La startup SMUSH Materials, vincitrice della call for ideas GoBeyond, sfrutta il micelio dei funghi per trasformare sottoprodotti agricoli in un materiale resistente simile al polistirolo. Il CEO Luca Ficarelli: «Non è sempre necessario creare nuove materie prime in laboratorio. Partiamo da ciò che il pianeta ci offre»
Sostituire il polistirolo con alternative sostenibili ma altrettanto resistenti è una delle principali sfide dell’industria del packaging. Il polistirolo, ampiamente utilizzato per la sua leggerezza e capacità di protezione, è tuttavia uno dei materiali più difficili da smaltire, con gravi impatti sull’ambiente. SMUSH Materials rappresenta una risposta concreta e innovativa: la startup italiana, fondata nel 2024, ha sviluppato una tecnologia unica che utilizza il micelio dei funghi per trasformare scarti agricoli in materiali biocompostabili e altamente performanti.
L’approccio di SMUSH non è passato inosservato: a dicembre 2024, la startup ha vinto la Call for Ideas 2024 di GoBeyond, la piattaforma di innovazione responsabile di Sisal, che premia soluzioni capaci di coniugare sostenibilità e innovazione. Questo riconoscimento sottolinea il grande potenziale della loro tecnologia, già applicabile in settori come l’automotive, l’elettronica e il design di lusso.
Secondo il rapporto The Future of Global Packaging to 2028 di Smithers, il mercato globale del packaging è destinato a crescere fino a 1,42 trilioni di dollari nel 2028, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 3,9%, trainato dalla necessità di ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi tradizionali. In Italia, la transizione verso soluzioni green è sempre più urgente, ma è ancora ostacolata dagli alti costi e dalla complessità produttiva delle alternative valide.
SMUSH Materials offre una soluzione che unisce resistenza e sostenibilità , grazie a un processo produttivo che riduce del 90% le emissioni di CO₂ rispetto alla produzione di polistirolo.
Ne abbiamo parlato con Luca Ficarelli, CEO e co-founder di SMUSH Materials, che ci ha raccontato come una startup nata dalla ricerca universitaria stia cercando di cambiare alcuni principi del mondo del packaging industriale, anche grazie al supporto di mentor e startup advisor incontrati durante il percorso della Call for ideas di GoBeyond.
Luca, cosa ha significato per SMUSH Materials vincere la Call for Ideas di GoBeyond?
La call for ideas di GoBeyond è una competizione di grande rilevanza e altamente selettiva a livello nazionale, con oltre 400 startup partecipanti (ndr – 460 startup candidate all’edizione 2024 – l’ottava – della CFI di Gobeyond). Per noi, rappresenta una validazione dell’attività che stiamo svolgendo e dell’impegno necessario per realizzare soluzioni industriali sostenibili. È la conferma che il percorso intrapreso è quello giusto per la nostra startup.
Quali sono le innovazioni specifiche che SMUSH Materials ha presentato durante la competizione?
SMUSH Materials è una startup italiana che sviluppa imballaggi sostenibili e compostabili utilizzando il micelio dei funghi per trasformare gli scarti agricoli in un materiale innovativo, simile al polistirolo. Questo materiale si distingue per le sue elevate performance meccaniche, rendendolo ideale per proteggere prodotti pesanti come frigoriferi o televisori. Grazie alla sua composizione naturale e circolare, risponde inoltre alle normative europee che vietano l’uso di plastiche monouso entro il 2030.
Un’alternativa performante anche a livello di costi?
SMUSH Materials si propone come una soluzione valida e competitiva, sia in termini di prestazioni sia di costi, contribuendo a rivoluzionare il settore degli imballaggi con soluzioni in linea con le esigenze ambientali e di mercato. Trovare alternative al polistirolo è estremamente complesso, così come scalare modelli di business sostenibili integrabili nelle filiere produttive e logistiche. Non si tratta solo di proporre una soluzione, ma di garantirne la compatibilità con il mercato e l’intera catena produttiva, dallo sviluppo allo smaltimento.
Come pensate di utilizzare il grant equity-free di 50.000 euro ricevuto?
Ci stiamo concentrando sull’ampliamento della scala produttiva per testare la nostra tecnologia in una pre-scala industriale, con l’obiettivo di produrre centinaia di migliaia di unità . Grazie ai 50.000 euro della Call for ideas 2024 di GoBeyond, rafforzeremo il team, cercando figure specializzate come ricercatori e ricercatrici esperti in materiali e processi. I profili richiesti includono micologi, biotecnologi, ingegneri dei materiali e dell’automazione, oltre a chimici industriali. Questo passaggio è cruciale per validare la maturità tecnologica della nostra soluzione di imballaggio e prepararci all’espansione sul mercato.
Qual è il messaggio principale che volete trasmettere attraverso il vostro lavoro sulla sostenibilità ?
Il nostro messaggio è semplice: partire dalla natura ogni volta che è possibile. Promuoviamo un riutilizzo consapevole delle risorse già disponibili sul nostro territorio. Non è sempre necessario creare nuove materie prime in laboratorio; spesso possiamo partire da ciò che il pianeta ci offre, trasformando scarti e sottoprodotti in soluzioni innovative e sostenibili.
In che modo la partecipazione a GoBeyond ha contribuito alla visibilità e alla crescita del vostro progetto?
Il programma ci ha offerto l’opportunità di lavorare con diversi startup advisor e mentor, ottenendo un supporto personalizzato da parte di aziende e studi professionali per sviluppare il nostro business. Inoltre, la comunicazione è uno dei punti di forza: la grande visibilità ci aiuta a sensibilizzare il mercato, un aspetto cruciale per introdurre nuovi materiali e tecnologie. La collaborazione e il feedback ricevuti sono risorse preziose per raffinare il nostro progetto e portarlo sul mercato.
Ripensando al vostro percorso, quali sono state le sfide più importanti che avete affrontato e come le avete superate?
Le principali difficoltà sono state il passaggio dalla ricerca all’imprenditoria e il cambio di mentalità necessario per affrontarlo. È fondamentale individuare un problema concreto e proporre una soluzione adeguata, evitando di complicare inutilmente il prodotto. Un’altra grande sfida è stata costruire un dialogo con le aziende: uscire dal laboratorio, farci conoscere e creare relazioni. È in questi momenti che si comprende il reale potenziale del progetto e l’importanza di impegnarsi al massimo per trasformarlo in qualcosa di concreto.
E ora? Cosa accadrà nei prossimi mesi?
Il nostro obiettivo per quest’anno è dimostrare, su scala industriale, l’efficacia della nostra tecnologia, finalizzando il processo produttivo e incrementando significativamente i volumi. Vogliamo passare dal banco prototipale alle prime forniture, producendo migliaia, fino a centinaia di migliaia di unità .
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