Terni, studenti a teatro per uno spettacolo antiabortista: polemiche su trasparenza e propaganda

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Mercoledì 5 febbraio 2025, diverse classi delle scuole superiori di Terni sono state accompagnate al Teatro Secci per assistere allo spettacolo ‘Cinque donne del sud’, promosso dal Movimento per la Vita di Terni e inserito nelle celebrazioni valentiniane della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, con il plauso dell’amministrazione comunale.  

L’evento L’evento, introdotto dal vescovo Francesco Soddu, ha visto la partecipazione dell’assessora ai Servizi sociali e Scuola Viviana Altamura e di una rappresentante del Movimento per la Vita. A chiudere lo spettacolo è stata l’attrice protagonista Beatrice Fazi, che ha ribadito la sua posizione contraria all’interruzione di gravidanza. L’iniziativa ha sollevato forti polemiche per la mancanza di trasparenza: né gli studenti né le famiglie sarebbero stati informati del contesto e della natura dell’evento, che si è rivelato essere unilaterale e senza contraddittorio.  La questione è arrivata fino in sala consiliare, dove le opposizioni hanno presentato un’interrogazione.

Propaganda senza contraddittorio In prima fila contro l’indottrinamento unilaterale l’Unione Atei e Agnostici Razionalisti (Uaar) e i Cobas Scuola di Terni, che hanno definito lo spettacolo un momento di propaganda antiabortista mascherato da evento culturale.  «Gli studenti e le studentesse si sono trovati di fronte a un solo punto di vista, senza alcuna possibilità di esprimere le proprie opinioni» denunciano i Cobas. «Le famiglie non sono state informate e le scuole non hanno verificato la natura dell’iniziativa, limitandosi a diffondere una recensione positiva firmata dal Movimento per la Vita. Siamo di fronte a una strumentalizzazione politica e clericale» proseguono. «Quando manca il confronto tra posizioni diverse, l’obiettivo non è il dibattito, ma la propaganda».  

Preoccupazione del M5S «L’imposizione di una visione unilaterale su un tema così delicato è inaccettabile, soprattutto in un contesto scolastico» afferma il consigliere penta stellato Claudio Fiorelli. «L’assessora Altamura deve garantire che la scuola rimanga un luogo di confronto e non un palcoscenico per la propaganda». Fiorelli ha poi annunciato di aver sottoscritto l’interrogazione del Pd per chiedere chiarimenti all’amministrazione comunale.  

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Lo sgomento del Pd Anche il gruppo dem ha criticato la gestione dell’evento. «Numerose famiglie sono rimaste sgomente dopo aver appreso la natura dell’incontro e le dichiarazioni dell’assessora Altamura» hanno affermato gli esponenti del PD. «In Italia esiste una legge che ha garantito la salute di migliaia di donne, evitando il ricorso a pratiche clandestine. Dare per scontato che tutte le persone di fede cattolica accettino senza obiezioni la propaganda antiabortista è tutt’altro che lungimirante». Secondo il Pd, l’impostazione ideologica ha oscurato il valore artistico dello spettacolo: «Nonostante la sua qualità, l’evento è stato messo in secondo piano dalla semplificazione della propaganda. È stata un’occasione persa per gli studenti, che avrebbero potuto vivere un momento culturale sereno e avere il giusto spazio di elaborazione per formare la propria identità». L’interrogazione dei dem servirà a chiarire l’episodio e a garantire che in futuro venga assicurato il pluralismo nei dibattiti scolastici.

La risposta dell’Altamura Viviana Altamura ha respinto le critiche, sottolineando che lo spettacolo è stato «ampiamente apprezzato da docenti e studenti per i suoi contenuti e la sua forza emotiva». Aggiunge che non le risultano lamentele o disagi legati ai messaggi veicolati. Riguardo alla presunta mancanza di informazioni preliminari per le scuole, l’assessora ha dichiarato che lo spettacolo era facilmente rintracciabile online con approfondimenti disponibili. L’eventuale dibattito successivo nelle classi, ha aggiunto, «rientra nella libera iniziativa dei docenti», non nelle competenze dell’assessorato. L’Altamura ha inoltre difeso l’attrice Beatrice Fazi, affermando che le sue dichiarazioni personali sull’interruzione di gravidanza «sono legittime e non devono essere oggetto di interrogazione o polemica». Ha infine ribadito che lo spettacolo «non è stato utilizzato per fare propaganda», né dall’attrice né dagli organizzatori.

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