa se, in un appello recente, Papa Francesco abbia denunciato che, “in questa epoca di progresso, l’umanità si è trovata sola e smarrita, non di rado preferendo gli animali domestici ai figli”.
Animali domestici (gettyimages)
I numeri della pet economy
La cosiddetta pet economy in Italia registra cifre da capogiro, non solo nell’ambito del turismo pet-friendly. Sono 65 milioni i pets, vocabolo inglese che sta per animali di affezione, da compagnia e che è ormai entrato nel nostro linguaggio corrente, e sono presenti in 4 famiglie su 10. Si stima che siano 5 milioni in più rispetto al 2019. Una presenza che si traduce in un affetto profondo, tanto che quasi il 90% dei proprietari di pet considera il proprio cane o gatto un membro a tutti degli effetti della famiglia.
A dimostrare questo scenario sono anche le statistiche economiche che delineano una costante crescita della pet economy in Italia e nel mondo. Secondo Eurispes, a livello mondiale il mercato dei prodotti e dei servizi legati agli animali domestici cresce del 6% l’anno. Stando al Rapporto Coop Nomisma, si conteggiano 6.8 miliardi di euro di spesa complessiva delle famiglie per il pet care di cui 1,3 miliardi per visite veterinarie (20% del totale), a dimostrazione di quanto la cura sia uno degli aspetti più sentiti dai proprietari di cani e gatti. Ogni mese il costo di mantenimento di un animale si attesta mediamente a 65 euro (escluse le spese mediche e il veterinario), per un totale di 780 euro l’anno: sale a 69 euro per chi vive con cani e/o gatti (828 euro l’anno).
Animali domestici (gettyimages)
La spesa maggiore per la salute
Secondo uno studio condotto da Ipsos per Ca’ Zampa, gruppo italiano di strutture veterinarie, per il 63% dei proprietari, la salute è sempre più al centro della cura dei pet e il veterinario è considerato, per il 58%, l’influencer numero uno quando si tratta di prendere decisioni relative al loro benessere, battendo social e media come fonte di informazioni.
Per quasi un proprietario di animale domestico su due (il 48%) è abitudine far visitare il proprio pet con periodicità. Secondo Doxa 3 ‘pet owner’ su 10 di cani e gatti vanno dal veterinario 1 o 2 volte l’anno e il 25% ci va ogni 4-6 mesi. I dati dimostrano come si stia sviluppando una maggiore consapevolezza nella cura dell’animale domestico secondo un approccio che pone attenzione alla prevenzione: quasi 3 su 10 si recano dal veterinario non solo per le vaccinazioni, ma anche per i controlli di prevenzione delle malattie.
A prescindere dal tipo di animale di compagnia, si ricorre al veterinario prevalentemente per controlli di routine e per le vaccinazioni con una frequenza maggiore nel caso dei cani. Prevenzione e specializzazione nelle cure, sono proprio tra i trend che tracciano il futuro della pet economy, in particolare della medicina veterinaria che, insieme al pet food, rappresentano tra le fette maggiori del comparto pet-care.
In Italia lo scenario della veterinaria è frammentato: 35.000 medici veterinari, quasi 9.000 le strutture veterinarie, di cui più di 6.600 ambulatori, più di 1.000 le cliniche e meno di 100 gli ospedali veterinari. La diagnostica inoltre ha avuto un’accelerazione importante, attraverso l’ausilio di apparecchi RX, ecografi, tac e risonanze.
Riguardo all’aumento dell’attenzione alla salute degli animali domestici il tasto dolente è l’aumento dei costi delle visite e dei farmaci per curarli.
I rincari della pet industry e il boom delle cliniche veterinarie
Per quanto riguarda la salute (vaccinazioni, visite dal veterinario, esami, interventi), la spesa media annuale si attesta a 180 euro, che salgono a 185 per chi vive con cani e/o gatti. Vivere con un animale domestico significa quindi spendere in media circa 1.000 euro l’anno tra spese di mantenimento fissi e costi legati alla salute e alla visite veterinarie. A pesare ancora di più sul bilancio familiare sono i rincari che, nell’ultimo anno, hanno colpito la pet industry, tali da far rientrare l’animale domestico nei ‘beni di lusso’.
L’aumento dei prezzi è dovuto in gran parte all’aumento dei prezzi del cibo per animali che, nel nostro Paese, ha sfiorato lo scorso anno il 10%. Gli Italiani nel 2023, dicono i dati della tessera sanitaria, hanno speso 1,13 miliardi di euro per visite (costate 805 milioni), farmaci (290 milioni) e interventi chirurgici. Il dato è cresciuto del 77% rispetto ai 642 milioni sborsati nel 2016.
Si spende per farmaci che spesso sono molto più cari di quelli per gli umani, anche se nella maggior parte dei casi le molecole sono le stesse. Poi ci sono gli esami diagnostici: le risonanze e le tac che possono costare tra i 400 e i 700 euro, le ecografie all’addome da 100 euro, fino agli interventi chirurgici più o meno complessi che possono arrivare a 2500 euro.
Una voce importante quella della cura dei ‘pets’ nel bilancio delle famiglie, tanto che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha recentemente ricordato che la legge di Bilancio ha istituito “un Fondo destinato a sostenere i proprietari di animali d’affezione nel pagamento di visite veterinarie e operazioni chirurgiche veterinarie e nell’acquisto di farmaci veterinari”. Il Fondo ha un finanziamento per il triennio 2024-2026 pari a 250.000 euro per l’anno 2024, e 237.500 euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Possono accedervi i proprietari di animali d’affezione che abbiano un valore Isee inferiore a16.215 euro ed età superiore a 65 anni.
Nell’ottica di garantire rafforzamento delle misure finanziarie in favore dei proprietari di animali non abbienti, il ministro Schillaci ha poi aggiunto che si sta valutando anche la proposta di istituire la figura del veterinario di base.
Animali domestici (gettyimages)
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