E45, la “strada” del vino buono che fa bene al territorio. «È il nostro atto rivoluzionario»

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di Egle Priolo

PERUGIA – E45. Come la strada che percorrono in su e in giù. Come il percorso che li ha fatti incrociare lungo una passione. Come la via per unire un ternano e un perugino, insieme in una sfida che faccia anche bene a tutto il territorio. Perché Equarantacinque Vini è il nome della società agricola fondata da Matteo Sabatini (45 anni da Terni) e Giulio Ciliani (40 anni da Perugia), due professioni diverse, ma ora tanta passione legata al mondo dei vini artigianali, buoni al palato e che facciano anche bene alla terra.
Umbria7 ne ha parlato con Matteo Sabatini, un assicuratore che ha scoperto all’improvviso l’amore per vigne e filari.

Matteo, come nasce Equarantacinque Vini?
«Nasce dopo qualche anno di sperimentazioni e ricerche e dall’incontro con Giulio, con cui condividiamo un percorso che ora ci porterà, in primavera, a uscire ufficialmente con i nostri vini. Io sono un agente di assicurazione e non avrei mai immaginato di fare anche il contadino vignaiolo. Ma circa 8 anni fa ho iniziato a conoscere i vini artigianali di piccoli produttori, ad appassionarmi a quei colori, sapori e profumi diversi diversi dal convenzionale che hanno catturato la mia attenzione. Da curioso quale sono ho iniziato a leggere libri, a documentarmi, a cercare di capire come si arrivava ad un prodotto del genere. Ho iniziato a sperimentare, a fare attività di ricerca, capendo da subito che per fare un buon vino bisognava partire dal rispetto per la terra, cosa che per la realtà che viviamo in questo momento storico sembrava piuttosto anacronistico, e se vogliamo quasi un atto rivoluzionario».

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E poi?
«Dopo aver comprato uva da un anziano contadino del territorio, ho comprato una piccola vigna a Cesi, perché volevo partire dal basso, dalla terra, ed essere certo di arrivare ad un frutto integro. Poi per lavoro mi sono ritrovato in un’azienda agricola a Sangemini, volevano dar via alcuni terreni tra cui 2 ettari di vigna. Mi sono subito proposto io nonostante il loro scetticismo, ma con un po’ di determinazione sono riuscito a convincerli. Non potevo farmi scappare quell’occasione».

E Giulio?
«Giulio l’ho conosciuto a un incontro sui vini naturali, lui viene da una solida esperienza nel mondo della ristorazione. Abbiamo scoperto di aver fatto un percorso di avvicinamento al vino molto simile, ma lui per curiosità e passione se ne era andato a lavorare in una cantina locale, maturando maggiori competenze e professionalità di me che avevo fatto tutto da solo. E quindi a quel punto, vista la comunione di intenti, gli ho proposto di prendere quei due ettari insieme, per dividerci le fatiche… non ha esitato granché. Ed eccoci qua».

Se ci passa la battuta, un ternano e un perugino che si mettono insieme, senza guerre di campanile o di “maglia” è già da sola una notizia…
«Sì, perché è la storia di un ternano e un perugino stranamente uniti da una vera passione.
E uniti appunto da una strada, la E45, che percorriamo in su e in giù e da cui prendiamo il nome. Attualmente siamo arrivati a gestire oltre 3 ettari, tra Sangemini e Cesi, nel Ternano, e Santa Maria Rossa e Corciano, nel Perugino, coprendo buona parte della nostra amata Umbria. Il nostro intento principale è mantenere i nostri vigneti sani, senza utilizzo di prodotti fitosanitari sistemici, ma usando solo rame e zolfo in basse quantità, anche inferiori a quanto previsto dall’agricoltura biologica. In cantina invece ci affidiamo a fermentazioni spontanee e a scelte più “radicali” che conferiscono maggior personalità al vino, come l’utilizzo della solforosa in quantità molto basse e solo in alcune fasi della vinificazione. Ci chiedono se facciamo vino “naturale”: sicuramente non intendiamo cavalcare una moda, perché a volte negli ultimi anni ci si confonde con prodotti pieni di difetti che vengono fatti passare come peculiarità, siamo certi di voler fare vini a basso intervento, sia in vigna che in cantina, con l’obiettivo di essere custodi dell’integrità del prodotto, dalla terra al calice».

E in primavera arrivano le prime bottiglie “ufficiali”?
«Sì, questa è la nostra prima annata ufficiale: imbottiglieremo dalla prossima primavera 5 diversi vini, che abbiamo avuto modo di vinificare grazie alla disponibilità e all’ospitalità di Montecorneo 570 e Dune Bianche, due aziende vinicole che esprimono appieno il nostro territorio, che oltre ad offrirci strutture moderne e professionali ci hanno dato l’opportunità di un continuo confronto con professionisti del settore».

Bianchi o rossi?
«Bianchi, rossi, “orange” e un Pinot Grigio macerato che sarà ramato. Due di questi sono stati già più volte prodotti da Giulio, gli altri sono nati dalle uve dell’ultima vendemmia. Arrivati a questo punto, dopo 5 anni di sperimentazioni e di attese, non vi nego una certa emozione».

E allora prosit!



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