Energia e Moneta: serve una svolta

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Nonostante le ottime performance delle borse, l’economia europea mostra segni di rallentamento sempre più marcati e sta rischiando una guerra commerciale scatenata dal nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump mentre i prezzi del gas e dell’elettricità hanno ripreso a crescere in modo preoccupante.

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Si tratta di intervenire su due fronti: energia e moneta per rilanciare la domanda interna. I passi da fare sono due:

  1. Ripresa dei rapporti con la Federazione Russa per comprare il gas e il petrolio a basso costo.
  2. Emissione di crediti fiscali trasferibili per creare liquidità aggiuntiva senza fare debito.

Il governo Meloni ha fatto intendere che non bisognava fare i moralisti con il criminale libico perché in Libia sono in ballo il controllo dei migranti e l’estrazione di gas e petrolio. In tal caso, non facciamo i moralisti nemmeno con Putin che ci può vendere il gas a basso costo: i prezzi del gas e dell’elettricità stanno andando alle stelle e una bella fetta della popolazione si trova in grave sofferenza mentre le imprese perdono competitività e la produzione industriale diminuisce da circa due anni. Dunque se dobbiamo fare la realpolitik, facciamola a tutto campo.

Il conflitto tra Russia e Ucraina deve finire il prima possibile e noi dobbiamo fare di tutto per raggiungere questo obiettivo anche alla luce della ripresa del dialogo tra Stati Uniti e Federazione Russa. Quindi l’Ucraina non deve entrare nella NATO ma deve rimanere neutrale, i territori a lingua russa alla Russia e ripresa dell’import di gas e petrolio. In merito al gas naturale, è necessario tornare ai contratti “take or pay” abbandonando il mercato di riferimento europeo TTF (Title Transfer Facility) dove regna la speculazione.

Per quanto riguarda il finanziamento dell’economia, è importante sottolineare che i movimenti “Sovranisti” non hanno nessun programma alternativo di politica economica essendo subalterni ai grandi oligopoli finanziari. Lo stesso Trump che sta bloccando i movimenti delle persone e delle merci non si sognerebbe mai di ostacolare la libera circolazione dei capitali. Anzi, sta sostenendo l’espansione delle criptovalute: le chiamano monete ma sono assets ad alta componente speculativa il cui valore si regge esclusivamente sulla crescita della domanda non avendo valori sottostanti.

Il debito comune per finanziare investimenti pubblici a livello europeo proposto da Mario Draghi incontra resistenze enormi da parte dei paesi nordici capeggiati dalla Germania. Lo stesso Draghi ha ridimensionato i suoi propositi sostenendo che prima bisogna fare un mercato unico dei capitali e poi si potrà pensare all’emissione di titoli di debito comune. Non possiamo aspettare decenni prima di conseguire questo obiettivo mentre il nuovo Patto di Stabilità impedisce qualsiasi capacità di manovra.

In questo quadro l’emissione di crediti fiscali trasferibili non rimborsabili in denaro ma utilizzabili esclusivamente per pagare meno tasse rappresenta lo strumento più rapido ed efficace che abbiamo a disposizione. Questo strumento deve essere sfruttato non solo per finanziare gli investimenti nell’edilizia ma anche quelli nell’industria e nella produzione di tecnologie per le energie rinnovabili e per finanziare la domanda di beni consumo prodotti sul territorio nazionale. Si tratta di far circolare crediti fiscali frazionabili al centesimo di euro in forma digitale, caricabili su carte elettroniche per comprare beni e servizi oppure per scambiarli contro euro a sconto.  Ogni anno lo Stato italiano raccoglie circa 900 miliardi di euro tra entrate tributarie e contributi previdenziali, dimostrando l’ampia capacità di assorbimento del mercato degli sconti fiscali. La Moneta Fiscale dunque può sostenere la domanda interna in una situazione in cui le spinte protezionistiche stanno penalizzando le esportazioni e non possiamo attuare una politica di bilancio espansiva a causa dei vincoli europei.

Per concludere, di fronte all’attacco commerciale di Trump e alla ripresa del dialogo tra Stati Uniti e Federazione Russa, il nostro Paese deve rilanciare la domanda interna e deve ricostruire i rapporti con la Federazione Russa per ottenere gas a basso costo. Questo è un vero programma alternativo di politica economica che purtroppo nessuna forza politica oggi in Italia ha il coraggio di promuovere. 

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