27mo anniversario della morte di Fr. Vjeko Ćurić OFM, missionario francescano ucciso in Ruanda

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Il 1° febbraio 2025 i frati e i cristiani della Custodia autonoma di Nostra Signora di Kibeho in Burundi-Ruanda si sono riuniti nella parrocchia di Kivumu, in Ruanda, per commemorare il 27° anniversario della morte di Fr. Vjeko Ćurić, ucciso il 31 gennaio 1998 a Kigali. Erano presenti anche dieci persone della Provincia “Santa Croce” della Bosnia – Erzegovina, Entità di origine di Fr. Vjeko. 

Il Custode Fr. Theoneste Twahirwa ha condiviso un ricordo del missionario francescano: “Leggendo le cronache conservate nei registri della fraternità, apprendiamo che nel 1982, appena Fr. Vjeko sentì parlare delle nuove iniziative dell’allora Ministro generale Fr. John Vaughn per iniziare una nuova presenza francescana in Africa, ha desiderato essere tra i primi volontari a venire, a tal punto che ha dovuto chiedere un permesso eccezionale per completare i suoi studi teologici il prima possibile per venire in Ruanda. Arrivò in Africa il 28 agosto 1983, dopo solo sei mesi dall’arrivo di Fr. Giacomo Bini e Fr. Raul”.

La storia di Fr. Vjeko è davvero incredibile e a distanza di quasi 30 anni ha molto da insegnare a tutti. In Ruanda, a Kivumu, una scuola porta il suo nome (“Father Vjeko Center”) ed è ricordato come “l’apostolo che si è distinto tra i ruandesi” o come “l’Oskar Schindler africano” per la sua infaticabile opera salvatrice durante il genocidio del 1994.
Arrivato in Ruanda nell’agosto del 1983, nei primi momenti sperimentò le difficoltà della lingua locale, tanto che preferiva non parlare per paura di pronunciare male le parole, ma poneva grandissima attenzione alla conversazione della gente. In questo modo fu in grado di penetrare il genio della lingua ruandese e poté ben presto comunicare con tutte le categorie di persone, tanto da far sorgere il dubbio che non fosse un ruandese dalla pelle bianca.
Era un bravo sacerdote che conosceva per nome ogni singolo parrocchiano, si interessava alla loro vita quotidiana, ha combattuto affinché nessuno si perdesse o mancasse di consolazione: era veramente il “buon pastore” che si prende cura delle pecore e non le lascia mai morire di fame.

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Durante i tragici eventi vissuti dal Ruanda nel 1994, Fr. Vjeko decise di restare e dimostrò straordinario amore e coraggio. È stato un combattente senza paura nel proteggere gli innocenti dalle mani degli assassini. Affrontò gli assassini alle barriere, nascose tra i cespugli le persone inseguite, patì la fame sulla strada Gitarama-Bujumbura per andare a prendere qualcosa da mangiare per i rifugiati, senza dimenticare che sotto il camion nascondeva coloro che erano appena sfuggiti alle lance e ai machete. 
In vista della riconciliazione cercò di essere un ponte tra le fazioni in lotta per il potere; salvò all’ultimo secondo mons. Wenceslas Karibushi, che stava per essere sgozzato. Era un buon samaritano pietoso: invece di evitare questo o quell’atto per non compromettersi, si diceva: “Se non lo faccio io, cosa ne sarà di loro?”. 

Nessuno dimenticherà il suo aiuto alle vedove e agli orfani: insegnò loro ad aiutarsi a vicenda e a cavarsela in associazioni, costruì case per i senzatetto, fornì cibo agli affamati, venne in aiuto degli sfortunati e delle persone sotto l’influenza della prigione o del peccato. Sapeva mantenere buoni rapporti con sacerdoti e religiosi, sapeva risolvere le controversie attraverso la negoziazione. Faceva più cose contemporaneamente, trovava rapidamente soluzioni e le metteva in pratica e chi lo vedeva all’opera si chiedeva se questo francescano avesse una sola testa come tutti gli altri. Le sue azioni erano accompagnate da un profondo senso dell’umorismo: sapeva dimenticare un’offesa subita e perdonare, era paziente, sincero, coraggioso e lungimirante. Era un francescano che amava e si donava ai poveri, era un vero apostolo determinato a portare la Buona Novella ai prigionieri di tutte le categorie.

Fu ucciso in circostanze poco chiare il 31 gennaio 1998 a Kigali, aveva 40 anni.
Continuiamo a pregare affinché il Signore gli conceda la grazia di essere annoverato tra i suoi beati nella Chiesa e nel suo Regno.

Con il contributo di Fr. Daicolas Nsabimana, Segretario Custodiale della Custodia di Nostra Signora di Kibeho

[La foto in bianco e nero risale al giorno della vestizione di Fr. Vjeko (primo a sinistra)]



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