Il tavolo delle trattative di Bergonzoni

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


È ora visibile al Museo della Città l’opera realizzata da Alessandro Bergonzoni “Il tavolo delle trattative”. Questo il testo con il quale l’artista ha presentato l’installazione

di Alessandro Bergonzoni, attore


Vorrei aver le gambe! Questa la mia richiesta di un anno fa a Emergency, nel suo trentennale e che quest’anno lancia la campagna “R1PUD1A”anche a Bologna. Prontamente, pur  compatibilmente al correre per il mondo a curare i danni delle guerre, me le hanno fatte avere.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Da tempo volevo realizzare un’opera, una installazione artistica per “unire” appunto arti ad arte, per trasformare  mutilazioni in azioni, un gesto, un simbolo di quanto stava accadendo e continua ad accadere nel mondo tutto: Kurdistan, Iraq, Ucraina, Russia, Israele, Palestina, Libano, Giordania, Mozambico e tanta  Africa… (più di cinquanta conflitti, per i quali auspico e propongo l’esposizione nelle città di tutti i vessilli dei paesi coinvolti, bandiera arcobaleno e bianca compresa, perché non è una resa, ma rende, cioè restituisce l’idea di dignità, anche a chi non  vuole più uccidere ne sacrificare in maggior parte i civili, per qualsiasi ragione, o torto subito).

Virtualmente e spero non solo, questo tavolo deve stare in tutti i “teatri” di guerra, dove l’unico pubblico che c’è spesso è lontano migliaia di chilometri e sta a guardare più o meno impotente, o peggio ancora è pubblico pagante cioè che, connivente, foraggia e alimenta con armi e mezzi di ogni genere, quel palco dove gli attori continuano a morire, a estinguersi e a soffrire, come lo stesso copione recita: colonizzare, conquistare, invadere, profanare, bombardare, con fierezza direi atomica!

Ecco perché ho pensato a un tavolo anche “anatomico”, delle trattative: per poter sedercisi attorno e cominciare un’operazione quasi clinica: “sviscerare”, analizzare, osservare e studiare macroscopicamente e microscopicamente, come accordarsi, cominciare a smettere di ripetere all’infinito il sabba della guerra, stregati dagli eccidi fin dall’inizio del mondo. 

Per iniziare una “rievoluzione” sovrumana che possa portare al di là di ogni conflitto etnico, religioso, economico, attraverso la pace, che è soprattutto mezzo, non solo meta:  il fine ultimo, è una ri-nascita dell’universo (e con la parola verso chiedo, oltre all’arte, “maidellaguerra”, anche alla poesia, di riscrivere ben altri spartiti, testi, teste e concordati). 

Trattative che, per chi ci si siederà attorno dicevo, poggiano materialmente su “arti” artificiali: quelli dei  tanti chi, che le gambe le hanno perdute per sempre, ma che nonostante tutto “sostengono”, metaforicamente e simbolicamente oltre che architettonicamente, proprio il peso dell’appoggiarvisi, intavolando compromessi, diplomazia, scambio di idee, e strategie altre (non solo geopolitiche ma antropologiche filosofiche e spirituali).

Sono coloro che vorranno, dovranno, e sapranno imprimere (in primis) nuova energia vitale alla terra, ai sui abitanti, spaesati e non, immigrati dell’obbligo in fuga dalle guerre e che rischiano ancora la vita a forza di non essere salvati, anneganti o allo stremo, conosciuti o sconosciuti ai più: purché quei più non si trasformino ancora e sempre in croci.

Il Comune di Bologna, presentata l’idea, mi ha offerto, convinto e coinvolto, la Sala della Cultura, al secondo piano – sede degli incontri Prospettiva Bologna – che diventa sala espositiva e soprattutto mi darà la possibilità di condividere per una settimana e più, con la cittadinanza tutta, alcuni momenti “performativi” e rappresentativi condivisi, non solo espositivi (come la notte bianca di ArtCity l’8 febbraio).

Il giorno 5 alle 13 terrò una conferenza stampa aperta, pubblica, su questa installazione: una specie di vernissage, per capire di cosa si tratta quando inizia una trattativa, e di come si dovrebbero trattare le popolazioni, la terra e il pianeta tutto, maltrattati. Una visione che svela tutti i moventi d’arti e d’arte, antimorti e antimorenti: Pace, diritti, non violenza e anche vera e propria “diserzione” dall’essere “umano”, ancora incapace di “sovrumano”, se “uomo” ora è soprattutto chi, attaccando o difendendosi, perde l’unica infinita dimensione del bene, dell’altro, del limite, e nella dismisura perpetra crimini fino al demoniaco, contro ogni essenza del sacro, di vita, considerata ormai pari al nulla. 

Prestito personale

Delibera veloce

 

L’essere super potenze, titolari unici della giustizia migliore o dell’appartenenza a una genia perfetta, terroristi o governi di sfondamento e conquista, multinazionali o industriali delle armi, dittatori o democratici sostenitori della rappresaglia benedetta da un qualsiasi Dio, finanza compresa, dovrebbero finire d’essere l’alibi, le “ragioni” o i “torti”: credo che su questo tavolo vadano analizzati, a cuore aperto dalle nostre anime, ad arte, non solo dai grandi o minuscoli della terra. Da noi che siamo gli  esseri primi e ultimi curatori della terra, anzi dal cosmo, ereditato, in natura. Ogni natura.   

Il giorno 10 febbraio alle 19 ho pensato quindi a una tavola non rotonda, ma delle trattative, con alcuni rappresentanti delle realtà civili, politiche e religiose del nostro territorio. Hanno dato la loro adesione l’Arcivescovo di Bologna e presidente della Cei il cardinale Matteo Zuppi, Yassine Lafram imam della comunità mussulmana della nostra città, Daniele De Paz presidente della comunità ebraica bolognese, Matteo Lepore sindaco di Bologna e il sottoscritto.

Stiamo cercando anche di creare alcuni eventi in via di definizione che vedranno la partecipazione, nei giorni dal 5 al 10 di febbraio, di varie associazioni, compresa Emergency stessa, di artisti della nostra città, dell’Accademia di Belle Arti e non solo, che vorranno rispondere a questo invito: portare la loro voce, il loro operato, i loro corpi (arti in tutti i sensi) attorno, sopra e accanto a questo tavolo. Liberamente, e anche per liberare chi non può scappare, se non a gambe levate, dalla fine “artis”.




Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link