Turismo: in Cina conoscono poco la Sardegna e ancora meno i suoi nuraghi. Lo dice una ricerca

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Cagliari

Lo studio commissionato a Huawei dall’associazione La Sardegna verso l’Unesco

La Sardegna è pressoché sconosciuta al pubblico cinese, che ignora l’esistenza dell’isola e della civiltà nuragica, ma che si mostra incuriosito e interessato – al punto da soffermarsi ben più a lungo di tutte le rilevazioni analoghe – ai contenuti relativi ai nuraghi, dichiarando di apprezzare l’iniziativa Unesco per le garanzie di universalità e di qualità che verrebbero certificate dal raggiungimento del riconoscimento.

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Sono questi i dati più significativi della campagna che l’associazione La Sardegna verso l’Unesco ha realizzato insieme a Huawei nel contesto cinese, illustrati questa mattina a Sa Manifattura di Cagliari, alla presenza dell’assessore regionale del Turismo, Franco Cuccureddu, del presidente dell’associazione, Pierpaolo Vargiu, della vicepresidente della Fondazione di Sardegna, Micaela Morelli, e dei dirigenti di Huawei Consumer Cloud Service Europe, Kenny Jinchuncheng, general manager of ads business, e Alessandro Schintu, sales director of ads business.

Per raggiungere il pubblico cinese è stata utilizzata la piattaforma di display programmatic “PetalAds” ed è stata creata una pagina personalizzata in lingua cinese, che forniva informazioni dettagliate sulla civiltà nuragica e sulle sue peculiarità uniche. La pagina includeva un sondaggio mirato a raccogliere dati preziosi sull’interesse della platea cinese per la Sardegna e per la sua antica civiltà, anche in prospettiva del riconoscimento Unesco.

I numeri raccolti confermano che la Sardegna è una destinazione internazionale pressoché sconosciuta persino al cluster cinese di alto livello sociale, culturale ed economico che si era scelto come target della campagna: il 58% degli intervistati non aveva mai sentito parlare della Sardegna, mentre il 75% non aveva mai sentito nominare i nuraghi, che secondo l’80% degli intervistati beneficerebbero molto del riconoscimento Unesco.

Per contro, e qui viene la nota davvero molto positiva e incoraggiante per la Sardegna, la campagna ha dimostrato che l’identificazione dell’utenza con maggiore potenziale e la presentazione dell’isola con narrazioni efficaci e immagini accattivanti è stata in grado di suscitare notevole interesse sugli utenti cinesi. Nell’esperienza di Huawei i risultati sono stati davvero straordinari: su sei milioni di esposizioni, ben 300.000 utenti hanno cliccato sui contenuti di approfondimento della campagna (il 5%, a fronte di medie intorno all’1% registrate da iniziative dello stesso genere). Parallelamente, il tempo di permanenza speso dagli utenti per scoprire ed apprezzare l’immagine della Sardegna (dopo il primo click) è di quasi 30 secondi, e cioè quasi il doppio della media di questo tipo di campagne e indagini di mercato.

“Il lavoro commissionato da ‘La Sardegna verso l’Unesco’ a Huawei Consumer Cloud Service Europe”, ha dichiarato l’assessore regionale Franco Cuccureddu, “ci restituisce dei dati estremamente interessanti che ci consentono di valutare la propensione del mercato cinese ad accogliere un’offerta turistica culturale come quella della Sardegna, caratterizzata dalla grande densità di monumenti preistorici. Sebbene il mercato cinese abbia fornito riscontri deludenti agli investimenti promozionali messi in campo in questi anni dall’Italia (in Sardegna sono state poco più di 15.000 le presenze turistiche di cinesi nel 2023), riteniamo che sia importante puntare ancora su questo vastissimo mercato, con azioni di marketing ancora più mirate ed efficaci e, magari, stimolando l’apertura di un volo diretto fra una delle metropoli cinesi e la Sardegna”.

“Il sondaggio ha raccolto informazioni cruciali sull’interesse dei cinesi verso la Sardegna e la civiltà nuragica, offrendo spunti utili per progettare future iniziative di sviluppo sostenibile”, ha detto il presidente dell’associazione La Sardegna verso l’Unesco, Pierpaolo Vargiu. “Il forte divario di conoscenza rappresenta oggi un limite che offre però straordinarie opportunità. L’analisi suggerisce infatti come il riconoscimento Unesco possa rappresentare un catalizzatore per aumentare la notorietà internazionale della Sardegna e dei suoi nuraghi. Ma ancor più, appare evidente come il percorso verso il questo riconoscimento possa rappresentare un’occasione per coinvolgere tutti i sardi nella necessità di modificare la comunicazione di sé, proponendo un’immagine che coniughi le bellezze naturali con l’unicità identitaria della antica civiltà nuragica”.

Giovedì, 6 febbraio 2025

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