SICUREZZA SUL LAVORO/ I dati sugli infortuni e la tutela che ancora manca

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I dati diffusi da Inail nei giorni scorsi sulle denunce di infortunio sul lavoro e quelle con esito mortale sono per la prima volta evidenziati separatamente per modalità di accadimento, in occasione di lavoro e in itinere.

Nel comunicato stampa, l’Istituto ricorda che sono esclusi i casi occorsi agli studenti (le denunce di infortunio presentate dalle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado sono state 77.883, in aumento del 10,9% rispetto alle 70.215 del 2023 e quelle con esito mortale sono state 13, contro le 12 del 2023) ai quali viene estesa la tutela Inail in vigore dal settembre 2023, prevista dal decreto-legge n. 48 del 4 maggio 2023 e confermata anche per l’anno scolastico 2024-2025.


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I dati Inail sono provvisori e il loro confronto richiede cautela nelle analisi, soprattutto rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti ai tempi di trattazione delle pratiche, dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Pertanto, per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2024, che di norma vengono ufficializzati entro la fine del primo semestre di ogni anno.



Nel 2023 (al netto di quelli accaduti durante il lavoro nero e difficilmente misurabili) ci sono stati oltre 590mila infortuni di cui 98.700 in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra casa e luogo di lavoro e gli infortuni con esito mortale sono stati 1147 di cui 265 in itinere.

Inail, evidenzia che le denunce di infortunio in occasione di lavoro presentate entro il mese di dicembre 2024 sono state 414.853, in diminuzione dell’1,9% rispetto alle 422.880 dello stesso periodo del 2023, del 24,2% rispetto a gennaio-dicembre 2022, del 4,6% rispetto a gennaio-dicembre 2021 e dell’11,5% sul 2020, ma questi dati, come ricordato sopra, non sono ancora consolidati.



Il calo degli infortuni è riscontrato nella gestione Industria e servizi (dai 379.188 casi del 2023 ai 371.594 del 2024) e in Agricoltura (da 24.657 a 24.207). Invece gli incrementi si evidenziano nelle Costruzioni (37.220 casi, +2,8% sul 2023), nel Trasporto e magazzinaggio (34.698 casi, +2,5%), nel Commercio (33.049, +3,9%), nel Noleggio e servizi di supporto alle imprese (21.593, +6,0%) e nelle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (20.902 casi, +2,8%).

Nel suo comunicato Inail evidenzia che nel periodo gennaio-dicembre 2024 i casi mortali denunciati, compresi quelli relativi agli studenti, sono stati 1.090 contro i 1.041 dell’anno precedente (+4,7%). Dato che a consuntivo purtroppo aumenterà. come rilevato durante la presentazione della Relazione annuale del 14 ottobre 2024, dove gli infortuni con esito mortale nel 2023 sono stati 1,147, in calo rispetto ai 1.268 del 2022 e ai 1.451 del 2021, dati questi ultimi influenzati ancora dall’effetto Covid.

La distinzione tra gli infortuni occorsi in occasione di lavoro, ovvero nello svolgimento dell’attività lavorativa, e quelli avvenuti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno casa-lavoro, pur nella provvisorietà dei numeri, consente di fotografare e intervenire sulle diverse circostanze in cui si sono verificati gli infortuni e la tipologia di rischio interessata, nel primo caso connessa all’attività lavorativa, ai ritmi di lavoro, ai turni notturni e nel secondo ai pericoli della circolazione stradale.

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Le denunce di infortuni in itinere con esito mortale (al netto degli studenti) presentate nel 2024, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 280, 41 in più rispetto alle 239 del 2023 (+17,2%), 34 in più sul 2021 e 19 in meno sul 2022 e l’incidenza di tale tipologia sul complesso degli infortuni mortali è passata dal 28,1% del 2019 al 26,0% del 2024 e nel 2023 è stata del 23,2%.

L’ultima parte riservata alle malattie professionali mostra un aumento preoccupante delle patologie denunciate 88.499, cioè 15.745 in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+21,6%). L’aumento è del 45,6% sul 2022, del 60,1% sul 2021, del 96,6% sul 2020 e del 44,3% sul 2019. Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel 2024, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.

Tutti questi dati purtroppo spersonalizzano le vite e le storie di ogni vittima e mostrano ancora l’ampiezza del fenomeno che, con alterne contrazioni e innalzamenti, non dimostra rilevanti risultati positivi nella lotta agli eventi dannosi e mortali che subiscono le lavoratrici, i lavoratori e anche alcuni datori di lavoro.

I dati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat che registrano un miglioramento occupazionale con oltre 24 milioni di persone al lavoro in Italia e una disoccupazione che scende al 6,2%, l’allargamento della platea degli assicurati Inail, l’essere intervenuti anche sul piano delle sanzioni, sia amministrative che penali, aver reintrodotto il reato penale di somministrazione illecita di lavoro, che in passato era stato depenalizzato, sono risultati importanti, ma a oggi sono ancora molti gli espedienti che vengono utilizzati per aggirare le norme di tutela.

Per questo è fondamentale che cresca un’effettiva sinergia tra le parti sociali e le istituzioni per tutelare la salute (malattie professionali) e la sicurezza (infortuni), attraverso la formazione di tutti i lavoratori (compresi quelli stranieri) e dei datori di lavoro, investimenti per nuovi macchinari e l’utilizzo di nuovi materiali (materie prime che in lavorazione non compromettano la salute), di nuove tecnologie che possono non soltanto ridurre la gravosità e la pesantezza del lavoro, ma garantire sempre di più chi lavora, oltre alle coperture assicurative coerenti con l’orario di lavoro svolto, forma frequente di ricatto nei riguardi dei giovani lavoratori o dei titolari di contratti flessibili.

Oltre alla formazione, è importante l’informazione e l’addestramento perché una persona impari a come muoversi su un’impalcatura, a come produrre e a come utilizzare un impianto, un macchinario, un trattore, una gru. Sono le modalità, i tempi, i ritmi e l’organizzazione del lavoro che rappresentano il reale punto debole. Per svolgere più velocemente le lavorazioni purtroppo si sceglie di disattivare le protezioni di sicurezza, di non mettere l’imbragatura quando si opera sulle impalcature oppure di non indossare i dispositivi di protezione individuale.

La persona per questo motivo va messa “al centro” e protetta applicando un diverso modello di tutela molto più articolato e innovativo. Non si può garantire un posto di lavoro per poi metterlo a rischio sul fronte della mancata prevenzione e protezione. Ecco allora che il compito delle politiche e delle normative sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro diviene importante perché deve essere in grado di prevenire pericoli ancora indefiniti.

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