Guerra Israele – Hamas, le notizie di oggi 6 febbraio sul conflitto a Gaza

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\”Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente\”. Lo ha detto Donald Trump  in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu ribadendo che \”i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace, Gaza è un simbolo di morte e distruzione per decenni, i palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative\”. Progetto accolto da Netanyahu che l’ha definita \”un’idea straordinaria\”. \n

Per Hamas il piano di Trump è invece \”ridicolo\” e \”assurdo\”: \”Qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione\” ha dichiarato un funzionario del gruppo fondamentalista. Contrari anche l’Egitto e la Giordania. Per l’Ue la Striscia di Gaza \”è parte integrante di un futuro Stato palestinese\”.

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Il leader iraniano, l’ayatollah Seyyed Ali Khamenei, afferma che tutta la Palestina, dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, appartiene ai palestinesi. \”Tutta la Palestina, dal fiume al mare, appartiene al popolo palestinese\”, si legge in un post condiviso sui social media dal sito web ufficiale.

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Il portavoce di Hamas, Hazem Qasim, ha detto all’emittente qatariota Al Jazeera che la recente dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di prendere il controllo della Striscia di Gaza e di trasferire i palestinesi potrebbe essere \”sventata\” dal gruppo. \”I palestinesi sono legati alla loro terra e non se ne andranno, non importa quante volte Trump ripeta le sue dichiarazioni\”, ha aggiunto.

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I media libanesi riferiscono che aerei da combattimento israeliani hanno effettuato attacchi nella zona di Nabatieh e nella valle della Beqaa. Entrambe le aree si trovano a nord del fiume Litani, dove Hezbollah e’ costretto a ritirarsi in base a un accordo di cessate il fuoco. Non ci sono commenti immediati da parte delle IDF in merito agli attacchi segnalati

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Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, impegnato in un servizio fotografico con i senatori statunitensi al Campidoglio, e’ stato raggiunto da un giornalista che gli ha chiesto: \”Signor Netanyahu, pensa che siano necessarie truppe statunitensi a Gaza per attuare pacificamente il piano del presidente Trump?\” \”No\” ha risposto Netanyahu, prima che i giornalisti fossero allontanati.

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Antonio Tajani vola in Israele per consegnare al Pam 15 camion e le ultime 15 tonnellate di aiuti umanitari raccolti per la popolazione palestinese con l’iniziativa Food for Gaza. E con sé, porta la posizione dell’Italia – e di molti partner europei e Paesi arabi – sul futuro di Gaza e il piano di Trump sul controllo americano della Striscia: \”La nostra posizione è chiara, due popoli e due Stati\” e \”ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente\”, ha detto chiaramente il vicepremier pochi minuti prima di incontrare al porto di Ashdod il suo omologo israeliano Gideon Sa’ar, che invece vorrebbe spingere Roma a sposare l’iniziativa del tycoon. \”Israele e Italia sono stretti alleati degli Usa e i nostri governi sono vicini a Trump e alla sua amministrazione. Oggi credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte e pensare fuori dagli schemi\”, ha detto il ministro israeliano mettendo una croce sul passato assetto dell’enclave: \”Gaza è un esperimento fallito\” e \”ha certamente fallito sotto il regime di Hamas\”, ha sentenziato Sa’ar. \”La Striscia nel suo stato attuale non ha futuro. Dobbiamo cercare di trovare una soluzione diversa\”, è la posizione del suo governo. Sin dall’annuncio del tycoon, l’esecutivo Netanyahu ha spinto con forza l’iniziativa americana per una Gaza a controllo stelle e strisce e un trasferimento dei palestinesi in Egitto e Giordania: \”Penso che gli Usa siano un ottimo candidato per ripristinare la Striscia dopo la guerra, e penso che ciò dimostri solo l’impegno per un futuro migliore in questa regione. E lodo Trump per la sua volontà di impegnarsi\”, ha detto Sa’ar in conferenza stampa. Accanto a lui, Tajani ha ribadito che ora \”è il momento di lavorare per il futuro, ci sono molte idee ma l’Italia crede nella soluzione dei due Stati\”, seppure \”al momento per noi è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c’è\”. L’orizzonte resta comunque quello di una riunificazione della Palestina sotto la guida dell’Anp, secondo l’Italia, che è pronta a sostenere le autorità di Ramallah per realizzare le dovute riforme e ottenere credibilità agli occhi di Israele che la accusa di dare sostegno ai terroristi. Quello che è chiaro per Tajani e per Sa’ar e che Hamas non potrà mai tornare a governare Gaza. E non è un interlocutore credibile neanche per la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia devastata dalla guerra: l’iniziativa di Food for Gaza – ha sottolineato il vicepremier – si affida al Pam proprio per garantire che i beni donati non finiscano in mano dei miliziani palestinesi. E in questa direzione va anche la decisione di Roma di smarcarsi dalle attività dell’Unrwa nell’enclave: \”Le Nazioni Unite per noi a Gaza sono rappresentate dal Pam, noi preferiamo questa organizzazione\”, ha detto Tajani, trovando il plauso delle autorità israeliane. \”Unrwa non è parte della soluzione, è parte del problema\”, gli ha fatto eco Sa’ar, secondo cui \”chi vuole sostenere gli sforzi umanitari a Gaza dovrebbe investire risorse in organizzazioni alternative. Quindi ti ringrazio, ministro Tajani per la leadership mostrata da te e la premier Meloni col progetto Food for Gaza\”. L’occasione per la nuova visita di Tajani in Israele è proprio l’arrivo al porto di Ashdod di 15 camion Iveco – opportunamente rafforzati per operare nella Striscia – donati al Pam e altre 14.5 tonnellate di beni di prima necessità, tra cui taniche per la distribuzione dell’acqua e beni volti a contrastare l’impatto dell’inverno, tra cui materassi e coperte. Ad accogliere l’arrivo degli aiuti ha partecipato anche la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, con la quale Tajani ha aperto una nuova fase di Food for Gaza di cooperazione e sostegno in ambito sanitario. A partire da una prima evacuazione, attesa tra circa 10 giorni, di 14 bambini malati oncologici dalla Striscia per essere curati nelle strutture mediche di Piemonte, Lazio, Lombardia. In serata, il vicepremier ha infine incontrato i militari ed esperti italiani dispiegati in Palestina nelle missioni Eubam Rafah, Miadit Palestina e Eupol Copps, ringraziandoli per essere \”la bandiera dell’Italia\” nella regione

“,”postId”:”6544bac2-5ee9-4ff5-9a00-8b4b8b058a1b”},{“timestamp”:”2025-02-06T20:30:00.000Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T21:30:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Trump insiste: \”Israele ci cederà Gaza dopo la guerra\””,”content”:”

Nonostante il coro internazionale di no, a parte gli amici Orbán e Farage, Donald Trump insiste sulla sua idea shock di assumere il controllo di Gaza e guidare il processo di ricostruzione, mentre Israele ha colto la palla al balzo e prepara un piano per consentire un non meglio precisato sfollamento \”volontario\” dei palestinesi dalla Striscia. Il presidente Usa ha affidato ad un post su Truth l’illustrazione del suo di piano: \”La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer (il leader dem del Senato, di fede ebraica, ndr), sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi\”, ha scritto, ribadendo quindi la prospettiva di trasferire altrove gli abitanti di Gaza. Gli Usa poi si metterebbero alla guida della rinascita edilizia della Striscia, senza necessità di truppe sul terreno: \”Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di pianificazione urbanistica da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e attentamente la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari complessi residenziali del suo genere sulla Terra. Non ci sarebbe bisogno di soldati degli Stati Uniti! La stabilità regnerebbe nella regione!!!\”. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha già ordinato all’Idf di preparare un piano per consentire la \”partenza volontaria della popolazione di Gaza\”. \”Agli abitanti della Striscia deve essere consentito di godere della libertà di movimento e della libertà di immigrare\”, ha affermato. Nel frattempo, verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una \”Gaza smilitarizzata\”, nell’era successiva ad Hamas, \”un progetto che richiederà molti anni per essere completato\”. Per Trump e Israele quindi sembra tutto chiaro e facile, nonostante il no dei palestinesi, dei Paesi arabi che dovrebbero accoglierli e di tutta la comunità internazionale, che sostiene la soluzione dei due Stati. Ma in realtà, svela il New York Times, quando il presidente ha annunciato il suo piano ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo. Se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell’idea. L’uscita, secondo il Nyt, è stata una sorpresa anche per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, cui il tycoon avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l’idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca. All’interno dell’amministrazione, inoltre, non c’erano stati incontri con il Dipartimento di Stato o il Pentagono, come normalmente accade per qualsiasi seria proposta di politica estera, soprattutto se di tale portata. Non c’erano stati neppure gruppi di lavoro. Il Pentagono non aveva prodotto stime del numero di truppe eventualmente necessarie, o una previsione dei costi, o anche solo una bozza di come avrebbe potuto funzionare il piano. \”C’era poco più di un’idea nella testa del presidente\”, che ne parlava da settimane ma privatamente, scrive il quotidiano. I media Usa intanto si sforzano di capire le motivazioni di una simile mossa. Il Washington Post fa quattro ipotesi. La prima è un tentativo di distrarre l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica da un’altra presa di possesso, questa volta reale: quella del governo, con tagli drastici, epurazioni, deregulation e le mani di Elon Musk ovunque. La seconda è che si tratti di un’arma negoziale, per premere su Riad per la normalizzazione delle relazioni con Israele, rinunciare allo Stato palestinese ed erogare fondi per la ricostruzione, minacciando lo sbarco Usa se le due maggiori potenze regionali non trovano un accordo. C’è poi la ‘madman theory’, la teoria dell’uomo pazzo e imprevedibile che Trump asseconderebbe per ottenere i suoi obiettivi. Infine, una svolta dall’isolazionismo dell’America First alle ambizioni \”imperialiste\” come elemento chiave della sua eredità

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Dopo lo sdegno del Vecchio Continente all’idea di trasformare in un resort Gaza, previo ‘sgombero’ dei palestinesi, arrivano i primi distinguo in Europa con aperture all’idea di Donald Trump. Nulla di sorprendente, a pensarci bene, trattandosi di amici o fan del presidente americano, ovvero del leader populista del Regno Unito Nigel Farage e dell’Ungheria di Viktor Orban. Dopo l’iniziale silenzio, invece, l’Unione Europea si fa infine sentire forte e chiara, e non solo ribadisce ancora una volta il favore per la soluzione a due Stati, ma scandisce che in quello futuro della Palestina Gaza dovrà essere \”parte integrante\”. Tornando a Farage, dopo esser stato capace nelle ultime settimane di una prodigiosa scalata ai sondaggi che vede ora il suo partito Reform Uk al 25% delle intenzioni di voto davanti ai labour e ai Tory (stando a YouGov), ha affermato di ritenere una premessa \”di pace\” la prospettiva di svuotare la Striscia e occuparla temporaneamente, per ricostruirla come \”una riviera\”. \”Il pensiero di un posto ricco, meraviglioso e fiorente, con lavori ben pagati, casinò, vita notturna… mi sembra tutto molto attraente\”, ha affermato. Farage si è anche schermito dal dover \”rispondere di tutto ciò che l’amministrazione Trump ha da dire\”, non senza aggiungere però che il presidente Usa \”ha avuto un inizio straordinario\”. Dall’Ungheria è stato il ministro degli Esteri Péter Szijjártó, dopo aver lodato il ruolo di Trump negli Accordi di Abramo, a soffermarsi sull’idea di trasformare Gaza in un resort: \”Non so se il piano sia fattibile, vista l’accettazione regionale – ha detto -, ma sappiamo che Trump è un affarista con straordinarie capacità di negoziazione. Ha contattato le controparti giordane ed egiziane, vediamo cosa succede. Se il presidente Trump è coinvolto, non escluderei nulla – ha osservato Szijjártó -. Quando si tratta di lui, non definirei nulla senza speranza\”. \”Il coniglio è uscito dal cappello!\”, ha commentato anche Orban. \”Abbiamo dovuto sopportare per anni che gli ultra-progressisti, autoproclamati campioni dei diritti umani dei media mainstream, demonizzassero le forze politiche patriottiche per anni. Lo hanno fatto perché erano pagati per farlo dall’Usaid\”, l’agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, \”e dalla precedente amministrazione statunitense di sinistra\”, ha sottolineato. \”Sono d’accordo con il presidente Donald Trump, è una questione troppo grande e troppo sporca per nascondersi\”. \”Abbiamo preso nota dei commenti del presidente Trump\” sull’idea di trasformare Gaza in una riviera sotto gestione Usa ma \”l’Unione Europea rimane pienamente impegnata nella soluzione dei due Stati, che riteniamo sia l’unica via per una pace a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi\”, ha commentato invece il portavoce della Commissione Ue Anouar El Anouni. \”L’Ue è stata chiara: Gaza è parte integrante di un futuro Stato palestinese. Sia israeliani che palestinesi meritano la pace: il cessate il fuoco è uno sviluppo positivo, ma ora bisogna che vengano fatti passi ulteriori per portare ad una cessazione permanente delle ostilità e stabilità nella regione\”, ha aggiunto. \”Vale anche la pena ricordare.

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Bisogna portare davanti alla giustizia internazionale non solo Netanyahu ma anche l’amministrazione nordamericana, in particolare il presidente Trump, che è collaboratore necessario del genocidio\” dei palestinesi. E’ quanto ha sostenuto Ione Belarra, segretaria generale di Podemos, il partito della sinistra radicale spagnola, in un videomessaggio postato sulle reti sociali  dopo il piano annunciato da Trump per lo sfollamento dei palestinesi da Gaza. Belarra ha criticato la riunione avuta ieri da Trump con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, denunciando che l’obiettivo era \”ottenere l’appoggio esplicito degli Stati Uniti ai piani di sterminio\” della popolazione palestinese. \”Questo è un crimine contro l’umanità  ed è collaborazione esplicita al genocidio\”, ha insistito la deputata di Podemos. Per poi chiedere \”quando il governo spagnolo romperà una volta per tutte i legami con i genocidi\” e con lo Stato di Israele, per il quale ha di nuovo invocato un embargo totale delle armi

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Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivelato a Channel 14 che nell’ottobre 2023, nelle mani di Hezbollah c’erano solo circa 150 dei cercapersone con trappole esplosive “rispetto alle migliaia che abbiamo accumulato” nei mesi successivi. Lo riporta il Times of Israel. 

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Netanyahu ha raccontato inoltre di esser stato lui stesso a bloccare la proposta dell’allora Ministro della Difesa Yoav Gallant, che intendeva colpire ed eliminare i razzi e la leadership di Hezbollah. Per Netanyahu, quello sarebbe stato “un terribile errore”, che avrebbe aperto una guerra su due fronti ad ancora troppo poca distanza dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre.-

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\n”,”postId”:”5cee3097-5c89-46b5-b8ba-3d23b5383eec”},{“timestamp”:”2025-02-06T19:07:33.984Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T20:07:33+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Costa: \”L’Ue sosterrà il ritorno a casa dei palestinesi\””,”content”:”

In Medio Oriente \”la soluzione dei due Stati è l’unico modo per assicurare una pace duratura, l’unico modo per rispettare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese di avere un proprio Stato\”. E dunque, \”nel breve periodo, le priorità sono l’attuazione e il mantenimento del cessate il fuoco, che consentirà agli sfollati di tornare a casa, di ricostruire e di far fluire nuovamente gli aiuti umanitari di cui c’è tanto bisogno\”. L’Unione europea ha la \”responsabilità di sostenere questo processo\”. Lo dichiara il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, in un’intervista a un ristretto gruppo di media europei tra cui La Stampa che ne dà un’anticipazione online. 

“,”postId”:”0c6bd3fb-63f1-42fd-a589-1572ca670bb7″},{“timestamp”:”2025-02-06T18:57:58.344Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T19:57:58+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Bernini, con Food for Gaza siamo in prima linea per i civili”,”content”:”

L’Italia è in prima linea nel sostegno alla popolazione di Gaza. L’iniziativa Food for Gaza, nata a marzo scorso grazie alla determinazione del ministro Antonio Tajani e della Farnesina, si è ampliata fino a includere anche il supporto sanitario. Per questo, come ministero dell’Università e della Ricerca, abbiamo coinvolto i policlinici universitari, affinché i bambini e le fasce più vulnerabili possano ricevere cure adeguate\”. Lo ha dichiarato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini al termine della missione in Israele con il ministro Tajani per Food for Gaza. \”Oggi abbiamo gettato le basi per portare in Italia un primo gruppo di 14 bambini malati oncologici, dando loro una possibilità di cura e di futuro. È un gesto di solidarietà concreto che testimonia la generosità del sistema Italia. Aiutare chi soffre non è solo un dovere morale, ma un atto di umanità. Essere protagonisti della pace significa trasformare il dolore in speranza, costruire ponti invece di muri, restituire dignità a chi ha perso tutto. L’Italia c’è e continuerà ad esserci\”, ha concluso

“,”postId”:”eaa5564b-fa94-4612-bb4f-6bb4235eaeb8″},{“timestamp”:”2025-02-06T18:47:14.457Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T19:47:14+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Casa Bianca, ‘piano per Gaza non sarà finanziato da contribuenti americani'”,”content”:”

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Donald Trump per Gaza non comporterà “stivali sul terreno” – in riferimento a un possibile intervento dell’esercito Usa – e che “non sarà finanziato dai contribuenti americani”.

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Leavitt ha dichiarato a Fox News che Trump sta “cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico”, e ha aggiunto che “i partner nella regione hanno iniziato a discuterne” con l’amministrazione.-

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Lo scorso 3 febbraio ho avuto l’onore di conoscere di persona Papa Francesco in udienza privata e di partecipare poi al Summit sui diritti dei bambini organizzato dalla Santa Sede; in quell’occasione ho ribadito il mio pensiero sui bambini, che in tante parti del mondo sono tragicamente coinvolti nelle guerre”. Lo ha detto Liliana Segre intervenendo al Memoriale della Shoah, all’iniziativa organizzata  dalla Comunità di Sant’Egidio per ricordare gli 81 anni della sua deportazione.  

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“I bambini -ha detto Segre- sono sacri e non devono essere toccati; devono essere salvaguardati dovunque, in Sudan come in Israele, in Congo come in Palestina e in Ucraina, così come nel Corno d’Africa. Il dolore, il terrore, la persecuzione, la prigionia, la morte inflitti ai bambini pesano come macigni sulle nostre coscienze di essere umani -ha aggiunto- e ci fanno provare ogni giorno quella vergogna anche descrisse Primo Levi”.-

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“,”postId”:”b9b8d279-60a5-49f3-ae25-2aa58f025d6e”},{“timestamp”:”2025-02-06T17:43:19.969Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T18:43:19+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Trump, spero che Hamas mantenga la parola su ostaggi”,”content”:”

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato di sperare che Hamas \”mantenga la parola data\” portando a termine l’accordo di rilascio degli ostaggi, aggiungendo: \”Devo dire: chi può sapere se ciò accadrà?\”

“,”postId”:”f848600d-fdb6-4b61-9692-e61c7c012aa2″},{“timestamp”:”2025-02-06T17:15:10.636Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T18:15:10+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Nbc, Trump sanzionerà la Cpi per indagini su Usa e Israele”,”content”:”

Donald Trump firmerà un ordine esecutivo che sanziona la Corte penale internazionale, accusando l’organismo internazionale di aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele, secondo una copia di un fact sheet a supporto del provvedimento ottenuto da Nbc News. L’ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro funzionari non specificati della Cpi – e i loro familiari – che hanno partecipato alle indagini su cittadini statunitensi o alleat. L’ordine potrebbe essere firmato già oggi. La Camera aveva approvato un disegno di legge che avrebbe imposto sanzioni alla Corte penale internazionale per i suoi mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. Ma la scorsa settimana i democratici del Senato l’avevano affondato. (ANSA).     

\n”,”postId”:”b37ff567-edef-4be6-adf4-682771eef486″},{“timestamp”:”2025-02-06T17:11:32.273Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T18:11:32+0100″,”altBackground”:false,”title”:” Israele, Netayahu ha regalato cercapersone d’oro a Trump”,”content”:”

L’ufficio del primo ministro israeliano ha confermato che Benjamin Netanyahu ha regalato un cercapersone dorato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante il loro incontro di ieri. Il regalo \”simboleggia la decisione del primo ministro che ha portato a una svolta nella guerra e il punto di partenza per spezzare la volontà dell’organizzazione terroristica Hezbollah\”, afferma l’ufficio di Netanyahu. L’operazione \”esprime il potere, la superiorità tecnologica e l’astuzia di Israele contro i suoi nemici\”, secondo l’ufficio d del premier, come riportano i media israeliani

“,”postId”:”2fb17a6a-37d9-4602-a5a8-697c25cac8eb”},{“timestamp”:”2025-02-06T17:04:43.378Z”,”timestampUtcIt”:”2025-02-06T18:04:43+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Ricci (Pd), Trump vaneggia e Netanyahu si accoda”,”content”:”

– \”Trump vaneggia e Netanyahu si accoda al suo folle disegno di trasformare Gaza in una riviera per ricchi turisti. Un insulto al diritto internazionale, in spregio a un popolo martoriato di cui si arriva a ipotizzare la deportazione. L’Italia e l’Europa reagiscano a questa barbarie\”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.

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 \”La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti alla fine dei combattimenti\”, per avviare il piano immobiliare e fare di quell’area un posto per turisti. Lo ha detto Donald Trump in un post su Truth, rilanciando il suo controverso progetto immobiliare che ha ricevuto il no del mondo arabo e dei leader europei, oltre che di alcuni senatori Repubblicani, che lo hanno definito \”complicato\” o \”non realizzabile\”. Ma nonostante il muro di no, Trump è deciso a portare avanti la sua idea. \”I palestinesi – ha aggiunto su Truth – gente come Chuck Schumer (il leader dei senatori Democratici, ndr), si sarebbero già risistemati nella regione in comunità più belle e più sicure, con case nuove e moderne\”. \”Vorrebbero – ha continuato – una nuova opportunità per essere felici, al sicuro e liberi\”. \”Gli Stati Uniti – ha sottolineato – lavorando con i più grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, avvierebbero lentamente e con grande attenzione la costruzione di quella che diventerebbe uno dei più grandi e più spettacolari progetti sulla Terra\”. \”Nessun soldato degli Stati Uniti sara’ necessario – ha concluso- e la stabilità nella regione regnerà

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“Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente”. Lo ha detto Donald Trump  in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu ribadendo che “i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace, Gaza è un simbolo di morte e distruzione per decenni, i palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative”. Progetto accolto da Netanyahu che l’ha definita “un’idea straordinaria”. 

Per Hamas il piano di Trump è invece “ridicolo” e “assurdo”: “Qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione” ha dichiarato un funzionario del gruppo fondamentalista. Contrari anche l’Egitto e la Giordania. Per l’Ue la Striscia di Gaza “è parte integrante di un futuro Stato palestinese”.

Approfondimenti:

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Khamenei: Palestina ai palestinesi dal fiume al mare

Il leader iraniano, l’ayatollah Seyyed Ali Khamenei, afferma che tutta la Palestina, dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo, appartiene ai palestinesi. “Tutta la Palestina, dal fiume al mare, appartiene al popolo palestinese”, si legge in un post condiviso sui social media dal sito web ufficiale.

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Hamas contro Trump: “i palestinesi non lasceranno Gaza”

Il portavoce di Hamas, Hazem Qasim, ha detto all’emittente qatariota Al Jazeera che la recente dichiarazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di prendere il controllo della Striscia di Gaza e di trasferire i palestinesi potrebbe essere “sventata” dal gruppo. “I palestinesi sono legati alla loro terra e non se ne andranno, non importa quante volte Trump ripeta le sue dichiarazioni”, ha aggiunto.

Caccia israeliani attaccano Nabatieh in Libano

I media libanesi riferiscono che aerei da combattimento israeliani hanno effettuato attacchi nella zona di Nabatieh e nella valle della Beqaa. Entrambe le aree si trovano a nord del fiume Litani, dove Hezbollah e’ costretto a ritirarsi in base a un accordo di cessate il fuoco. Non ci sono commenti immediati da parte delle IDF in merito agli attacchi segnalati

Netanyanu: non necessarie truppe Usa a Gaza

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, impegnato in un servizio fotografico con i senatori statunitensi al Campidoglio, e’ stato raggiunto da un giornalista che gli ha chiesto: “Signor Netanyahu, pensa che siano necessarie truppe statunitensi a Gaza per attuare pacificamente il piano del presidente Trump?” “No” ha risposto Netanyahu, prima che i giornalisti fossero allontanati.

Tajani in Israele, “2 Stati, altre idee sbagliate”

Antonio Tajani vola in Israele per consegnare al Pam 15 camion e le ultime 15 tonnellate di aiuti umanitari raccolti per la popolazione palestinese con l’iniziativa Food for Gaza. E con sé, porta la posizione dell’Italia – e di molti partner europei e Paesi arabi – sul futuro di Gaza e il piano di Trump sul controllo americano della Striscia: “La nostra posizione è chiara, due popoli e due Stati” e “ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente”, ha detto chiaramente il vicepremier pochi minuti prima di incontrare al porto di Ashdod il suo omologo israeliano Gideon Sa’ar, che invece vorrebbe spingere Roma a sposare l’iniziativa del tycoon. “Israele e Italia sono stretti alleati degli Usa e i nostri governi sono vicini a Trump e alla sua amministrazione. Oggi credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte e pensare fuori dagli schemi”, ha detto il ministro israeliano mettendo una croce sul passato assetto dell’enclave: “Gaza è un esperimento fallito” e “ha certamente fallito sotto il regime di Hamas”, ha sentenziato Sa’ar. “La Striscia nel suo stato attuale non ha futuro. Dobbiamo cercare di trovare una soluzione diversa”, è la posizione del suo governo. Sin dall’annuncio del tycoon, l’esecutivo Netanyahu ha spinto con forza l’iniziativa americana per una Gaza a controllo stelle e strisce e un trasferimento dei palestinesi in Egitto e Giordania: “Penso che gli Usa siano un ottimo candidato per ripristinare la Striscia dopo la guerra, e penso che ciò dimostri solo l’impegno per un futuro migliore in questa regione. E lodo Trump per la sua volontà di impegnarsi”, ha detto Sa’ar in conferenza stampa. Accanto a lui, Tajani ha ribadito che ora “è il momento di lavorare per il futuro, ci sono molte idee ma l’Italia crede nella soluzione dei due Stati”, seppure “al momento per noi è impossibile riconoscere uno Stato palestinese perché non c’è”. L’orizzonte resta comunque quello di una riunificazione della Palestina sotto la guida dell’Anp, secondo l’Italia, che è pronta a sostenere le autorità di Ramallah per realizzare le dovute riforme e ottenere credibilità agli occhi di Israele che la accusa di dare sostegno ai terroristi. Quello che è chiaro per Tajani e per Sa’ar e che Hamas non potrà mai tornare a governare Gaza. E non è un interlocutore credibile neanche per la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia devastata dalla guerra: l’iniziativa di Food for Gaza – ha sottolineato il vicepremier – si affida al Pam proprio per garantire che i beni donati non finiscano in mano dei miliziani palestinesi. E in questa direzione va anche la decisione di Roma di smarcarsi dalle attività dell’Unrwa nell’enclave: “Le Nazioni Unite per noi a Gaza sono rappresentate dal Pam, noi preferiamo questa organizzazione”, ha detto Tajani, trovando il plauso delle autorità israeliane. “Unrwa non è parte della soluzione, è parte del problema”, gli ha fatto eco Sa’ar, secondo cui “chi vuole sostenere gli sforzi umanitari a Gaza dovrebbe investire risorse in organizzazioni alternative. Quindi ti ringrazio, ministro Tajani per la leadership mostrata da te e la premier Meloni col progetto Food for Gaza”. L’occasione per la nuova visita di Tajani in Israele è proprio l’arrivo al porto di Ashdod di 15 camion Iveco – opportunamente rafforzati per operare nella Striscia – donati al Pam e altre 14.5 tonnellate di beni di prima necessità, tra cui taniche per la distribuzione dell’acqua e beni volti a contrastare l’impatto dell’inverno, tra cui materassi e coperte. Ad accogliere l’arrivo degli aiuti ha partecipato anche la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, con la quale Tajani ha aperto una nuova fase di Food for Gaza di cooperazione e sostegno in ambito sanitario. A partire da una prima evacuazione, attesa tra circa 10 giorni, di 14 bambini malati oncologici dalla Striscia per essere curati nelle strutture mediche di Piemonte, Lazio, Lombardia. In serata, il vicepremier ha infine incontrato i militari ed esperti italiani dispiegati in Palestina nelle missioni Eubam Rafah, Miadit Palestina e Eupol Copps, ringraziandoli per essere “la bandiera dell’Italia” nella regione

Trump insiste: “Israele ci cederà Gaza dopo la guerra”

Nonostante il coro internazionale di no, a parte gli amici Orbán e Farage, Donald Trump insiste sulla sua idea shock di assumere il controllo di Gaza e guidare il processo di ricostruzione, mentre Israele ha colto la palla al balzo e prepara un piano per consentire un non meglio precisato sfollamento “volontario” dei palestinesi dalla Striscia. Il presidente Usa ha affidato ad un post su Truth l’illustrazione del suo di piano: “La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer (il leader dem del Senato, di fede ebraica, ndr), sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi”, ha scritto, ribadendo quindi la prospettiva di trasferire altrove gli abitanti di Gaza. Gli Usa poi si metterebbero alla guida della rinascita edilizia della Striscia, senza necessità di truppe sul terreno: “Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di pianificazione urbanistica da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e attentamente la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari complessi residenziali del suo genere sulla Terra. Non ci sarebbe bisogno di soldati degli Stati Uniti! La stabilità regnerebbe nella regione!!!”. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha già ordinato all’Idf di preparare un piano per consentire la “partenza volontaria della popolazione di Gaza”. “Agli abitanti della Striscia deve essere consentito di godere della libertà di movimento e della libertà di immigrare”, ha affermato. Nel frattempo, verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una “Gaza smilitarizzata”, nell’era successiva ad Hamas, “un progetto che richiederà molti anni per essere completato”. Per Trump e Israele quindi sembra tutto chiaro e facile, nonostante il no dei palestinesi, dei Paesi arabi che dovrebbero accoglierli e di tutta la comunità internazionale, che sostiene la soluzione dei due Stati. Ma in realtà, svela il New York Times, quando il presidente ha annunciato il suo piano ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo. Se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell’idea. L’uscita, secondo il Nyt, è stata una sorpresa anche per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, cui il tycoon avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l’idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca. All’interno dell’amministrazione, inoltre, non c’erano stati incontri con il Dipartimento di Stato o il Pentagono, come normalmente accade per qualsiasi seria proposta di politica estera, soprattutto se di tale portata. Non c’erano stati neppure gruppi di lavoro. Il Pentagono non aveva prodotto stime del numero di truppe eventualmente necessarie, o una previsione dei costi, o anche solo una bozza di come avrebbe potuto funzionare il piano. “C’era poco più di un’idea nella testa del presidente”, che ne parlava da settimane ma privatamente, scrive il quotidiano. I media Usa intanto si sforzano di capire le motivazioni di una simile mossa. Il Washington Post fa quattro ipotesi. La prima è un tentativo di distrarre l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica da un’altra presa di possesso, questa volta reale: quella del governo, con tagli drastici, epurazioni, deregulation e le mani di Elon Musk ovunque. La seconda è che si tratti di un’arma negoziale, per premere su Riad per la normalizzazione delle relazioni con Israele, rinunciare allo Stato palestinese ed erogare fondi per la ricostruzione, minacciando lo sbarco Usa se le due maggiori potenze regionali non trovano un accordo. C’è poi la ‘madman theory’, la teoria dell’uomo pazzo e imprevedibile che Trump asseconderebbe per ottenere i suoi obiettivi. Infine, una svolta dall’isolazionismo dell’America First alle ambizioni “imperialiste” come elemento chiave della sua eredità

In Europa Orban e Farage plaudono al tycoon su Gaza

Dopo lo sdegno del Vecchio Continente all’idea di trasformare in un resort Gaza, previo ‘sgombero’ dei palestinesi, arrivano i primi distinguo in Europa con aperture all’idea di Donald Trump. Nulla di sorprendente, a pensarci bene, trattandosi di amici o fan del presidente americano, ovvero del leader populista del Regno Unito Nigel Farage e dell’Ungheria di Viktor Orban. Dopo l’iniziale silenzio, invece, l’Unione Europea si fa infine sentire forte e chiara, e non solo ribadisce ancora una volta il favore per la soluzione a due Stati, ma scandisce che in quello futuro della Palestina Gaza dovrà essere “parte integrante”. Tornando a Farage, dopo esser stato capace nelle ultime settimane di una prodigiosa scalata ai sondaggi che vede ora il suo partito Reform Uk al 25% delle intenzioni di voto davanti ai labour e ai Tory (stando a YouGov), ha affermato di ritenere una premessa “di pace” la prospettiva di svuotare la Striscia e occuparla temporaneamente, per ricostruirla come “una riviera”. “Il pensiero di un posto ricco, meraviglioso e fiorente, con lavori ben pagati, casinò, vita notturna… mi sembra tutto molto attraente”, ha affermato. Farage si è anche schermito dal dover “rispondere di tutto ciò che l’amministrazione Trump ha da dire”, non senza aggiungere però che il presidente Usa “ha avuto un inizio straordinario”. Dall’Ungheria è stato il ministro degli Esteri Péter Szijjártó, dopo aver lodato il ruolo di Trump negli Accordi di Abramo, a soffermarsi sull’idea di trasformare Gaza in un resort: “Non so se il piano sia fattibile, vista l’accettazione regionale – ha detto -, ma sappiamo che Trump è un affarista con straordinarie capacità di negoziazione. Ha contattato le controparti giordane ed egiziane, vediamo cosa succede. Se il presidente Trump è coinvolto, non escluderei nulla – ha osservato Szijjártó -. Quando si tratta di lui, non definirei nulla senza speranza”. “Il coniglio è uscito dal cappello!”, ha commentato anche Orban. “Abbiamo dovuto sopportare per anni che gli ultra-progressisti, autoproclamati campioni dei diritti umani dei media mainstream, demonizzassero le forze politiche patriottiche per anni. Lo hanno fatto perché erano pagati per farlo dall’Usaid”, l’agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, “e dalla precedente amministrazione statunitense di sinistra”, ha sottolineato. “Sono d’accordo con il presidente Donald Trump, è una questione troppo grande e troppo sporca per nascondersi”. “Abbiamo preso nota dei commenti del presidente Trump” sull’idea di trasformare Gaza in una riviera sotto gestione Usa ma “l’Unione Europea rimane pienamente impegnata nella soluzione dei due Stati, che riteniamo sia l’unica via per una pace a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi”, ha commentato invece il portavoce della Commissione Ue Anouar El Anouni. “L’Ue è stata chiara: Gaza è parte integrante di un futuro Stato palestinese. Sia israeliani che palestinesi meritano la pace: il cessate il fuoco è uno sviluppo positivo, ma ora bisogna che vengano fatti passi ulteriori per portare ad una cessazione permanente delle ostilità e stabilità nella regione”, ha aggiunto. “Vale anche la pena ricordare.

Podemos, “portare Trump davanti a giustizia per il piano Gaza”

Bisogna portare davanti alla giustizia internazionale non solo Netanyahu ma anche l’amministrazione nordamericana, in particolare il presidente Trump, che è collaboratore necessario del genocidio” dei palestinesi. E’ quanto ha sostenuto Ione Belarra, segretaria generale di Podemos, il partito della sinistra radicale spagnola, in un videomessaggio postato sulle reti sociali  dopo il piano annunciato da Trump per lo sfollamento dei palestinesi da Gaza. Belarra ha criticato la riunione avuta ieri da Trump con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, denunciando che l’obiettivo era “ottenere l’appoggio esplicito degli Stati Uniti ai piani di sterminio” della popolazione palestinese. “Questo è un crimine contro l’umanità  ed è collaborazione esplicita al genocidio”, ha insistito la deputata di Podemos. Per poi chiedere “quando il governo spagnolo romperà una volta per tutte i legami con i genocidi” e con lo Stato di Israele, per il quale ha di nuovo invocato un embargo totale delle armi

Netanyahu, ‘fermai io Gallant, eliminazione di Hezbollah era terribile errore’

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivelato a Channel 14 che nell’ottobre 2023, nelle mani di Hezbollah c’erano solo circa 150 dei cercapersone con trappole esplosive “rispetto alle migliaia che abbiamo accumulato” nei mesi successivi. Lo riporta il Times of Israel. 

Netanyahu ha raccontato inoltre di esser stato lui stesso a bloccare la proposta dell’allora Ministro della Difesa Yoav Gallant, che intendeva colpire ed eliminare i razzi e la leadership di Hezbollah. Per Netanyahu, quello sarebbe stato “un terribile errore”, che avrebbe aperto una guerra su due fronti ad ancora troppo poca distanza dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre.-

Costa: “L’Ue sosterrà il ritorno a casa dei palestinesi”

In Medio Oriente “la soluzione dei due Stati è l’unico modo per assicurare una pace duratura, l’unico modo per rispettare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese di avere un proprio Stato”. E dunque, “nel breve periodo, le priorità sono l’attuazione e il mantenimento del cessate il fuoco, che consentirà agli sfollati di tornare a casa, di ricostruire e di far fluire nuovamente gli aiuti umanitari di cui c’è tanto bisogno”. L’Unione europea ha la “responsabilità di sostenere questo processo”. Lo dichiara il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, in un’intervista a un ristretto gruppo di media europei tra cui La Stampa che ne dà un’anticipazione online. 

Bernini, con Food for Gaza siamo in prima linea per i civili

L’Italia è in prima linea nel sostegno alla popolazione di Gaza. L’iniziativa Food for Gaza, nata a marzo scorso grazie alla determinazione del ministro Antonio Tajani e della Farnesina, si è ampliata fino a includere anche il supporto sanitario. Per questo, come ministero dell’Università e della Ricerca, abbiamo coinvolto i policlinici universitari, affinché i bambini e le fasce più vulnerabili possano ricevere cure adeguate”. Lo ha dichiarato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini al termine della missione in Israele con il ministro Tajani per Food for Gaza. “Oggi abbiamo gettato le basi per portare in Italia un primo gruppo di 14 bambini malati oncologici, dando loro una possibilità di cura e di futuro. È un gesto di solidarietà concreto che testimonia la generosità del sistema Italia. Aiutare chi soffre non è solo un dovere morale, ma un atto di umanità. Essere protagonisti della pace significa trasformare il dolore in speranza, costruire ponti invece di muri, restituire dignità a chi ha perso tutto. L’Italia c’è e continuerà ad esserci”, ha concluso

Casa Bianca, ‘piano per Gaza non sarà finanziato da contribuenti americani’

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Donald Trump per Gaza non comporterà “stivali sul terreno” – in riferimento a un possibile intervento dell’esercito Usa – e che “non sarà finanziato dai contribuenti americani”.

Leavitt ha dichiarato a Fox News che Trump sta “cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico”, e ha aggiunto che “i partner nella regione hanno iniziato a discuterne” con l’amministrazione.-

Segre; “bambini vanno salvaguardati in Sudan come in Ucraina, Israele e in Palestina”

Lo scorso 3 febbraio ho avuto l’onore di conoscere di persona Papa Francesco in udienza privata e di partecipare poi al Summit sui diritti dei bambini organizzato dalla Santa Sede; in quell’occasione ho ribadito il mio pensiero sui bambini, che in tante parti del mondo sono tragicamente coinvolti nelle guerre”. Lo ha detto Liliana Segre intervenendo al Memoriale della Shoah, all’iniziativa organizzata  dalla Comunità di Sant’Egidio per ricordare gli 81 anni della sua deportazione.  

“I bambini -ha detto Segre- sono sacri e non devono essere toccati; devono essere salvaguardati dovunque, in Sudan come in Israele, in Congo come in Palestina e in Ucraina, così come nel Corno d’Africa. Il dolore, il terrore, la persecuzione, la prigionia, la morte inflitti ai bambini pesano come macigni sulle nostre coscienze di essere umani -ha aggiunto- e ci fanno provare ogni giorno quella vergogna anche descrisse Primo Levi”.-

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Trump, spero che Hamas mantenga la parola su ostaggi

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato di sperare che Hamas “mantenga la parola data” portando a termine l’accordo di rilascio degli ostaggi, aggiungendo: “Devo dire: chi può sapere se ciò accadrà?”

Nbc, Trump sanzionerà la Cpi per indagini su Usa e Israele

Donald Trump firmerà un ordine esecutivo che sanziona la Corte penale internazionale, accusando l’organismo internazionale di aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele, secondo una copia di un fact sheet a supporto del provvedimento ottenuto da Nbc News. L’ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro funzionari non specificati della Cpi – e i loro familiari – che hanno partecipato alle indagini su cittadini statunitensi o alleat. L’ordine potrebbe essere firmato già oggi. La Camera aveva approvato un disegno di legge che avrebbe imposto sanzioni alla Corte penale internazionale per i suoi mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. Ma la scorsa settimana i democratici del Senato l’avevano affondato. (ANSA).     

Israele, Netayahu ha regalato cercapersone d’oro a Trump

L’ufficio del primo ministro israeliano ha confermato che Benjamin Netanyahu ha regalato un cercapersone dorato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante il loro incontro di ieri. Il regalo “simboleggia la decisione del primo ministro che ha portato a una svolta nella guerra e il punto di partenza per spezzare la volontà dell’organizzazione terroristica Hezbollah”, afferma l’ufficio di Netanyahu. L’operazione “esprime il potere, la superiorità tecnologica e l’astuzia di Israele contro i suoi nemici”, secondo l’ufficio d del premier, come riportano i media israeliani

Ricci (Pd), Trump vaneggia e Netanyahu si accoda

– “Trump vaneggia e Netanyahu si accoda al suo folle disegno di trasformare Gaza in una riviera per ricchi turisti. Un insulto al diritto internazionale, in spregio a un popolo martoriato di cui si arriva a ipotizzare la deportazione. L’Italia e l’Europa reagiscano a questa barbarie”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.

Trump insiste su Truth, Israele dara’ Gaza agli Usa

 “La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti alla fine dei combattimenti”, per avviare il piano immobiliare e fare di quell’area un posto per turisti. Lo ha detto Donald Trump in un post su Truth, rilanciando il suo controverso progetto immobiliare che ha ricevuto il no del mondo arabo e dei leader europei, oltre che di alcuni senatori Repubblicani, che lo hanno definito “complicato” o “non realizzabile”. Ma nonostante il muro di no, Trump è deciso a portare avanti la sua idea. “I palestinesi – ha aggiunto su Truth – gente come Chuck Schumer (il leader dei senatori Democratici, ndr), si sarebbero già risistemati nella regione in comunità più belle e più sicure, con case nuove e moderne”. “Vorrebbero – ha continuato – una nuova opportunità per essere felici, al sicuro e liberi”. “Gli Stati Uniti – ha sottolineato – lavorando con i più grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, avvierebbero lentamente e con grande attenzione la costruzione di quella che diventerebbe uno dei più grandi e più spettacolari progetti sulla Terra”. “Nessun soldato degli Stati Uniti sara’ necessario – ha concluso- e la stabilità nella regione regnerà



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