l’Italia sesta in Europa per brevetti per la lotta al cancro

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Il cancro rimane una delle principali minacce per la salute in Europa, dove si concentrano quasi il 25% dei casi globali e oltre il 20% dei decessi, nonostante la regione rappresenti meno del 10% della popolazione mondiale. Tuttavia, i tassi di sopravvivenza e i sistemi sanitari europei dimostrano l’eccellenza nella prevenzione del cancro e nell’assistenza ai pazienti, unitamente ai progressi tecnologici. In Italia sono 3,7 milioni i malati, ma metà guarisce e il 60% convive con la malattia. Il contrasto alle patologie neoplastiche necessita di un approccio multidisciplinare e richiede interventi coordinati e sinergici a più livelli, dalla prevenzione al miglioramento del percorso complessivo della presa in carico del paziente oncologico.

Il Rapporto Aiom-Airtum 2022 indica che circa il 40% dei nuovi casi di tumore e il 50% delle morti per tumore sono potenzialmente prevenibili in quanto causate da fattori di rischio evitabili, stime in linea con i dati OMS che indicano tra il 30-50% la possibilità di prevenzione di tutti i casi di cancro. I principali fattori di rischio modificabili sono il tabagismo, la scorretta alimentazione, il consumo rischioso e dannoso di alcol, la scarsa attività fisica e la sedentarietà. I programmi di screening oncologico organizzato riducono la mortalità per tumore poiché attraverso una diagnosi precoce permettono di intervenire tempestivamente. 

L’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) in occasione della recente Giornata mondiale contro il cancro (la Giornata mondiale contro il cancro, World Cancer Day, promossa dalla UICC – Union for International Cancer Controle sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS- si è svolta lo scorso 4 febbraio: https://www.worldcancerday.org/) ha pubblicato il secondo studio sulle tecnologie per la lotta al cancro, realizzato in collaborazione con diversi uffici brevetti nazionali, tra cui l’UIBM.

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Lo studio offre un’analisi approfondita degli ambiti tecnologici in più rapida crescita ed evidenzia come il nostro Paese sia stabilmente posizionato al sesto posto in Europa per famiglie di brevetti legati all’oncologia con oltre 1.100 IPF (famiglie di brevetti) registrati nel periodo 2010-2021, pari ad una quota superiore all’1% del totale. Più in particolare, tra il 2017 e il 2021, l’Italia ha detenuto una quota del 4,6% di tutte le tecnologie oncologiche brevettate in Europa. Secondo lo studio, l’Italia è anche al sesto posto in Europa per numero di startup impegnate nella lotta contro il cancro e si distingue con un totale di 80 startup legate all’oncologia. Questo dato risulta significativamente superiore alla media dell’UE, che si attesta a 48,9 startup per nazione.

Inoltre, l’Italia vanta la percentuale più alta di startup nelle fasi iniziali (oltre il 46%), un chiaro indicatore del potenziale innovativo e delle prospettive future del paese in questo campo. Sono gli enti di ricerca pubblici in Italia ad aver dato un contributo significativo ai progressi nel settore oncologico. La ricerca diretta ha rappresentano il 38,4% dei risultati ottenuti tra 2016 e il 2021, superando la media dell’UE, che è del 32,6%. Se si considerano anche i contributi indiretti alla ricerca, la percentuale italiana sale ad un ragguardevole 59,5%, dato che sottolinea l’importante ruolo di queste istituzioni nella lotta contro il cancro.

Rispetto alle startup impegnate nella lotta contro il cancro, il nostro Paese è dietro il Regno Unito (290 startup), la Francia (246), la Germania (208), la Svizzera (151) e la Svezia (112). L’Italia si distingue con un totale di 80 startup legate all’oncologia, una cifra significativamente superiore alla media UE, che è di 48,9 startup per nazione. Inoltre, l’Italia presenta la quota più alta di startup in fase iniziale (oltre il 46%), un chiaro indicatore del potenziale di innovazione e delle prospettive future del Paese in questo campo.

Lo studio rivela però un netto contrasto nelle fasi di crescita: mentre l’Europa ha un maggior numero di startup nelle fasi di avvio e di crescita iniziale, gli Stati Uniti superano significativamente l’Europa per numero di startup in fase di crescita avanzata. Quasi il 40% delle startup statunitensi legate alle tecnologie anti-cancro ha raggiunto questa fase avanzata, rispetto ad appena il 24% nell’UE e a meno del 27% in altri Stati dell’EPO, evidenziando le sfide che le startup europee devono affrontare per raggiungere il successo. Quasi la metà di tutti i brevetti provenienti dagli Stati membri dell’Unione Europea tra il 2010 e il 2021 proviene da università, enti di ricerca pubblici o ospedali. Al di là dell’attività brevettuale diretta, oltre il 12% delle domande di brevetto relative alla lotta al cancro nell’UE ha avuto origine presso gli istituti di ricerca ma è stato depositato dalle aziende. In altri Stati membri dell’EPO, gli istituti di ricerca hanno contribuito a quasi il 30% di tutti i brevetti, mentre il 6,4% è stato depositato da aziende.

Con circa 6.300 dipendenti, l’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) è una delle più grandi istituzioni di servizio pubblico in Europa. Con sede centrale a Monaco e uffici a Berlino, Bruxelles, L’Aia e Vienna, l’EPO è stato fondato con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione in materia di brevetti in Europa. Grazie alla procedura centralizzata di concessione dei brevetti dell’EPO, gli inventori possono ottenere una protezione brevettuale di alta qualità in 45 Paesi, coprendo un mercato di circa 700 milioni di persone. L’EPO è anche la principale autorità mondiale in materia di informazione e ricerca di brevetti.

Qui per scaricare lo Studio dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO):

Publications | epo.org

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